Confermato il fermo per due persone di origini kosovare, un uomo e una donna, che progettavano un attentato in Italia per conto dello “Stato Islamico“. Le accuse degli inquirenti sono di “associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico e arruolamento con finalità terroristiche internazionali.” I due, incensurati, sono stati sottoposti a fermo da parte del pubblico ministero emesso dalla Procura di Trento, attuato dal Gis lo scorso 15 giugno. Secondo gli investigatori, i due si sarebbero dovuti recare in Africa per unirsi al gruppo terroristico di stampo fondamentalista. A seguito delle perquisizioni, gli operatori scientifici hanno rinvenuto prodotti chimici volti alla produzione di ordigni esplosivi artigianali.
Due incensurati sottoposti al fermo: avevano in mente un attentato con esplosivi in nome dello “Stato Islamico”
I due, nati in Italia ma di origini kosovare, avevano già da tempo iniziato il processo di radicalizzazione da parte della propaganda anti-occidentale dello Stato Islamico. Questo è quanto emerge dalle accuse emesse dalla procura di Trento, che ha individuato nei due un potenziale pericolo per la sicurezza nazionale. A confermare ciò, il viaggio progettato per raggiungere l’Africa e completare il loro percorso di addestramento da parte dell’associazione terroristica jihadista. Il fermo, disposto il 15 giugno, ha portato tre giorni dopo all’imposizione degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico.
Potrebbe stupire l’affiliazione dei due con un’associazione terroristica di stampo fondamentalista che agisce prevalentemente in Africa. Bisogna ricordare che ad oggi la gran parte degli attentati e delle violenze compiute da organizzazioni terroristiche jihadiste non riguarda l’Occidente, ma il continente africano. Nel 2021, il 41% degli attentati del mondo è stato compiuto proprio in Africa, dove agiscono diverse organizzazioni terroristiche. In questo caso, i due sarebbero affiliati allo “Stato Islamico” (altresì “Is” o “Daesh” nei paesi arabi), ma non bisogna dimenticare l’alleanza storica con il gruppo nigeriano “Boko Haram“, siglata nel 2015, e che adesso è in mano alla fazione “Bakura”, e “Ansar al-Sunna”, che agisce prevalentemente in Mozambico.
Dal vicino Oriente all’Africa: il terrorismo fondamentalista che non riguarda solo l’occidente
La frammentazione e la generale disorganizzazione dei movimenti fa sì che l’Occidente, al contrario dei territori occupati nel continente africano, non abbia molto di cui temere. E’ comunque necessario sottolineare che l’intolleranza è la principale causa di radicalizzazione, soprattutto da parte degli immigrati di nuova generazione. La propaganda iper-violenta dello Stato Islamico e dei suoi affiliati non può attecchire in individui che sono ben inseriti in un contesto sociale di accoglienza. Rimane comunque fondamentale comprendere la sorprendente complessità del fenomeno, soprattutto nel continente africano.
Alberto Alessi
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