Trump rischia l’impeachment, questa volta sul serio

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Di Redazione Metropolitan

Trump nel mirino dei democratici, contro di lui la richiesta d’impeachment per le pressioni fatte al suo omologo ucraino Vladimir Zelenski.

Ad un anno esatto dalle prossime presidenziali 2020 Donald Trump si trova alle prese con quella che sembra essere la più dura battaglia mai combattuta.

Mentre è in atto un vero e proprio conflitto commerciale su Wall Street per limitare il più possibile l’ascesa economica dei colossi cinesi, Trump rischia l’accusa di impeachment.

Il partito democratico ha annunciato l’avvio di procedura d’impeachment per il presidente a seguito della conversazione telefonica con il presidente ucraino Vladimir Zelenski.

Secondo l’accusa ci sarebbe stato un vero e proprio tentativo si insabbiare qualsiasi traccia della conversazione avvenuta il 25 luglio tra i presidenti.

L’obiettivo della telefonata sarebbe stato quello di fare pressioni sul presidente ucraino per avviare un’inchiesta ai danni del nemico numero uno di Trump: Joe Biden.

Tutto è iniziato grazie alle dichiarazioni di un agente dei servizi segreti americani, che secondo indiscrezioni sarebbe stato in passato molto vicino alla Casa Bianca.

La presidente della camera Nancy Pelosi ha accusato Trump di pressioni illecite sul presidente ucraino
Fonte: time.com

La presidente della Camera Nancy Pelosi ha accusato l’intera amministrazione Trump di aver nascosto in un server segreto la telefonata intercorsa tra i due presidenti.

” Contro di me solo fandonie che non hanno alcuna fondamenta, mi fanno la guerra perché sanno che sono più forte”, replica sui social Trump che per la prima volta appare poco tranquillo.

A tal punto da chieder l’appoggio di Wayne LaPierre, il capo della National Rifle Association (Nra), la potente lobby delle armi, affinché finanzi la difesa che lo vede coinvolto per impeachment, in cambio di chiudere un occhio anzi due sulle leggi sul controllo delle armi.

Il caso Kurt Volker

All’indomani dell’accusa di impeachment ai danni di Trump, si dimette Kurt Volker l’inviato della Casa Bianca in Ucraina.

Volker è stato il primo a mettere in contatto Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York, ed oggi avvocato di fiducia dello stesso Trump, con un collaboratore del leader ucraino.

” Il presidente non ha fatto nulla di male, ho agito in qualità di privato cittadino e non per conto del governo americano” fa sapere Giuliani.

Come si arriverà alla richiesta di impeachment

I presidenti di tre commissioni della Camera hanno richiesto che il segretario di Stato Mike Pompeo fornisca entro il prossimo 4 ottobre i documenti relativi alla telefonata tra Trump e Zelenski.

Tra il 2 ed il 10 ottobre prossimo saranno ascoltati in merito cinque dirigenti del dipartimento di Stato tra cui proprio il dimissionario Volker.

Per arrivare ad una vera e propria richiesta d’impeachment ci vorranno i due terzi dei senatori cosa non facile visto che al senato i repubblicani sono in netta maggioranza.

Cosa ben diversa invece per la Camera, dove i democratici sono 235 su 435.

Nel caso si arrivasse a mettere sotto accusa il 45° presidente degli Stati Uniti, al suo posto subentrerebbe l’ex governatore dell’Indiana, conservatore Mike Peace.

Se le accuse mosse contro Donald Trump fossero confermate è venisse accusato di impeachment, al presidente degli Stati Uniti resterà solo una soluzione: le dimissioni.

Come accadde già per i suoi predecessori Andrew Johnson, Richard Nixon e Bill Clinton, i quali riuscirono a sfuggire alla disonorevole procedura di impeachment per un pugno di voti ma sopratutto perché ebbero la lucidità di fare un passo indietro, cosa che a Trump sembra essere molto difficile.

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