La stagione 2019 porterà con se delle importanti novità per la categoria intermedia del Motomondiale. Una rivoluzione tecnica radicale che rimescolerà le carte della Moto2. Team e piloti saranno impegnati a riscoprire velocemente i segreti per essere da subito al top.
Dopo l’ultimo appuntamento di Valencia della stagione 2018, la Moto2 abbandonerà definitivamente i motori Honda 4 cilindri da 600cc di derivazione CBR 600RR. Presenti dalla nascita della categoria, essi passeranno il testimone a Triumph. L’azienda inglese ha firmato con Dorna un contratto triennale per la fornitura di motori 3 cilindri Triumph da 765cc, ricavato dal motore della Triumph ST del 2017. Esso garantirà potenze aumentate fino a 135cv ed un’erogazione totalmente diversa.
Insieme al motore, sarà rivoluzionata anche l’elettronica. Per il triennio 2019-2021 Magneti Marelli (già fornitore delle centraline uniche in MotoGP) sarà fornitore anche per la Moto2, estendendo così il suo impegno nel Motomondiale. La gestione elettronica quindi diverrà fondamentale, visto l’aumento di sofisticatezza rispetto a quella “grezza” e ridotta utilizzata in questi anni.
Due simili novità tecniche inevitabilmente comporteranno uno sforzo extra per squadre e telaisti impegnate nella categoria. I telaisti della stagione 2019 (Kalex, KTM, MV Augusta, Speed Up, NTS) hanno svolto e svolgeranno dei collaudi con piloti ufficiali e tester, tra cui Alex Marquez, Jonas Folger, Julian Simon, Ricky Cardelus e Alex De Angelis.
Tra i recenti test, da notificare quello seguente al NON GP di Silverstone. Qui è stata portata la versione definitiva del nuovo motore, testato da James Toseland (bicampione SBK) insieme a Neil Hodgson (campione SBK nel 2003), De Angelis e Alex Hofmann. I più recenti risalgono al Lunedì post Aragon, dove sono scesi in pista il telaista NTS con Alex De Angelis e il team Forward con il nuovo prototipo MV Agusta guidato da Lanzi.
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