Arrestato a Torino Elmahdi Halili sospettato di radicalizzazione islamica

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Di Redazione Metropolitan

Il gip del Tribunale di Torino ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Elmahdi Halili che negli ultimi tempi aveva dato segnali di un pericoloso percorso di radicalizzazione islamica.

Nelle prime ore di questa mattina le autorità di polizia di Torino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un  23enne italo-marocchino altamente radicalizzato.
A finire nella rete degli inquirenti dell’Antiterrorismo è Elmahdi Halili, indagato per “partecipazione all’associazione terroristica dello Stato Islamico” per aver diffuso materiale propagandistico dell’Isis.

Insieme alla richiesta di custodia cautelare in carcere nei confronti di Elmahdi Halili, il gip ha emesso anche 13 decreti di perquisizione, attualmente in esecuzione soprattutto nel Nord Italia, tra Milano, Modena, Bergamo, Reggio Emilia e anche Napoli, riguardanti anche diversi italiani convertitisi all’Islam.

Elmahdi Halili, l’uomo arrestato questa mattina, era già noto alla magistratura. Nel 2015 era stato imputato in un processo per  istigazione a delinquere con finalità di terrorismo, ma a quel tempo decise di patteggiare la pena che gli fu condizionalmente sospesa.
L’uomo, però, ha continuato, addirittura aggravandola, la sua azione a vantaggio dell’Isis. Dopo la morte del capo della propaganda e portavoce dell’Isis Abu Mohammed Al Adnani, nell’Agosto 2016, Elmahdi Halili ha creato una pagina web nella quale ha condiviso alcuni dei messaggi più famosi di Abu Mohammed Al Adnani al fine di diffonderli e creare nuovi “lupi solitari”. Secondo le indagini, l’uomo arrestato sarebbe l’autore del primo testo in italiano per la propaganda dell’Isis.

Gli inquirenti tenevano da tempo sotto controllo l’uomo, prendendo ora atto della sua maggiore radicalizzazione, tanto da richiedersi la custodia cautelare in carcere.

L’arresto di Elmahdi Halili giunge in un periodo caldissimo per l’Italia, maggiore sotto le festività pasquali, che sta vivendo il massimo allarme sul fronte del rischio di attentati.
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, intervenuto sul tema in un’intervista a La Stampa, ha sottolineato come “mai l’allarme di jihad è stato così alto nel nostro Paese. Il quadro della minaccia di Isis rimane radicalmente immutato. Anzi, la caduta di Raqqa e Mosul, se da una parte fa venir meno l’elemento ‘territoriale’ del Califfato, dall’altro aumenta la pericolosità dell’altra componente, quella terroristica. Lo Stato islamico è stato capace di arruolare 25-30 mila foreign fighters da circa 100 Paesi diversi. La più importante legione straniera che la storia moderna ricordi. Molti sono morti, ma i sopravvissuti stanno cercando rifugio altrove. Anche qui in Europa“.

Proprio pochi giorni fa, anche l’Agenzia Frontex è tornata a parlare del terrorismo islamico in relazione agli sbarchi di immigrati che stanno martoriando le coste italiane. Frontex punta nuovamente le luci sui cosiddetti “sbarchi fantasma”, ormai noti anche alle autorità nazionali, che vedono un gran numero di clandestini, molti dei quali sospettati di avere legami con ambienti terroristici nei loro paesi, giungere con piccoli natanti sulle spiagge italiane, come provano i molteplici ritrovamenti dei mezzi poi abbandonati.

Ieri, invece, a Foggia è stato arrestato un cittadino italiano di origini egiziane, Abdel Rahman, insegnante di religione, perché da tempo, come hanno provato le lezioni intercettate, spiegava ai suoi giovani studenti le ragioni della guerra santa, il valore dell’immolarsi per la stessa e come fare.

L’allerta è alta e il pericolo di un attentato è tutt’altro che minimo. Nelle parole di Minniti l’auspicio che “il nuovo governo continui con le espulsioni contro i radicalizzati“.

Di Lorenzo Maria Lucarelli