Tina Turner, chi è il marito Erwin Bach: “Con lui sono rinata e mi ha dato la forza”

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Di Redazione Gossip

Tina Turner, il marito è Erwin Bach, il 21 luglio di qualche anno fa, è stato celebrato in pompa magna il matrimonio secondo il rito buddista. La regina del Rock n’ Roll si era già sposata con Ike Turner alla fine del 1960 a Tijuana, anche se il matrimonio fu invalidato perché lui non aveva ottenuto il divorzio dalla prima moglie. Comunque Tina prese il cognome del compagno, con cui formò una celebre coppia sulle scene. A causa del carattere violento del partner, però nel 1976 Tina decise di separarsi. Ci riproverà tre anni dopo: grazie all’incontro con Roger Davies, un manager australiano, la sua vita personale e artistica hanno una svolta. Davies la porta a Los Angeles e la trasforma in una delle più grandi voci del panorama musicale mondiale.

Il primo e secondo marito di Tina Turner

LONDON, ENGLAND – APRIL 17: Erwin Bach and Tina Turner arrive at the press night performance of “Tina: The Tina Turner Musical” at the Aldwych Theatre on April 17, 2018 in London, England. (Photo by David M. Benett/Dave Benett/Getty Images)

Per il suo matrimonio con il tedesco Erwin, importante discografico della Emi conosciuto nel 1985 (che in passato l’aveva chiesta in moglie ricevendo una risposta negativa), Tina ha voluto addobbare la sua villa sul lago di Zurigo con 70 mila rose e orchidee e tutti gli invitati sono stati pregati di vestirsi di bianco. Per impedire ai paparazzi di avvicinarsi al grande evento, al quale hanno partecipato 120 invitati, gli organizzatori della festa hanno innalzato un telo rosso lungo tutto il giardino ai bordi del lago. La polizia svizzera ha poi bloccato parte del lago, per evitare l’arrivo di natanti e imbarcazioni che potrebbero disturbare l’esclusiva cerimonia.

Tante le star, che hanno partecipato alle nozze della grande rocker americana: da Giorgio Armani (che ha disegnato l’abito da sposa) a David Bowie, da Eros Ramazzotti alla star della tv americana Oprah Winfrey. L’eroina di “Simply the best e “We don’t need another hero” vive in Svizzera dal 1995, per stare accanto a Erwin Bach, e ha imparato il tedesco. Tra l’altro nel gennaio scorso ha ottenuto la residenza a Kusnacht, mentre ad aprile il cantone di Zurigo e la Confederazione svizzera hanno dato il loro benestare alla sua cittadinanza. “Sono molto felice in Svizzera e mi sento a casa. Non potrei immaginare un luogo migliore in cui vivere”, aveva detto a gennaio la cantante che ha lasciato le scene dopo il suo tour del 2008/2009.

Il primo matrimonio di Tina Turner con il marito Ike Turner, funestato da violenze e abusi, è sullo sfondo: il protagonista della storia d’amore è il secondo marito, Erwin Bach, dirigente della casa discografica Emi, che a un certo punto le ha fatto «il regalo della vita stessa», donandole un rene.

Incontrato alla metà degli anni ’80, Tina comincia a frequentarlo – lui 30 anni, lei 46 – e la coppia si trasferisce prima a Colonia, in Germania, poi nel sud della Francia. Nel 1989, arriva la proposta di matrimonio ma la cantante non è sicura: «Le cose possono cambiare e, nella mia esperienza, non sempre in meglio». Quindi, nel 1995, ad Erwin chiedono di guidare l’ufficio Emi in Svizzera, e i due si trasferirono in una villa sul Lago di Zurigo, Chateau Algonquin

L’anno delle nozze è il 2013 e stavolta il sì della Turner è squillante: lui ha 57 anni, lei 73, ma si sente bene. «Non ho mai fumato né preso droghe, ero ancora in forma dopo 50 anni di intenso lavoro sul palcoscenico» tanto che «Vogue Germania mi chiese di posare per la copertina». Nello stesso anno, però, a ottobre, «mi sono svegliata e ho sentito un fulmine nella mia testa e nella gamba destra, ho tentato di parlare ma non riuscivo a proferire parola, stavo avendo un ictus». Da allora, i problemi di salute si moltiplicano: i reni lavorano male, le viene diagnosticato un cancro all’intestino allo stadio iniziale, per il quale viene operata; la pressione sanguigna alta, di cui soffre da tempo, si aggrava, complice anche il fatto che la Turner interrompe le cure tradizionali. Nel dicembre 2016 la situazione precipita e i dottori le lasciano solo due scelte: la dialisi o un trapianto.

La prima opzione le fa orrore: «Non voglio vivere attaccata a una macchina», confessa cominciando a «pensare alla morte»: «uno dei benefici di vivere in Svizzera è che permette il suicidio assistito». È allora che interviene Erwin e si offre di donargli il suo rene. «Ero sopraffatta dall’enormità della sua offerta, ma siccome lo amo la mia prima risposta è stata di farlo ragionare su un passo serio e irreversibile». Lui è un «uomo giovane» che si assumeva un «rischio per donare anni in più a una donna più vecchia». «Ma Erwin aveva deciso, il mio futuro è il nostro, mi ha detto».