Tom Hanks, l’animo gentile di Hollywood

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Di Redazione Metropolitan

Sarà il suo volto amichevole o alcuni dei ruoli che lo hanno reso celebre, ma Tom Hanks dà proprio l’idea di essere il divo della porta accanto. Gentile, riservato, mai fuori luogo, dentro e fuori dal set è un personaggio che ha trovato il modo di conquistare il cuore del pubblico. Ha una certa tenerezza, nello sguardo e nell’atteggiamento, che lo rende straordinariamente empatico, regalando al pubblico interpretazioni memorabili.

Tom Hanks, nuovi progetti e pausa forzata

Lo scorso marzo è stata la prima celebrità, insieme alla moglie Rita Wilson, a rivelare di aver contratto il Coronavirus. Adesso che il peggio è passato, come ha raccontato al Guardian, cerca di sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica statunitense, sempre più divisa riguardo al virus. L’emergenza sanitaria, come era prevedibile, ha influito non solo nella sfera privata dell’attore, ma anche sul piano lavorativo.

Tom Hanks nella grafica del poster di Greyhound (2020) - Photo credit : web
Tom Hanks nella grafica del poster di Greyhound (2020) – Photo credit : web

Greyhound, l’ultimo film da lui prodotto e interpretato, non sarà disponibile in sala, ma solo su AppleTV+. Il film Aaron Schneider prosegue il filone di Hanks “eroe positivo”, in divisa, da Salvate il soldato Ryan (1998) a Sully (2016). Non è però l’unico ruolo in cui lo vedremo nel prossimo futuro. Sembra infatti confermato nei panni di Tom Parker, storico manager di Elvis, nell’omonimo biopic a lui dedicato da Baz Luhrmann (Elvis, 2021).

Una filmografia indimenticabile

La filmografia di Hanks è talmente ampia da non poterla chiudere dentro una sola definizione. Accanto all’eroe buono è stato anche l’enigmatico Professor Langdon negli adattamenti dei romanzi di Dan Brown. Negli anni Novanta è stato il simbolo della commedia romantica di Nora Ephron. Con Spielberg, oltre a Private Ryan, si è cimentato in ruoli ruoli diversissimi, da Prova a prendermi (2002) a The Terminal (2004)

Tom Hanks e Leonardo DiCaprio in Prova a prendermi - Photo credit: web
Tom Hanks e Leonardo DiCaprio in Prova a prendermi – Photo credit: web

Non mancano ovviamente i grandi ruoli drammatici, da Il miglio verde (Frank Darabont, 1999) a Era mio padre, accanto a Paul Newman (Sam Mendes, 2002). Senza dubbio, però, è con Philadelphia (Jonathan Demme, 1993) che entra veramente nell’Olimpo hollywoodiano. La sua toccante interpretazione si colloca anche in un momento storico particolare, quando parlare di AIDS era ancora un tabù.

La consacrazione hollywoodiana

Tom Hanks in Philadelphia - Photo credit: web
Tom Hanks in Philadelphia – Photo credit: web

Per il ruolo di Andrew Beckett, Hanks vinse il primo premio Oscar al miglio attore, raddoppiato subito l’anno successivo con Forrest Gump (Robert Zemeckis, 1994). Nella storia degli Academy Award è il secondo e per ora ultimo attore ad aver ottenuto due vittorie consecutive. Da allora ha lentamente conquistato i vertici dell’Academy, diventandone vice-presidente per diversi anni e rimanendo ancora oggi nel Consiglio d’Amministrazione.

L’eredità di Forrest Gump

La sua carriera attraversa almeno due generazioni, dagli anni Ottanta a oggi, ed è difficilissimo scegliere un film che lo rappresenti più di tutti. Forse, però, è proprio Forrest Gump ad aver fatto di Tom Hanks un fenomeno culturale. Il film stesso di nutre di cultura pop e storia contemporanea, coniugando una forma di racconto originale a un protagonista iconico.

Tom Hanks in Forrest Gump - Photo credit: web
Tom Hanks in Forrest Gump – Photo credit: web

Apparentemente troppo ingenuo per sopravvivere alla cattiveria degli altri e alle brutture del mondo, Forrest è simbolo di speranza e leggerezza senza tempo. La sua bontà, la sua gentilezza e il suo ottimismo hanno probabilmente plasmato l’immagine di Hanks stesso fino a oggi. Nonostante non abbia più interpretato un ruolo così, specifico e volutamente vulnerabile, è lì che rimane oggi nell’immaginario comune. Un uomo buono, che sa cos’è l’amore.

Articolo di Valeria Verbaro

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