The Jackal, Aurora Leone: “Cacciata dalla cena perché donna”

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Di Redazione Metropolitan

Quante volte ad una donna capita di sentirsi dire “questo non puoi farlo perché sei una donna”, “non è un lavoro da donna” oppure “qui non puoi stare perché sei donna”. Si, qualunque persona, leggendo queste frasi, penserebbe ad una società retrograda, una società che è rimasta ferma all’Ottocento, quando la donna aveva poche, se non nulle, considerazioni.

Aurora Leone dei The Jackal cacciata da Pecchini perché donna

Sembrerà assurdo, o forse neanche tanto considerando il pensiero che molti uomini hanno della figura della donna, ma questa cosa succede molto spesso. E’ capitato recentemente ad Aurora Leone, una componente dei The Jackal, alla vigilia della Partita del cuore. La Leone era stata convocata, assieme al suo amico e collega Ciro Priello, per partecipare al match assieme alla Nazionale Italiana Attori contro la Nazionale Italiana Cantanti.

“Da quando in qua le donne giocano a calcio?”

Mentre Aurora era a cena con il resto della squadra, presso il J Hotel, il direttore generale della Nazionale Italiana Cantanti, Gianluca Pecchini, si è avvicinato a lei dicendole di andarsene perché non poteva stare lì. Il motivo? Il calcio è uno sport da uomini.

In un video postato sui loro profili social, i due dei The Jackal hanno raccontato il fatto. Un organizzatore, durante la cena, si è avvicinato a Priello e ad Aurora Leone dicendogli che non potevano star seduti a quel tavolo. I due, privi di malizia, hanno pensato che il motivo fosse perché non parte di quella squadra bensì di quella avversaria. Purtroppo però, il motivo che ha spinto l’uomo a chiedere ai due di alzarsi non è stato quello. In realtà, l’invito non era rivolto ad entrambi ma solo ad Aurora: “Tu puoi restare, è solo lei che non può restare qui al tavolo dei giocatori“. Alla richiesta di spiegazioni da parte dell’attrice l’uomo ha risposto: “Sei una donna. Non puoi stare seduta qui, queste sono le nostre regole. Non mi far spiegare il motivo per cui non puoi stare qui. Alzati!”. Quando si è avvicinato Pecchini al tavolo dove i due si erano spostati per cenare, Aurora ha spiegato di essere in possesso di una convocazione e che le erano state chieste anche le misure per il completo. La risposta data da Gianluca Pecchini è stata: “Il completino te lo metti in tribuna. Da quando in qua le donne giocano“.

Donne e calcio una relazione nata negli anni ’30

Ora, noi tutti sappiamo che a calcio giocano anche le donne. In Italia ci sono dei campionati appositi Addirittura esiste una squadra femminile della Nazionale Italiana che nel 2019 ha partecipato ai Mondiali in Francia e da allora non si è più fermata. Il calcio e le donne è un rapporto che esiste dagli anni ’30, la prima Federerazione Italiana Calcio Femminile venne creata nel 1968. Ad oggi i club femminili hanno, come quello maschile, due campionati: Serie A, in cui partecipano 12 squadre, e Serie B, in cui ne partecipano 44 suddivise in gironi. Sono molte le società italiane che gareggiano sia con la squadra maschile che femminile: Milan, Inter, Roma, Napoli, Fiorentina e Juve sono solo alcune.

Dopo l’accaduto sono arrivate le scuse di alcuni volti noti della Nazionale Cantanti come Andro e Eros Ramazzotti.

Nel 2021 ancora si fanno differenze su quali sport possono praticare le donne e quali no. Certo, forse per alcuni saranno portati di più gli uomini, ma ciò non esclude il fatto che se ad una ragazza piace giocare a calcio non possa farlo perché donna. Questo potrebbe essere paragonato anche ad un altro esempio. Molte donne lavorano in tv come conduttrici di programmi calcistici o scrivono per redazioni che si occupano di sport nella sezione dedicata al calcio. Succede spesso che vengano screditate o che vengano screditati i loro pensieri soltanto perché “una donna non può capirci nulla di calcio”.

Persino quando si tratta di raccogliere i fondi per la ricerca per qualcuno è difficile superare i tabù e non cedere al maschilismo.