Il cinema del cambiamento per il cambiamento con registi che narrano storie di giustizia sociale, “necessarie”, attraverso la loro arte cinematografica con un’estetica da sempre impegnata e incentrata su diritti, violenza, razzismo e militanza LGBT. Nascono così grazie al Torino Film Festival incontri con registi e figure chiave del cinema contemporaneo internazionale per affrontare grandi temi di cruciale importanza: le Masterclass, in diretta dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e organizzate in collaborazione con l‘Università e il Politecnico di Torino, promuovendo incontri di coscienza collettiva legata ai temi sociali, per dare voce e occhi a tematiche umane di enorme attualità.
Per un mondo più inclusivo, più giusto e sostenibile
La conversazione di oggi, organizzata da Fedra Fateh, si concentra sul cinema come strumento nella lotta per la giustizia sociale e i diritti umani, esplorando il modo in cui i film educano e muovono il pubblico su questioni controverse che la politica non è sempre in grado di affrontare. I documentari e le opere di fantasia sollevano questioni complesse che possono unire e dividere le persone. Dalle produzioni indipendenti ai blockbuster di Hollywood, i film possono aiutarci a progredire verso un mondo più inclusivo, più giusto e sostenibile.
Al Torino Film Festival, nel dialogo con il fisico e documentarista iraniano Taghi Amirani e il premio Oscar al suono, Walter Murch (amico di George Lucas ed editore di “The Godfather III“, “The Conversation“, “English Patient“), ha luogo il dietro le quinte della realizzazione dei loro film e in particolare il retroscena del documentario del 2019 sul “Golpe“, il colpo di stato in Iran avvenuto nel 1953: “Coup 53“ relativo ad AKA “Operazione AJAX” per rovesciare il primo ministro iraniano Mohammad Mosaddegh; discutendo di come i film possono suscitare azioni legali e ispirare il pubblico verso una maggiore responsabilità sociale.
Coup 53: spionaggio e denuncia
Oggi parliamo dell’ultimo lavoro di Walter Murch, “dipinto ad olio impressionista” così come lo definisce: “Coup 53“, documentario scritto e diretto da Taghi Amirani. “Coup 53“, racconta, tra ricerca storica e montaggio, la straziante storia vera dello sforzo congiunto dell’MI6/CIA per estromettere il primo ministro iraniano democraticamente eletto, utilizzando un affascinante mix di approcci raramente visti in film di saggistica. Il regista iraniano Amirani e il tre volte vincitore dell’Oscar/sound designer Walter Murch (“Apocalypse Now“), creano un’opera magistrale genere thriller di spionaggio e denuncia, raccontando i fatti di un Iran dalla storia intellettuale e liberale aperta, attraverso il più potente mezzo audiovisivo: il cinema.
Torino Film Festival 2020: un’edizione inclusiva
La 38esima edizione del Torino Film Festival è ormai cominciata e sta entrando nel vivo per quanto riguarda la sua sezione competitiva. La selezione, che ricordiamo include esclusivamente opere prime e seconde, è il cuore pulsante della rassegna torinese. Film come sempre di ottimo livello da tutto il mondo competono per aggiudicarsi il nuovo trofeo del TFF ed i 18.000 euro in palio.
L’edizione aggiunge quest’anno anche la sezione competitiva dedicata ai cortometraggi una selezione internazionale di 12 opere inedite in Italia, di ampia varietà tematica e stilistica, che verranno proiettati in abbinamento ai lungometraggi del concorso Torino 38. Nel pieno rispetto della parità di genere, vengono proposti 6 film di registi e 6 di registe. Rinnovando la tradizione di Cinema Giovani, Torino 38 Corti vuole essere uno sguardo aperto al presente e al futuro, una vetrina di talenti in grado di interessare e coinvolgere tutto il pubblico del Torino Film Festival.
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Giuliana Aglio