Ugo Foscolo e la bellezza femminile mitizzata: analisi dell’ode “All’amica risanata”

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Di Sonia Faseli

Il poeta Ugo Foscolo è stato uno dei pochi della sua generazione a rappresentare la bellezza femminile al pari della mitologia. Nato il 10 settembre 1827 è morto a Londra Ugo Foscolo, uno tra i più grandi intellettuali dell’età neoclassica.

Ugo Foscolo e l bellezza femminile: analisi dell’ode “All’amica risanata”

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Foscolo “All’amica risanata” photo credits wikipedia

Ugo Foscolo è stato l’autore di molteplici, poesie, sonetti e opere drammaturgiche. Queste ultime si rifanno in particolare alla letteratura del neoclassicismo e del preromanticismo.
Una delle sue odi intitolata “All’amica risanata” è dedicata all’amica Antonietta Arese, con la quale lo scrittore ha avuto una relazione tra il 1800 e il 1803. Questo testo è stato poi inserito all’interno dell’edizione definitiva delle Poesie, insieme a dodici sonetti. In questa raccolta pubblicata nel 1803 ci sono “A Zacinto”, “Alla sera”, e “In morte al fratello Giovanni”. Qui è compresa anche l’ode “A Luigia Pallavicini caduta da cavallo”.
All’amica risanata” è l’esempio palese di come Foscolo divinizzi la bellezza femminile all’interno delle sue opere.
Questo poema è stato composto al fine di celebrare un evento e il personaggio ad esso collegato. Nello specifico Foscolo vuole esaltare la guarigione di Antonietta Arese, una nobildonna milanese con cui il poeta aveva stretto una relazione. Il suo rapporto con la donna malata viene evidenziato solamente nel momento in cui il legame tra i due si è definitivamente sciolto. Antonietta ha contratto una malattia nell’inverno tra il 1801 e il 1802, anno in cui si ristabilisce. Questa tematica impegna Ugo Foscolo fino ai primi mesi del 1803. L’oggetto principale dell’ode è la bellezza di Antonietta, che si affianca al ruolo e alla finalità della poesia.

Il testo


Il testo si struttura in due parti, che evidenziano i diversi significati del poema. La prima parte, compresa nei primi 48 versi tratta della guarigione dell’amica, che ha come conseguenza la riconquista della sua usuale bellezza. Questo evento coincide con una riflessione sulla funzione consolatrice e rasserenante della bellezza, tematica molto cara a Foscolo. Questi temi sono già presenti in altre opere del poeta, quali “Ultime lettere di Jacopo Ortis” e “Grazie”.

Secondo la descrizione neoclassica presente nella poetica foscoliana, la bellezza della donna amata è quella di una dea greca, e quindi il mezzo per raggiungere un ordine superiore che permette al poeta di ottenere il suo riscatto dalle delusioni e sofferenze della vita.
Questo argomento, già presente nell’ode “A Luigia Pallavicini”, ritorna in maniera più organica nella successiva “All’amica risanata”. La bellezza femminile descritta presenta chiari riferimenti all’immaginario classico-mitologico. Nello specifico Foscolo descrive la guarigione della donna come il sorgere dell’aurora. In questi versi vi è un chiaro riferimento sia ai classici, come l’Eneide, che ai più moderni come “L’educazione” di Parini.


La seconda parte dell’ode si sviluppa nella riflessione della fugacità della bellezza, e di conseguenza anche della vita umana. In questa parte Foscolo tratta alcune figure mitologiche come Artemide e Venere.
Secondo Foscolo l’obiettivo della poesia consiste infatti nel rendere eterna la bellezza femminile. In realtà l’obiettivo celato nell’opera di Foscolo consiste nel valorizzare la cultura classico-umanistica per affrontare le ansie e le disillusioni della vita attraverso un insieme di valori etici ed estetici.

Sonia Faseli

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