Troy Niklas ha raggiunto un accordo con i Patriots. Il 25enne tight end, ex Cardinals, ha firmato un contratto di un anno con il team di Foxborough e sarà a disposizione di Belichick nella prossima stagione.
È conosciuto anche come “Hercules“, suo soprannome fin dai tempi del college, e non è neanche un caso: è alto circa 1,98 m e pesa poco più di 120 kg.
Niklas, ancora prima del 2014 e cioè prima di iniziare la sua carriera in NFL, era già sotto osservazione da parte dello staff tecnico dei Pats che però decisero di non investire su di lui. E così, alla fine, firmò con i Cardinals durante il Draft 2014.
Bruce Arians, suo head-coach nei Cardinals, parlando di Niklas ha usato diversi appellativi e nomignoli, a volte anche abbastanza coloriti. Dopo dei complimenti fatti dal coach nel 2016, Niklas sorrise dichiarando anche quanto fosse “incredibile” per lui sentirli, dopo che Arians “spesso confondeva il mio nome con ‘dumb motherf****’” [stupido figlio di p******, ndr]. “Gli voglio tanto bene. È un bravissimo ragazzo e lavora sodo” dichiarò Arians nel 2017.
Ma le sue prime stagioni da professionista non sono state proprio una passeggiata.
Per prima cosa, Niklas ha dovuto far fronte a diversi infortuni durante i quattro anni passati in NFL.
Dopo aver lasciato il team dell’università di Notre Dame, infatti, ha subito quattro interventi chirurgici: ernia dello sportivo e dito fratturato (ancora prima di approdare in NFL), al polso e alla caviglia.
Quest’ultima è quella che da sempre gli crea numerosi problemi: nella sua prima stagione in NFL, infatti, ha dovuto saltare 9 match dopo averne giocati appena 7 e anche nella stagione successiva, nonostante non abbia saltato neanche un match, ha avuto comunque non pochi fastidi. Nel 2016 giocò solo tre partite per colpa di un infortunio al polso mentre nella scorsa stagione, invece, ha giocato 15 partite della regular season ma durante il match contro i Washington Redskins ha avuto un problema alla caviglia che gli ha fatto saltare il match successivo.
“Mi piace assumermi la responsabilità di questi momenti” dichiarò Niklas quando era lontano dal terreno di gioco. “Questo è l’unico modo che ho per cercare di superarlo da solo. Non sto facendo il mio lavoro in questo momento, ma devo imparare a crescere iniziando da quì“.
Niklas ha comunque alle spalle un’intera famiglia che è cresciuta con il football.
A suo zio, Bruce Matthews, ad esempio è stato dedicato un busto in bronzo in onore dei suoi 14 Pro Bowl in 19 anni di carriera.
Anche il padre, il fratello, i figli e i nipoti di Matthews hanno giocato a football, tra cui: Clay Matthews dei Green Bay Packers e Jake Matthews degli Atlanta Falcons.
La moglie di Bruce, inoltre, è la sorella della madre di Niklas.
“Sono cresciuto nella California del Sud, ero un bambino molto attivo” ha dichiarato Niklas prima del Draft 2014. “Ho giocato a football, basket e baseball fino al college. Ho però sempre avuto una passione per il football. Fin da quando avevo sette anni. Guardare mio zio Bruce mi ha spinto ad intraprendere questa carriera“.
Niklas condusse la Servite High School ad un record di 14-1, giocando sia come offensive guard sia come defensive tackle. Il Los Angeles Times gli dedicò anche il premio di Lineman of the Year nel 2010. Nei Notre Dame Fighting Irish, al suo primo anno, ricopriva il ruolo di linebacker mentre al secondo anno gli venne affidata la posizione di tight end, ruolo successivamente ricoperto anche in NFL.
Manti Te’o, capitano della squadra del South Bend, gli trovò diversi soprannomi tra cui “Hulk” e “Thor” per delineare ancora meglio la sua forza e aggressività. Alla fine gli fu assegnato il soprannome di “Hercules“.
Nel giornale universitario venne riportato che durante il pre-partita di Notre Dame – Michigan del 22 settembre 2012, per caricare gli altri studenti, “Hercules si è strappato la maglietta dicendo anche frasi come ‘Combattiamo per resistere‘ e ‘Devi amare il dolore!‘“. Il match terminò poi col risultato di 13-6 per Notre Dame.
Hercules è pronto per questa nuova avventura. Sarà all’altezza?
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