Trivelle, un nodo sbloccato nella maggioranza giallo-verde. È stato raggiunto in queste ore l’accordo sul tema delle trivelle che dovrebbe sbloccare il percorso del Dl Semplificazioni.
Trivelle, ossia le autorizzazioni alla ricerca e all’estrazione di gas nel mare Adriatico, ha messo a rischio la tenuta del governo. A dire il vero, un braccio di ferro che ha portato all’accordo dell’ultimo minuto. A renderlo noto il presidente della Commissione Lavori pubblici del Senato, Mauro Coltorti.
Particolarmente, l’intesa raggiunta prevede uno stop alle ricerche in mare di idrocarburi di 18 mesi (anziché 24). In questo periodo sarà messo a punto un Piano delle aree idonee. Per quanto riguarda gli aumenti dei canoni di concessione che le aziende devono pagare allo Stato saranno ridotti a 25 volte dalle 35 previste nella precedente bozza.
L’iniziale disaccordo del governo giallo-verde
Il Carroccio e i Pentastellati si erano letteralmente spaccati nella discussione sulle trivelle. Difatti, il M5s aveva detto di essere contrario alla realizzazione delle opere. Inoltre, era pronto ad inserire un emendamento nel Dl Semplificazioni per sospendere le attività di ricerca petrolifera. Per di più, la proposta era una moratoria di tre anni sulle nuove ricerche di petrolio e gas.
Sergio Costa minaccia le dimissioni
Ma a far salire la tensione tra Lega e M5s erano state le parole del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che era arrivato a minacciare le dimissioni. Il ministro, sostenitore delle energie rinnovabili, aveva ribadito di non voler firmare le autorizzazioni alla ricerca di idrocarburi in mare. “Sono per il no alle trivelle. Le trivelle passano per la valutazione di impatto ambientale. Io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza” aveva spiegato.
La replica di Salvini
Ma dalla Lega Matteo Salvini aveva fatto sapere che solo con i no non si va da nessuna parte e non si governa. Il vicepremier aveva, inoltre, promosso di avviare solo le trivellazioni al largo della costa, quindi lontano dalla terraferma. Oltre a questo, si era detta contrario alla moratoria triennale. Dopo gli ultimi contrasti, in risposta ai giornalisti che gli domandavano del caso trivelle che ha agitato il governo, Salvini fa la sua dichiarazione.
“Adesso incominceremo a imporre un po’ di sì. Garantito. L’unico no è agli sbarchi. Per il resto cominceremo con i sì“.
Le trivellazioni, fatta eccezione per quelle già esistenti, saranno quindi tutte bloccate. Ora l’accordo si tramuterà in emendamento al Dl Semplificazioni, atteso oggi in aula al Senato per la conversione in legge. Il provvedimento deve passare alla Camera entro il 12 febbraio.
Patrizia Cicconi