Tifoserie italiane sempre più violente tra razzismo e criminalità

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Di Redazione Metropolitan

Le tifoserie calde sono sempre esistite, ma fattori esterni le stanno peggiorando.

Le più “calde”

Fino ad una decina di anni fa, il termine tifoserie calde era usato per quelle che sugli spalti dimostravano un attaccamento morboso alla squadra e ai colori supportati. Negli ultimi anni però gli atti violenti si sono moltiplicati, soprattutto fuori dagli stadi, dentro invece non sono mancati razzismo e criminalità.

Potremmo farne un elenco, ma ci limiteremo a ricordare i più gravi. Andando indietro di quasi un anno, ricordiamo tutti gli scontri tra i tifosi della Roma e quelli del Liverpool, nei pressi dell’Anfield. In quell’occasione rimase vittima Sean Cox, un tifoso dei Reds, colpito dalla fibbia di una cintura che lo mandò in coma per diversi mesi.

Tifoserie italiane
Manichini con la maglia della Roma e striscione minaccioso dei tifosi della Lazio. Photo Credit: leggo.it

Solo negli ultimi due anni, i tifosi della Lazio si sono resi protagonisti di atti antisemiti e cori razzisti verso un giocatore della Roma. Nel derby del 2016, Antonio Rudiger, difensore tedesco di colore allora in forza alla Roma, venne preso di mira con “buuu” razzisti. Ma le punizioni inflitte non sono servite, perché già nell’ottobre dell’anno dopo, durante Lazio-Cagliari, spuntarono degli adesivi di Anne Frank con la maglia della Roma.

Qualche mese prima, davanti al Colosseo, furono attaccati dei manichini con la maglia della Roma e i nomi di alcuni giocatori romani, impiccati. Ma non solo derby romano, perché per non arrivare alle mani i tifosi di Inter e Milan hanno stipulato un “contratto” di non belligeranza.

Episodi di razzismo se ne vedono purtroppo ogni settimana, cori contro Napoli, contro giocatori, contro chiunque capiti a tiro. Questo alimenta non solo l’odio, ma scatena anche una vera e propria violenza social, che vede i tifosi di tutte le squadre insultarsi anche pesantemente e promettersele alla prima occasione utile.

L’episodio più grave, che ha portato alla morte un ragazzo, è quello del 3 maggio 2014, costato la vita a Ciro Esposito. Quella sera si doveva giocare la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, ma i tifosi della Roma per tutto il pomeriggio crearono problemi per le strade.

I tifosi del Napoli presenti allo stadio hanno provato in tutti i modi a non far giocare la partita. Le condizioni di Esposito erano gravi ma era ancora vivo, quasi due mesi dopo però, il 25 giugno, il ragazzo viene a mancare. In questo caso si è arrivati all’arresto di Daniele De Santis, il pregiudicato che ha sparato. Da quel momento ai tifosi di entrambe le squadre è stato vietato di seguire il club nello stadio avversario.

Anni prima avevamo assistito alla morte di Filippo Raciti, poliziotto catanese vittima della furia dei tifosi e alla morte di Gabriele Sandri, tifoso laziale colpito da un colpo di pistola sparato da un poliziotto. Entrambi gli eventi sono stati la conseguenza

Fazioni estere

Se pensiamo che gli scontri fuori dagli stadi avvengano tra tifoserie delle squadre coinvolte, sbagliamo di grosso. Più volte assistiamo a guerriglie con la presenza delle fazioni più calde del tifo di squadre gemellate con le nostre.

Tifoserie italiane
In Curva Maratona, i tifosi del Torino ringraziano ed “esonerano” Ventura per fine stagione. Photo Credit: tuttosport.com

Negli ultimi derby romani si sono contate centinaia di presenze di tifosi del Wisla Cracovia, tifoseria gemellata con la Curva Nord della Lazio. Ma in tutta Europa assistiamo all’insulto da parte di tifosi di squadre estere verso le nostre, con l’inserimento della squadra avversaria della stessa città.

Gli atti si verificano anche al contrario, come ad esempio il Panathinaikos, gemellata con la Roma, presentare in una trasferta della Lazio, degli striscioni contro i biancocelesti, anche pesanti.

Sempre più spesso vediamo infiltrazioni di tifoserie estere nelle partite calde del nostro campionato; presenze volte sempre di più allo scompiglio e alla violenza.

Non solo derby

Il continuo scontro in campo con polemiche tra la Juve e il Napoli, hanno inasprito molto gli scontri tra i tifosi delle due squadre, al punto che si è arrivati a vietare le trasferte ai tifosi di entrambe le squadre.

Questo avviene anche tra altre tifoserie con diverse “visioni politiche”, che spesso vengono a contatto esplicitamente per le diverse ideologie, senza alcun interesse reale per il campo.

Ideologie o semplice “odio”, sta di fatto che le nostre tifoserie hanno preso una cattiva piega razzista, non solo verso i giocatori africani o di colore, ma soprattutto di carattere territoriale.

Insulti di stampo territoriale se ne sentono in ogni stadio, nord contro sud, centro contro sud, centro contro nord, nord contro Napoli. Contestualmente al clima che si respira ogni giorno, negli stadi assistiamo allo sfogo dello stress settimanale che si presenta ormai anche nel quotidiano.

Non solo razzismo, anche criminalità organizzata

La violenza presente negli stadi non è solo dovuta a delinquenti normali, ma anche e soprattutto per infiltrazioni di stampo mafioso.

Molte le tifoserie al cui interno hanno infiltrazioni mafiose, a partire dalla Juventus con la N’drangheta. La criminalità calabrese presente a Torino decide tutto ciò che deve avvenire in curva e non solo. Della vicenda del bagarinaggio ne abbiamo sentito parlare in tutti i modi, ma ciò che abbiamo sentito meno è la decisione anche sulla formazione di nuovi gruppi.

Scendendo nello stivale, troviamo la capitale, dove le due tifoserie in apparenza sono divise da un odio viscerale, ma nella realtà non è così. L’appartenenza a partiti di estrema destra, porta la tifoseria biancoceleste, da sempre a tinte di destra, ad unirsi ai gruppi di destra giallorossi in diversi gesti di stampo razzista.

Tifoserie italiane
La Curva Sud del Milan. Photo Credit: larepubblica.it

Arriviamo a Napoli, dove la Camorra comanda totalmente la curva partenopea; la tifoseria è divisa tra due famiglie della criminalità organizzata napoletana. Con l’episodio nefasto della morte di Esposito, si è iniziata a capire la divisione delle curve A e B e l’influenza che questi capi hanno su tutta la tifoseria che siede in quel settore.

Le società e le “soluzioni”

Come detto, le società tendono a non volersi immischiare in tutto questo, ma inevitabilmente spesso finiscono coinvolte. Recentemente lo abbiamo visto con la Juventus e l’operazione “Alta Italia”, dove alcuni esponenti della N’drangheta aveva rapporti con la società stessa. In altri casi le società preferiscono fare le cosiddette “orecchie da mercante”, sa ma fa finta di non sapere per non finire nei guai.

Qualche anno fa però, il presidente della Roma, James Pallotta, ha iniziato una sua personalissima guerra contro quelli che lui definisce fucking idiots, termine che non ha bisogno di traduzione. La tifoseria giallorossa però non interpretò bene quelle parole, perché il presidente italo-americano indicò con quel termine proprio i violenti e i facinorosi.

A causa di alcuni fatti gravi, nel 2015 il Viminale e il Prefetto di Roma decidono di far inserire allo Stadio Olimpico delle barriere che dividono la curva dagli altri settori. Successivamente sono state inserite anche delle telecamere per riconoscere i delinquenti. Questa decisione portò molte proteste e l’abbandono della Curva Sud da parte dei tifosi romanisti per quasi un anno e insulti a Pallotta.

Tessera del tifoso e nuove norme

Una direttiva risalente al 2009 dell’allora Ministro degli Interni Maroni, ha obbligato tutte le società a dotare i propri tifosi di una tessera del tifoso per le trasferte; un modo per identificare sempre il tifoso che entra allo stadio. La tessera, entrata a regime dalla stagione 2010/2011, ha lo scopo di evitare l’ingresso negli stadi di persone con la fedina penale sporca.

Nonostante le proteste dei tifosi, la tessera è obbligatoria per prendere abbonamenti e seguire la propria squadra in trasferta nelle partite a rischio. La tessera, le telecamere in alcuni stadi e la multa per chi scambia il proprio posto sugli spalti, ha portato ad una prima riduzione degli incidenti e al riconoscimento veloce dei facinorosi.

La tessera funziona, gli incidenti si sono ridotti, riconoscimenti e arresti dei delinquenti sono più veloci, nonostante ancora alcune critiche provenienti da società ed esponenti del mondo calcistico. Tutte queste misure hanno portato la riduzione, ma non l’eliminazione, dei divieti per le trasferte e la chiusura delle curve. In diverse partite di cartello e a rischio “politico”, non viene a tutt’oggi permesso ai tifosi della squadra in trasferta di andare allo stadio, per evitare scontri.

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