Sono stati accusati di vandalismo, portati in tribunale, criticati, odiati, ma alla fine sono stati compresi. Almeno da alcuni.

Lo Stato Italiano è il sesto investitore al mondo per combustibili fossili, stime che superano anche quelle di Arabia Saudita e Russia. È da qui che irrompe la lotta di Ultima generazione: centrale l’obbiettivo di chiedere un reinvestimento del denaro tramite modalità sostenibili ed eque.
I temi ci sono, ma non solo temi, anche le azioni.
Sono proprio quest’ultime, che hanno portato un ragazzo di soli 20 anni, Simone Ficicchia, dinnanzi al Tribunale di Milano.

Il blitz degli attivisti di Ultima Generazione fuori la sede di Cassa depositi e prestiti a Roma.

Il 2 gennaio, infatti, cinque ragazze e ragazzi appartenenti ad Ultima Generazione hanno imbrattato con della vernice lavabile la facciata di Palazzo Madama, sede del Senato.
I coinvolti sono stati portati in questura ed accusati di danneggiamento aggravato.
Le modalità di trattamento degli stessi hanno reso evidente l’ingiustizia a cui stessero andando incontro.
Ma non così facilmente.

La notizia è stata infatti accolta dai media nazionali in modalità spesso contrastanti, arrivando a parlare di una vera e propria trappola mediatica.
Un iniziale velo di sdegno generale ha lasciato ben presto il posto ad una comprensione e vicinanza sempre più presente.

Mi sono interrogata a lungo sul significato di quel gesto e sulle modalità dello stesso, giungendo alla conclusione che molto spesso provocazioni di questo genere siano più che sensate.
Palazzo Madama rappresenta un centro di potere distante dalle istanze di giovani ragazze e ragazze che portano temi urgenti.
Urgenza, è proprio questa la parola chiave.

Nuova generazione è riuscita a prendere uno spazio tramite un forte grido verso i potenti.
Hanno trovato una modalità d’azione non violenta per fare rumore e ci sono riusciti.
Quindi sì, i metodi fastidiosi sono necessari, soprattutto quando è in gioco la vita delle persone e del pianeta.

I metodi fastidiosi sono necessari.