Siamo quasi a metà Ferragosto, le X che segnano sul calendario gli ultimi giorni di lavoro si susseguono, la pausa è dietro l’angolo. È tempo di spegnere il computer, abbandonare la postazione, iniziare le meritate ferie e, magari, regalarsi una bella vacanza. Un viaggio è quell’idea che ci consola durante l’inverno e nella quale ci crogioliamo tra una riunione e una mail, ma, quando la bella stagione finalmente arriva, si trasforma in una concreta realtà.

Che si tratti di una gita di pochi giorni, di un on the road o di un itinerario pianificato con cura nei mesi precedenti, spostarsi porta sempre con sé un senso di aspettativa e di adrenalinico entusiasmo per i luoghi da visitare, le esperienze da fare e, soprattutto, la possibilità di staccare, almeno per un po’, dalla routine quotidiana. Non tutti, però, attendono il momento della partenza con un’energia positiva, anzi. Si parla, in questi casi, di un fenomeno chiamato Odofobia o, più semplicemente, Travel Stress.

Travel Stress: le cause del fenomeno

Travel Stress
Il Travel Stress è un fenomeno che deriva da vari fattori psico-emotivi, e che rischia di rovinare l’esperienza del viaggio

Ma cosa spinge, alcune persone, a vivere il viaggio come una fonte di ansia? Le risposte sono molteplici. La più scontata, forse, ma di certo una delle più influenti, è legata alla paura di volare; la prospettiva di prendere un volo, di percepire il decollo e l’atterraggio e di mettersi, di fatto, nelle mani dell’equipaggio, può scatenare reazioni ben lontane dalla felicità. In secondo luogo, l’incertezza nei confronti della meta è un elemento da non sottovalutare. Ci piacerà quel villaggio alle Maldive prenotato a febbraio? Come ci troveremo con i locals? Sarà una bella settimana o avremo buttato via soldi e tempo? Esplorare Paesi sconosciuti arricchisce mentalmente e culturalmente, ma c’è sempre un’incognita di fondo, e non per tutti il gioco vale sempre la candela.

Fulcro del Travel Stress è, tuttavia, il timore dell’imprevisto. Fattori psico-emotivi, complessi e variabili da individuo a individuo influenzano la percezione di noi stessi al di fuori del nostro habitat, delle mura domestiche e delle abitudini giornaliere. Viaggiando ci esponiamo al rischio, all’ignoto, al dubbio. Bagagli persi, un hotel poco confortevole , problemi di salute. Ipotesi, spesso infondate, ma che creano una sensazione di pericolo e, dunque, di angoscia e ansia.

I sintomi fisici

Tutto questo può sfociare in un vero e proprio malessere fisico. Tra i sintomi più comuni dell’Odofobia vi sono infatti, come rilevato dal Centro Diagnostico Italiano (CDI):

  • Difficoltà a concentrarsi
  • Irritabilità
  • Fatica
  • Vertigini o nausea
  • Battito cardiaco accelerato
  • Mal di testa o tensione muscolare
  • Fiato corto

A questi possono aggiungersi anche la difficoltà a prendere sonno, vampate di calore, palpitazioni e sudorazione eccessiva. Anche l’intestino può risentire di queste tensioni, dalla pancia gonfia al bruciore, fino ad arrivare a problematiche come la flautolenza, che accresce il sentimento di disagio, soprattutto quando si viaggia in compagnia.

Rimedi e consigli per sconfiggere il Travel Stress

Ma come si può combattere l’Odofobia? Purtroppo non esiste una formula magica in grado di far sparire le ansie collegate al viaggiare, ma è possibile mettere in pratica una serie di accorgimento che forse non risolveranno del tutto la questione, ma di sicuro sapranno mitigare lo stress:

  • Fare delle liste. Mettere nero su bianco le cose da portare in valigia, o delle documentazioni da richiedere, o anche il programma di viaggio potrebbe essere un metodo efficace per “mettere in ordine” i pensieri. Spuntare le voci di un elenco può avere un effetto calmante per le personalità ansiose.
  • Prendersi il proprio tempo. Si è preoccupati per i controlli di sicurezza a Fiumicino, o per l’orario d’imbarco della Costa Crociere? Allora non ha senso fare tutto di corsa e all’ultimo minuto, meglio giocare d’anticipo e muoversi assecondando le proprie esigenze. Poco male per quelle ore in attesa dell’apertura del gate, passeranno.
  • Portare con sé delle distrazioni. Un libro, delle cuffie, le carte da gioco, un Kindle. Qualsiasi cosa possa attenuare il batticuore e offrire uno svago è ben accetto nel proprio bagaglio.
  • Creare una routine anche in vacanza. Si è soliti fare colazione alle 7:30? Bene, si può decidere di perpetuare quest’abitudine anche lontani dalla propria cucina, se questo può aiutare a rilassarsi.
  • Non chiedere troppo ai propri limiti fisici e mentali. Un viaggio è una splendida avventura, se vissuta come tale e non come una prova di resistenza. Si deve dare quindi il tempo al proprio corpo di abituarsi a ritmi non ordinari, senza però che questo diventi uno sforzo. Fare le cose con calma e senza fretta permetterà di godere dei piccoli momenti.
  • Individuare i fattori di stress e parlarne. Confrontarsi con con il proprio partner, gli amici, la famiglia o chi partirà con noi, circa le rispettive esigenze, aiuterà a creare un piano d’azione che metterà tutti a proprio agio e consentirà ad ogni partecipante di divertirsi e stare bene.
  • Valutare il programma originale e non avere paura di modificarlo. La tabella di marcia può anche subire delle variazioni, quando ci si vuole soffermare su un paesaggio norvegese, una birra al Temple Bar o l’emozione di un tramonto alle Baleari. Fare un respiro e “vivere il presente” può risultare difficile, ma è un esercizio di pazienza e calma interiore che vale la pena tentare. Per tornare a preoccuparsi c’è sempre settembre.

Federica Checchia

Seguici su Google News