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The Sandman: recensione di un’ode alla bellezza

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The Sandman, è il nuovo titolo di Netflix che incuriosisce. Una serie composta da undici episodi, uno più intrigante dell’altro e intrisa di uno stile decisamente riconoscibile, quello dei comics DC. Lo stile inteso non fa riferimento ai cinecomics, ma ai veri e propri fumetti cartacei. Avete mai letto Batman: anno zero? Ecco, quel capolavoro fumettistico può rendere l’idea!

The Sandman: la trama della nuova serie tv Netflix

The Sandman è una serie a fumetti scritta da Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics negli Stati Uniti d’America tra il 1988 e il 1996. La serie di Netflix prodotta dalla Warner Bros ha come protagonista Morfeo (Tom Sturridge), il Signore dei Sogni, colui che per 100 anni fu intrappolato da un essere umano, e che ora è ritornato nel mondo terreno per sistemare le cose sfuggite al suo controllo.

Morfeo fa parte degli Eterni ed è il fratello di Desiderio, Morte, Disperazione, Delirio, Distruzione e Destino. Una famiglia particolare questa, che non si esime dalle solite beghe familiari, di fatti Desiderio e Disperazione tramano alle spalle del Re dei Sogni da secoli. Questi personaggi sono personificazioni provenienti dalla mitologia greca combinata a quella biblica, e danno luce ad un mashup tra elementi fantastici ed elementi di vita vera.

24 ore

In particolar modo l’episodio numero cinque, che porta il titolo 24 ore condensa in sè l’intero senso della serie: voler asservire il fantasy alla spiegazione del reale. Ventiquattro ore per sottoporre gli umani a dura prova, per costringerli alla sincerità, spingerli a seguire i propri reali desideri, senza farsi alcun problema, per poi scoprire quanto gli esseri umani senza filtri possano diventare nocivi per gli altri e per sé stessi, quanto gli impulsi dell’uomo possano essere egoisti.

La bugia viene rappresentata come un paraurti indispensabile per l’umanità, ognuno deve potersi raccontare qualche menzogna per poter vivere e per lasciar vivere, ognuno deve poter mentire a sè stesso sui propri desideri affichè questi non diventino un’arma letale.

L’esoscheletro filosofico ed estetico di Sandman

The Sandman è stato apprezzato dalla critica e non si può che aggiungere: “a giustissima causa”. Ogni episodio è legato da un filo conduttore al precedente, una trama orizzontale, ma allo stesso tempo si presenta come un corposo cortometraggio a sé stante, che stupisce e si veste di imprevedibilità. I personaggi che si avvicendano sono interessanti (come la donna esorcista), ambigui (come Desiderio), amabili (come il corvo) e detestabili (come Lucifero), ma hanno una cosa in comune: catturano l’attenzione dello spettatore. Questo meraviglioso prodotto si avvale di una fotografia pazzesca e curata nei minimi dettagli, di una sceneggiatura approfondita nei dialoghi e nei riferimenti, di una regia che dona frames al pari di quadri che serpeggiano in un montaggio impeccabile. Ci troviamo di fronte ad una serie filosofica che cela componenti della sua morale dietro metafore, un trip mentale che sfocia in un’ode alla bellezza.

Sara Di Luca

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