Due donne giudici afghane della Corte Suprema, sono state assassinante nel centro di Kabul, mentre si recavano al lavoro. Degli uomini armati hanno bloccato l’auto su cui viaggiavano e hanno sparato, uccidendole a sangue freddo. L’autista è rimasto ferito.
Nessuno ha rivendicato l’omicidio, ma una cosa è certa: si tratta di una vera e propria esecuzione. L’assassinio delle due donne, è uno di una lunga serie di uccisioni che sta sconvolgendo il Paese. Si presume che il tutto derivi dall’offensiva lanciata dai Talebani contro gli esponenti della società civile afghana.
Magistrati, giornalisti, medici, intellettuali, attivisti sono diventati il bersaglio, qualcosa da annientare per indebolire il fronte governativo e ritornare all’integralismo. Integralismo oppressore delle donne, soprattuto se istruite e con ruoli importanti negli alti piani della società. Contiamo anche che – come affermato da Ahmad Fahim Qaweem, il portavoce della Corte Suprema – sono più di 200, le donne che lavorano nell’organo giurisdizionale.
È l’attacco contro un’intera generazione, con lo scopo di destabilizzare il Paese e indebolirne la fiducia nelle nuove generazioni e fra le donne in particolare
Ha affermato il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani. I Talebani infatti, mirano proprio a questo: indebolire il laicismo andando a colpire in modo particolare le donne, soprattuto se emancipate. L’attentato alle due giudici afghane, arriva subito dopo che il Pentagono ha annunciato la riduzione delle truppe in Afghanistan a 2500, la quantità più bassa in quasi due decenni.
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