The Hollow, nuova serie animata canadese, pubblicata da Netflix 8 giugno 2018. Scritta da Vito Viscomi. Una serie di soli 10 episodi, che regala risate ed emozioni durante la sua visione. Incipit intrigante con un buon sviluppo degli eventi. Dividerò questa recensione in due parti, la prima SENZA spoiler, la seconda con spoiler, per evitare quanto più possibile di non rovinarne la visione.
Trama. Tre ragazzi si risvegliano in una stanza senza porte o finestre. Non si conoscono fra loro e non ricordano nulla, ne come sono arrivati li, ne da dove vengono. Non ricorderebbero neppure i loro nomi se non fossero scritti su un pezzetto di carta trovato nelle loro tasche. Adam, Mira e Kai dovranno fare fronte comune per uscire da quella stanza e scoprire la verità. Dove si trovano? E come sono finiti li?
Senza Spoiler. Come dicevo, un incipit niente male per una serie d’animazione per ragazzi. I protagonisti Adam, Mira e Kai sono tre personaggi molto diversi fra loro e sarà chiaro fin da subito che non sono propriamente ragazzi normali. I tre hanno diverse abilità sovrannaturali che dovranno scoprire e imparare ad usare per sfuggire ai pericoli di questo luogo. L’ambientazione è il vero punto forte della serie, che in circa 10 puntate spazierà dalle foreste, al deserto, ai ghiacciai, allo spazio. Gli strani personaggi che incontreranno durante il loro viaggio, saranno sempre ottimamente caratterizzati e i loro fini non saranno mai immediatamente chiari.
Le animazioni sono semplici e basilari, molto colorare. The Hollow non è esente da difetti. Le prime due o tre puntate sono un po lente e non tutti gli sviluppi di trama sono eccelsi, però nulla di così grave da intaccare la qualità finale del prodotto. La consiglio a chi cerca una serie d’animazione intrigante senza troppe pretese. Voto personale 7/10. Andate sotto il trailer per la parte Spoiler.
Spoiler se siete interessati a vederla, NON leggete. Parliamo in maniera più dettagliata della trama. Personalmente l’ho trovata molto intrigante fino allo svelare di come e perché i protagonisti siano in questo mondo, verso la ottava o nona puntata. Mi aspettavo qualcosa di più di “siamo in un videogioco”. Onestamente è un cliché un po troppo banale. Comunque, la serie è riuscita piacevolmente a sorprendermi nell’ultima puntata dove ad interpretare i “giocatori” sono stati usati attori veri per il distacco da realtà a finzione. Scelta, da me, molto apprezzata.