Un ambiente ostile, un viaggio della speranza fin dall’inizio. No, non è solo il prologo di The Last Of Us Parte 1, ma anche il suo avvio, caotico e problematico con qualche problema di crash e di stuttering (scatti improvvisi di telecamera). Ma dopo l’ultimo aggiornamento che sembra aver stabilizzato il gioco, possiamo finalmente passare al motivo per cui siete qui: questa è la recensione della versione PC di The Last of Us Parte 1.

I porting ormai sono all’ordine del giorno per Sony

Come abbiamo visto più recentemente con Marvel’s Spider Man: Miles Morales, i giochi possono cambiare volto dalla sera alla mattina grazie ad una piccola patch che può sistemare tutti i bug che lo rendono ingiocabile, stressante ancora prima di aver premuto “avvia partita”. Infatti questa recensione è in bilico tra la versione pre e post patch, anche per valutare i cambiamenti su quel fronte.

Parliamo del gioco in sé per chi non lo conosce

Se siete utenti che si approcciano per la prima volta al mondo di The Last Of Us Parte 1, vi parlerò in breve della sinossi: un action survival ambientato in un mondo devastato da un fungo che, comparso vent’anni prima delle vicende del titolo, rende tantissime persone feroci e pericolosi mutanti, che hanno messo a ferro e fuoco la città e costretto i cittadini a rifugiarsi all’interno di insediamenti creati dall’esercito FEDRA.

Introdotta con un flashback drammatico, conosciamo Joel, un uomo reso duro e violento dagli eventi accaduti, che vive di contrabbandi e mazzette insieme alla sua compagna Tess. Il tutto finché non si imbatte in un incarico di consegna diverso dal solito: scortare una ragazzina, Ellie, fino a un centro di ricerca della fazione ribelle delle Luci. Una missione fondamentale da portare a termine, visto che lei è il primo e unico essere umano apparentemente immune all’infezione.

La storia è piena di personaggi molto ben caratterizzati, di un legame tra i due che si rafforza sempre di più, e una storia di sopravvivenza non solo agli infetti, ma a coloro che sono sopravvissuti e hanno creato fazioni di predoni pericolosi e spietati. 

The Last Of Us Parte 1 PC recensione: I volti di Ellie e Joel

La forza della storia di The Last of Us Parte 1 è spezzante. Ma è grazie ai volti e al meraviglioso lavoro di Motion Capture creato da Naughty Dog che si riesce ad apprezzare i suoi feroci non detti, i suoi silenzi soffocanti, il suo dolore pervasivo che deflagra in ogni smorfia sottile, in ogni parola non pronunciata e in ogni gesto di violenza efferata, dalla brutalità emotiva e fisica che circonda le vicende di Joel ed Ellie. 

Il cordyceps ha divorato tutto, a partire dall’anima di chi non l’ha contratto, rendendola un animale, un predatore che non si ferma davanti alla pietà. La violenza inaudita dei predoni, che al minimo sgarro di regola, uccide senza pietà gli stessi esseri umani, che siano uomini, donne o bambini, rende il mondo di The Last Of Us più corrotto e marcio di quanto non lo sia già: la morale possiede così tante sfumature che il concetto di bene e male si svuota totalmente di significato.

The Last Of Us Parte 1 PC recensione: Passato vs Presente

The Last of Us parte 1 si pone come un remake del titolo originariamente pubblicato nel 2013 su PS3 e rimasterizzato su PS4 l’anno successivo. La campagna di The Last of Us Parte 1 (e quella dell’espansione Left Behind, inclusa nel pacchetto) non riserva alcuna sorpresa a chi ha già completato il gioco, magari più volte; ma senza dubbio è in grado di riproporre quelle sequenze in maniera diversa, più consapevole e coerente rispetto al lavoro svolto con la Parte 2, come dimostrano anche le modifiche all’interfaccia e alle opzioni di accessibilità, nonché le animazioni del banco da lavoro che Joel utilizza per potenziare il proprio equipaggiamento.

Le IA dei nemici; in particolare quelli umani, tendono ad avere una maggiore percezione dello spazio e di ciò che gli accade intorno, individuano i cadaveri dei propri compagni e subito allertano gli altri, mettendo in pratica strategie d’attacco di gruppo leggermente più elaborate rispetto alla versione originale, che danno vita a scontri frenetici in cui bisogna spesso muoversi, affondare e ripiegare.

Le prestazioni su PC e i requisiti minimi

Essendo limitati dagli 8 GB di memoria di una RTX 2060 Super, ho provato a effettuare diverse prove per capire quali fossero i compromessi alla giusta portata. Volendo accontentarsi di un frame rate leggermente inferiore, dai 50 ai 60 fps, è possibile optare per i 1800p sempre con DLSS su qualità, mentre laddove si desideri ripiegare sui 30 fps ci si può giocare la carta dei 2160p sempre col preset max e il DLSS, ma senza ottenere un frame pacing granché soddisfacente. Considerando le prestazioni del gioco su PS5 e l’uso sulla console Sony di preset spesso corrispondenti agli ultra su PC, è chiaro che si tratta di risultati pessimi.

In conclusione: The Last of Us Parte 1 PC

Detto questo, mentiremmo se dicessimo che a 1440p e 60 fps The Last of Us Parte 1 sia un gioco brutto da vedere o abbia dei problemi che vanno al di là delle prestazioni: per quella che è stata la nostra esperienza, preshading a parte, i crash si sono sempre verificati a causa dei tentativi di forzare la mano per utilizzare combinazioni di risoluzione, preset qualitativi e frame rate al di sopra delle possibilità della GPU. Pur sforando alla fine di circa 1 GB quei requisiti, abbiamo potuto godere di un’esperienza fluida e visivamente di grande impatto. Sicuramente ha fatto bene aspettare qualche patch di riparazione, anche se uno sconticino sul prezzo (€59.99) sembra d’obbligo. Sempre un titolo del 2013 in versione reworkata è.

  • Capolavoro narrativo
  • Rifacimento tecnico straordinario, rinnova l’esperienza
  • Gameplay rifinito e ancora appassionante
  • IA Sempre più intelligente e adattiva
  • Davvero troppo esigente in termini di requisiti
  • Diversi problemi tecnici in attesa di una patch
  • Prezzo eccessivo per un remake

VOTO 7.5

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Angelo Roberto Di Mauro