“The Social Network”: il genio di Mark Zuckerberg

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Di Redazione Metropolitan

Attraverso “The Social Network“, di David Fincher, ispirato al libro di Ben Mezrich, “Miliardari per caso“, si riesce a conoscere la storia di Facebook, inizialmente uno strumento riservato ai soli membri di Harvard ma in poco tempo diventò uno dei siti internet più famosi e il suo creatore, Mark Zuckerberg, il più giovane miliardario del mondo. Quello che inizia nella sua stanza presto si trasformerà in un vero e proprio fenomeno popolare nonché rete sociale globale, rivoluzionando il mondo della comunicazione. Per raccontare una storia di paranoia ed entrare al meglio nella testa di Mark, bisogna adottare un certo stile, e il duo David Fincher-Aaron Sorkin è strabiliante, specialmente nella prima parte del film, la più importante al fine di comprendere il genio della programmazione. 

Il primo mette al servizio dell’opera senso estetico e maestria, capaci di dar vita a sequenze frenetiche e adrenaliniche, meriti da spartire anche con il duo dei suoi fedelissimi montatori: Kirk Baxter e Angus Wall, vincitori del miglior montaggio agli Oscar. Il secondo dona invece all’opera una sceneggiatura nervosa e quasi isterica aggiudicandosi l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Come ben sappiamo Sorkin è abituato a dare ai film un tocco nevrotico alla storia, come nel suo recente manifesto “Il Processo dei Chicago 7“, film profondamente ideologico.

“The Social Network”: legal-movie

The Social Network” si sviluppa in quattro momenti chiave: l’intuizione creativa di Zuckerberg, il suo rapporto di amicizia e di lavoro con Eduardo Saverin (Andrew Garfield), la conoscenza e la collaborazione con Sean Parker (Justin Timberlake), ideatore di Napster, e la causa mossa ai suoi danni dai due fratelli Winklevoss (Armie Hammer e . La particolarità del film è quella di averlo reso quasi un legal-movie, senza cadere nella banalità di un film generazionale sui problemi di incomunicabilità dei giovani d’oggi, spesso attaccati ad internet per sfuggire dai rapporti quotidiani e reali.

Columbia/Kobal/REX/Shutterstock - Andrew Garfield, Joseph Mazzello, Jesse Eisenberg, Patrick Maple - "The Social Network" - 2010 Director: David Fincher - Columbia Pictures USA - © tutti i diritti riservati
Columbia/Kobal/REX/ShutterstockAndrew Garfield, Joseph Mazzello, Jesse Eisenberg, Patrick Maple – “The Social Network” – 2010 Director: David FincherColumbia Pictures USA – © tutti i diritti riservati

Fincher e Sorkin, attingendo dalle diverse versioni rilasciate dai protagonisti delle vicende, hanno realizzato un affresco intenso da far invidia ad un film d’inchiesta. Durante l’Università, ad Harvard, i ragazzi sentono l’esigenza di diventare qualcuno di importante che possa essere ricordato. La rincorsa al successo e alla popolarità è fondamentale e Fincher punta a questo, indagando nel dietro le quinte di una generazione.

Mark Zuckerberg e la sua creatura

Il film si concentra non tanto su Facebook in sé, quanto sull’essere realizzati che, illusoriamente, si pensa corrisponda all’essere famoso. Osservando Mark , ci si può convincere che il dolore psicologico è foriero di grandi opere intellettuali e che paradossalmente può assumere anche il ruolo di linfa vitale. Nell’ottica di Facebook la popolarità è: avere più amici possibili ma come disse lo stesso Zuckerberg: “Non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico”.

Mark è a cena con la sua fidanzata Erica (Rooney Mara), e ad un certo punto la ragazza, irritata dal suo comportamento, decide su due piedi di lasciarlo; per lui, una volta che lei si è alzata e se n’è andata, la loro storia è finita. Così torna nella sua stanza e si mette a fare quello che sa fare meglio: usare il computer. Ben presto Mark crea un sito social per giudicare la bellezza delle ragazze in base alle foto con votazione a scelta A-B. Per ottenere le foto, però, hackera la rete del campus. Una chiave di lettura importante è l’intera vicenda del progetto Facebook come la reazione di un “enfant prodige” ferito dal morso letale della fine della sua storia d’amore con Erica.

Spiegazione del finale

Il finale suggerisce una temporalità congelata in un istante in cui la ripetizione dello stesso gesto, un “doppio digitare”, quello di Mark che chiede l’amicizia ad Erika, che né il denaro, né il prestigio e il rifiuto sistematico di Erika, sono riusciti a fargli dimenticare. Nell’esistenza per Mark, la sua vita non è Facebook la sua creatura, bensì solo l’espressione della sua individualità; in questo modo Fincher non ha creato soltanto un film ma ha dipinto un grande affresco sociale, sulle relazioni che oggi regolano il mondo, reale e non, sulla solitudine che lo affligge e sui contrasti che nascono inevitabilmente quando c’è di mezzo il denaro, la fama e il potere.

"The Social Network" - di David Fincher  © tutti i diritti riservati
“The Social Network” – di David Fincher © tutti i diritti riservati

5 curiosità su Mark Zuckerberg

1 – La piattaforma di Facebook nasce ufficialmente il 4 febbraio 2004 ma la prima versione si chiamava “Facemash“, una sorta di Tinder preistorico. Infatti, si dava la possibilità di classificare gli studenti di Harvard, compreso Mark e i suoi amici, in base al loro livello di fascino.

2 – Pochi sanno che Mark Zuckerberg è daltonico. Non può riconoscere il rosso e il verde. Sarebbe questo uno dei motivi per cui il logo è blu: “Il blu è il colore più ricco per me. Per me è tutto blu“, ha spiegato a The New Yorker.

3 – Nel 2004 Mark Zuckeberg insieme ad Andrew McCollum, cofounder e designer, pensa a un logo che può rappresentare il social network nel modo più appropriato. La loro scelta cade sull’immagine di un volto coperto in una nebbia. Quel volto misterioso è un’immagine alterata di Al Pacino, che così diventa il primo testimonial dell’azienda. Con il tempo il rapporto tra Hollywood e il social si è intensificato, infatti, Morgan Freeman è stato scelto come voce di Jarvis, un software nel campo dello smart home.

4Zuckerberg ha una grossa predisposizione per le lingue e sa parlare il mandarino, lingua madre di sua moglie Priscilla Chan, lo ha imparato per impressionarla. Inoltre, il suo cane, un pastore ungherese, di nome Beast, possiede una sua pagina su Facebook.

5 – Il suo stipendio in qualità di fondatore di Facebook è simbolico: il patrimonio di Mark Zuckerberg è stimato sui 81,6 miliardi di dollari (così dice il Bloomberg billionaires index). Vi sembra tanto? Pensate che a soli 33 anni, nel 2017, era già il quinto uomo più ricco al mondo!

Giuliana Aglio

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