The Long and Winding Road, un racconto sull’ultimo singolo dei Beatles

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. Il 13 giugno 1970 “The Long and Winding Road” è l’ultima numero in classifica dei Beatles giunti all’epoca allo scioglimento della band dopo l’ultimo album cult “Let it be”. A questo brano è ispirato il racconto di oggi.

“The Long and Winding Road” era l’ultima canzone ascoltata dal padre prima di cadere dall’impalcatura del palazzo di periferia di Napoli sulla quale stava lavorando. Per Giorgio Di Maggio riascoltarla era stato per i primi tempi come avere una connessione con lui e poterci parlare ancora. Poi era arrivato Claudio, il nuovo compagno della madre, che aveva in qualche modo occupato il vuoto delle loro vite prendendosi cura di loro. Anzi aveva fatto avere un piccolo lavoro a Giacomo come impiegato per la sua ditta di trasporto di merci. Per riuscirci Claudio aveva sfruttato il diploma in lingue di Giorgio, in modo da tenere lontano da quella da lui definita, “la pericolosa vita che aveva già ucciso il padre”. Così Giacomo si ritrovò a ad andare da una parte all’altra della città vivendo il nuovo clima di insolita gioia dato un cellulare nuovo e facili guadagni

The Long and Winding Road, l’incidente

https://youtu.be/T2ZSwRKb13E
La canzone dei Beatles a cui è ispirato questo racconto, fonte TheBeatlesLyrics

Era passato così un anno da quando Giorgio non si rimetteva più in contatto con suo padre. Poi una sera mettendo in ordine in camera sua si era ritrovato per caso tra le mani i vecchi dischi dei Beatles del padre. Così aveva deciso di riascoltare The Long and Winding Road sentendo nuovamente il padre vicino a se. Giorgio rivide i suoi ultimi sorrisi prima che la fine si avvicinasse, il dramma della caduta e della perdita. Poi pensò che il padre fosse in pensiero per lui tanto che Giorgio avrebbe voluto parlargli del suo nuovo amico Claudio e della nuova vita tranquilla che stava conducendo e dove non avrebbe rischiato la vita. Giorgio sentiva quasi la mano del padre stringergli la sua quando il brusco arrivo di Claudio lo riportò alla realtà. “C’è stato un’incidente”, gli disse, “purtroppo tua madre è…”. Giorgio sentì di nuovo una terribile sensazione di vuoto mentre il dolore tornava a sopraffarlo.

Il carico

Nei giorni successivi non faceva altro che stare fermo e aspettare che tutto finisse anche per lui mentre una dolorosa apatia lo consumava. Fu Claudio a cercare rimetterlo in qualche modo in piedi ricordandogli che la sua ditta aveva bisogno di lui ora che si stava organizzando una grossa spedizione dalla Cina di televisori.

Un carico che sarebbero andati a prendere personalmente al porto perchè Claudio voleva verificare di persona che tutto fosse a posto in modo, come diceva lui, da patteggiare con tranquillità altri carichi per utilizzare al meglio quello che poteva essere un buon collegamento con la Cina. Giorgio in un primo momento cercò di declinare la cosa ma poi venne convinto definitivamente da Claudio con la promessa alla fine di farsi una vacanza insieme. Qualche mese magari in qualche isola caraibica lontano da Napoli.

La fuga

Qualche sera dopo Giorgio si stava preparando per il carico cinese. Si sentiva incredibilmente eccitato e carico nonostante la stanchezza di notti insonni. Decise di non pensare al dolore ma soprattutto a Claudio che gli era stato molto vicino. Per questo Giorgio pensò di fargli una sorpresa e presentarsi prima dell‘orario convenuto per fargli vedere che stava bene. Si vestì indossando persino la polo che Claudio gli aveva regalato e venti minuti dopo era all’ingresso della ditta . Giacomo entrò tutto sorridente quando si accorse che Claudio era nel suo ufficio in una conversazione telefonica. “Ho dovuto uccidergli la madre perchè aveva scoperto i miei traffici. A lui non gli faccio niente perchè abbiamo ancora bisogno del suo aiuto con le lingue per il traffico di coca che stiamo mettendo su”, disse Claudio a telefono.

Giorgio rimase sbigottito e senza parole mentre il mondo falso in cui aveva vissuto gli crollava improvvisamente addosso. Non sapeva cosa dire e cosa fare ma rimase seduto in silenzio davanti al suo computer. Poi si alzò e scappo via mentre le lacrime iniziarono ad affogare la sua mente. Nello stero dell’auto i Beatles e The Long and Winding Road mentre cercava disperatamente di sentire il padre vicino per capire che cosa fare o forse per chiedere, come aveva già fatto con la morte della madre, di accompagnarlo verso quella porta che li avrebbe ricongiunti tutti assieme.

Non mi lasciare qui in attesa, è finita, portami da te”, diceva. Nel frattempo la pioggia e il vento avevano iniziato a sferzare la sua auto in modo tale che gli occhi non distinguevano più tra l‘acqua e lacrime mentre le chiamate di Claudio continuavano a far squillare il cellulare. Giorgio non rispose sbattendo i pugni sul volante. Poi un quasi incidente provocato con il rischio di finire in un palo della luce ad un incrocio dove si sera dimenticato di dare la precedenza lo riportò alla realtà.

Epilogo

Giorgio fece una breve telefonata e poi richiamò Claudio per passarlo a prendere. Si scusò dicendo che era stato poco bene ma Claudio lo rassicurò e ripartirono in direzione porto. Giorgio provava una grande rabbia verso quell’uomo che si era finto suo amico perciò mise i Beatles per calmarsi. “Era la musica preferita di mio padre, mi tranquillizza” disse, giustificandosi con Claudio e continuando a fare finta di nulla. Arrivati al porto, al molo convenuto, la pioggia aveva ripreso a scorrere di certo non poteva nascondere le uniformi della polizia che aveva circondato la zona.

Sta calmo “, disse Claudio impugnando una pistola che estrasse improvvisamente dalla giacca. “E’ la fine, i miei genitori sono a fianco a me”, fece Giorgio assalendolo di sorpresa. Dalla colluttazione partì un colpo di pistola mentre alcune volanti della polizia circondarono in fretta l’auto. Giorgio cadde a terra mentre del sangue gli colava dal fianco. In quell’istante tra la pioggia e il vento Giorgio credette davvero di vedere suo padre e sua madre. Nessuno però sembrava dargli ascolto perchè tutti erano impegnati a soccorrerlo e a chiedersi cosa sarebbe successo il giorno seguente perchè dopo ogni fine c’è sempre un inizio.

Stefano Delle Cave