Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Faremo un viaggio a Cannes alla scoperta dell’ultimo film che ha vinto la Palma d’oro. Una vittoria controversa che ha diviso la critica e che è stata la seconda di una donna alla croisette dopo quella di Jane Champion con “Lezioni di piano”. Abbiamo dedicato questa puntata a “Titane” di Julia Ducournau

“Grazie per aver lasciato entrare i ‘mostri’”

Queste le parole dette da Julia Ducournau al momento della vittoria a Cannes con il suo ultimo film “Titane”. Un horror visionario e scioccante che spiega perfettamente perchè M. Night Shyamalan l’abbia scelta per la sua inquietante serie “Servant”. Un film duro e che mette in pratica, secondo i critici, uno degli scopri principali dell’arte come quello di scuotere lo spettatore compreso quello raffinato di un festival come Cannes.

“Titane”, il pugno nello stomaco di Julia Ducournau

Il trailer di Titane, fonte KinoCheck International

“ Una nuova ed eccitante corrente cinematografica francofona, che mette temi queer nel cinema di genere, con un trasgressivo approccio punk”

Così l’Hollywood Reporter ha definito il filone cinematografico definitivamente lanciato dalla Ducournau con la sua vittoria a Cannes. Una corrente cinematografica denominata “French Punk Queer Wave” che ben ricalca un film complesso come “Titane”. Dietro il mix truculento di sangue ed erotismo proposto dalla regista francese c’è un discorso ben più profondo sulla carnalizzazione e disumanizzazione del corpo umano nel mondo moderno. La violenza e l’erotismo diventano infatti un mezzo per far risaltare all’occhio dello spettatore questi due elementi su cui la Ducournau ha incentrato la sua riflessione.

Una vittoria che ha spaccato la critica

“Mi ha fatto uscire di me, ci sono genio e pazzia, due cose che spesso corrispondono”

Cosi il presidente della giuria di Cannes 2021 Spike Lee ha parlato di “Titane” . Questo lungometraggio ha fatto della Ducournau la seconda donna a vincere la Palma d’oro dopo Jane Champion ma al tempo stesso ha spaccato la critica. Se da un lato viene riconosciuta la genialità della regista francese, dall’altro parte della stampa ha duramente criticato “Titane” definendolo esagerato, pretenzioso, sconclusionato e di cattivo gusto. Sul piede di guerra anche Nanni Moretti, in concorso quest’anno alla croisette con il suo “Tre piani” , che si è definito sui social“invecchiato di colpo” al momento della vittoria della Ducournau.

Stefano Delle Cave