La notizia circolava già da diversi giorni, confermata d’altronde dallo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky: l’esercito dell’Ucraina ha portato la controffensiva fino a Kharkiv, respingendo le forze d’occupazione russe. Il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha diffuso inoltre le mappe che testimoniano la ritirata del contingente dalla città di Kharkiv e mostrano la nuova linea del fronte. Le forze russe, secondo le comunicazioni ufficiali di Mosca, si sarebbero ritirati da Izjum e dagli altri insediamenti per consentire una “riorganizzazione” in vista della “conquista dell’intero Donbass“. L’Ucraina però conferma la propria interpretazione: è una vittoria – ancora parziale – senza precedenti, che potrebbe preludere alla vittoria nel conflitto.
La mappa dell’Ucraina orientale diffusa dal Ministero della Difesa russo parla chiaro: Kharkiv è in mano all’esercito di Kiev
La controffensiva dell’esercito Ucraino ha colpito nel segno. Lo attestano non solo le testimonianze e le comunicazioni di Kiev, ma anche i canali istituzionali della Federazione Russa. La mappa pubblicata dal Ministero è incontrovertibile: oltre 2.000km di territorio prima in mano alle forze di occupazione è stato strappato dall’avanzata ucraina in pochissimi giorni. Kiev e il Cremlino sono fondamentalmente d’accordo nel disegnare l’ultima configurazione del fronte bellico. La mappa mostra i russi retrocedere molto oltre la linea autostradale M-03, limitati tra Kupjans’k e Oskil, separati dal territorio in mano all’esercito ucraino proprio dal fiume Oskil, da cui prende nome la città.
Le ipotesi disegnate dal ministero russo dipingono questa ritirata come “strategica”, volta a riorganizzare le forze in vista della riacquisizione completa di tutto il Donbass. La versione di Kiev diverge notevolmente: è una vittoria senza precedenti. Le perdite subite dall’esercito russo sarebbero quindi ingenti, anche in termini umani, ma i numeri effettivi non sono stati ancora diffusi. La mappa testimonia invece le numerose unità sconfitte e in rotta, oltre alla riorganizzazione delle unità presso le città ancora sotto l’occupazione di Mosca. Nei prossimi giorni, l’avanzata delle forze ucraine potrebbe spingersi ancora verso est.
Alberto Alessi
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