Metropolitan Today

Il terremoto che forse fu una profezia: il 62 a Pompei ed Ercolano

5 febbraio 62 d.C., data importante per la storia romana. Un terremoto, stimato tra i 5 e i 7 gradi della scala di magnitudo Mercalli, colpì le città di Pompei ed Ercolano. Il suo epicentro lo si individuò nella zona perimetrale del Vesuvio, precisamente a Stabia.

Il terremoto si estese per una profondità di circa 7 km e seguirono altre scosse nei giorni successivi, probabilmente di assestamento.

Cosa accadde a Pompei dopo il terremoto?

il terremoto del 62 d.C. a Pompei
Immagine delle rovine pompeiane, foto da Roma.com

Sebbene vennero danneggiate duramente le città di Pompei ed Ercolano, città come Napoli e Nocera ebbero comunque dei danni agli edifici.

Un recente studio scientifico ha analizzato gli edifici in fase post-terremoto e ha consentito di valutare i danni causati dal terremoto su numerose abitazioni, lo stato di tale esplorazione archeologica non è tutt’oggi completo.

Molti lavori di restaurazione di alcuni monumenti seguirono il terremoto, celebri furono quelli che interessarono il tempio Venere e il Capitolium che, però, non vennero mai ultimati. Altri lavori, questa volta conclusi, interessarono l’area del Foro, gravemente danneggiata, dove si ricostruirono i templi dei Lari Pubblici e del Genio di Vespasiano.

Grazie al sacerdote della Fortuna Augusta permise con aiuti economici la restaurazione del tempio di Iside, nella speranza che questo gesto potesse spianare la strada al figlio nella politica.

Dal libro “Pompei e il Vesuvio: scienza e conoscenza ed esperienza” edito da Gangemi Editore nel 2010, leggiamo «Il terremoto segnò dal punto di vista sociale, il definitivo crescere di una nuova classe emergente formata da liberti e da una nuova classe imprenditoriale che basava la sua ricchezza sui capitali liquidi e non sui possedimenti terrieri, la quale aveva notevolmente trasformato Pompei nel suo tessuto abitativo»

In molti ipotizzano che la faglia apertasi nel 62 d.C. sul lato meridionale del Vesuvio, sia strettamente correlata all’importante eruzione che colpì la città di Pompei nel 79 d.C. e che ne conseguì l’intera distruzione della città. Che fosse stata una profezia o un avvertimento? Purtroppo non ne abbiamo nessuna certezza e non ci resta che affidarci solo ed unicamente ai dati scientifici ad oggi a disposizione.

Il terremoto di Pompei nella letteratura latina

Anche Seneca, nelle “Questioni Naturali” racconta quanto accade a Pompei in una lettera all’amico Lucilio, quest’ultimo nativo della città.

«O Lucilio, che sei il migliore fra gli uomini, abbiamo sentito dire che Pompei, frequentata città della Campania, dove si incontrano da una parte le coste di Sorrento e di Stabia e dall’altra quelle di Ercolano, e circondano con una ridente insenatura il mare che si ritrae dal largo, è sprofondata a causa di un terremoto che ha devastato tutte le regioni adiacenti, e che ciò è avvenuto proprio nei giorni invernali, che i nostri antenati garantivano essere al sicuro da un pericolo del genere. Questo terremoto si è verificato alle None di febbraio, durante il consolato di Regolo e di Virginio, e ha devastato con gravi distruzioni la Campania, regione che non era mai stata al sicuro da questa calamità e che ne era sempre uscita indenne, anche se tante volte morta di paura: infatti, anche una parte della città di Ercolano è crollata e anche ciò che è rimasto in piedi è pericolante […] in effetti, alcune ville sono crollate, altre qua e là hanno tremato senza essere danneggiate»

Gli scavi archeologici da visitare a Pompei

Il terremoto segnò la vita a Pompei dal punto di vista sociale e la classe sociale dei Liberti ascese politicamente. Favorirono con i loro soldi la restaurazione della città, sebbene all’eruzione del 79 i lavori non erano ancora del tutto terminati. Ancora oggi possiamo vederli non completi nella stratigrafia dell’area archeologia pompeiana.

Ad oggi è possibile visitare gli scavi a Pompei con l’acquisto del biglietto e di una visita guidata, che con spiegazioni della storia del luogo, vi accompagnerà tra i meravigliosi e suggestivi Scavi di Pompei. Ma armatevi di pazienza, non basterà mezza giornata, in caso contrario avrete una scusa per ritornarci.

Carola Antonucci

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