Mantenuta la promessa fatta al presidente Volodymyr Zelensky: l’Ucraina è ufficialmente candidata come nuovo stato membro dell’UE. A quattro mesi dall’aggressione russa, anche la Moldavia, nel costante rischio che la guerra superi il confine, potrà diventare membro dell’UE. Il presidente ucraino ha commentato in diretta video con i capi di stato europei “E’ un momento storico per l’Ucraina e l’UE. Sono grato a Charles Michel, a Ursula Von Der Leyen e a tutti i leader. Il futuro dell’Ucraina è dentro l’Unione.” E intanto viene riconfermato il sostegno umanitario e militare a Kiev. Ma non mancano le tensioni interne al Consiglio: “i tempi di ammissione saranno lunghi” avverte Von Der Leyen, bilanciando le tensioni balcaniche.
Un momento storico per Kiev e Chișinău: Italia e Germania fanno pressing sull’accoglienza della candidatura UE
Ucraina e Moldavia entreranno a far parte dell’Unione Europea. Sì, ma a patto che si dia “adempimento delle condizioni specificate”, secondo il testo delle Conclusioni del Consiglio Europeo tenutosi ieri a Bruxelles. Sebbene la candidatura sia ufficiale, l’ingresso dei due stati nell’Unione ha bisogno di ulteriore attesa. Ma il presidente Zelensky è già soddisfatto, così come Emmanuel Macron, presidente francese, che ha sottolineato come l’ammissione dei due paesi è “più urgente che mai, perché la guerra è tornata sul suolo europeo e ne siamo destabilizzati.” L’urgenza è comunque temperata dalla Presidente della Commissione Von Der Leyen, che avverte: “questi paesi dovranno fare i compiti.”
La natura di questi “compiti a casa” è da ascrivere a determinate condizioni che tutti i paesi UE devono rispettare per entrare a far parte – e rimanere – all’interno dell’Unione. Ma mentre i lavori predisposti all’adattamento agli standard sono in corso d’opera, “L’Unione rimane fortemente impegnata a fornire ulteriore sostegno militare per aiutare l’Ucraina“, stando alle Conclusioni del Consiglio. Il supporto logistico verso il paese aggredito sembri assolutamente confermato. Tuttavia bisogna evidenziare come Italia e Germania siano stati tra i primi Paesi a spingere verso l’accoglienza dei nuovi stati membri: difficoltà inasprita dalla presenza, in questo frangente, del voto all’unanimità. Basta il veto di uno qualsiasi dei paesi membri (si guarda all’Ungheria di Orban, soprattutto) per mandare a monte la candidatura UE di Kiev e Chișinău.
Le ragioni del veto: come Ucraina e Moldavia potrebbero rimanere deluse
Secondo molti, i primi a poter fare ostruzionismo sull’accoglienza dei due Paesi potrebbero essere gli stessi che da tempo sono criticate dalla stessa Unione per la gestione non proprio trasparente e democratica di alcuni affari interni ed esteri. La Bulgaria, ad esempio, “tiene in ostaggio due paesi NATO, la Nord Macedonia e l’Albania, nel pieno di una guerra nel nostro cortile di casa e che altri 26 paesi restano fermi e impotenti”, ha dichiarato il premier albanese Edi Rama, descrivendo la tesa situazione del summit dei balcani. Il premier si riferiva al veto sull’inizio dei negoziati per l’ingresso comunitario della Macedonia del Nord in UE, più volte ostacolata, e della stessa Albania. Appare evidente che la mediazione è ancora lunga e necessaria.
Alberto Alessi
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