Gli ultrà del Napoli sono da sempre divisi in due curve al San Paolo, ma questo non ha mai evitato che ai giocatori partenopei venisse meno il supporto dei suoi calorosi tifosi.
Il nostro viaggio nel mondo ultrà italiano riparte dal sud Italia e precisamente nella calorosa e bellissima Napoli. Oggi infatti andremo a conoscere da vicino le due curve del tifo partenopeo, per le quali la divisione non è mai stato un grosso problema.
Un po’ di storia ultrà
La storia del tifo organizzato del Napoli vede i propri inizi nei lontani anni ’60, ma il primo vero gruppo riconoscibile nasce nel 1972 e prese il semplice nome di Ultras. La nascita di questo gruppo deriva dai sentitmenti di delusione che attanagliava i sostenitori napoletani per le difficoltà in cui squadra e società versavano.
Il gruppo occupava la Curva B e raccoglieva i tifosi dei quartieri Fuorigrotta (dove si trova il San Paolo) e Sanità. A capo di questo gruppo vi era lo “scugnizzo” quattordicenne Gennaro Montuori, alias Palummella.
Qualche anno dopo nasce il Commando Ultrà Curva B – Ultrà Napoli (C.U.C.B.) che al suo interno accoglierà proprio gli Ultras e i Commandos, fino a quel momento in Curva A. Palummella fece di questo commando una vera e propria “holding” e una società avente un legame stretto con la società. Questo permise a Palummella di far conoscere il gruppo e la tifoseria napoletana, con un giornale per gli ultrà (Ultrazzurro) da 20000 copie e un seguito in programmi autogestiti come “Un’ora in Curva B”, premiato perfino dal Guerin d’Oro.
Nel 1998, a seguito della morte del fratello, Montuori lasciò la curva, la cui gestione passò a Giorgio Ciccarelli. L’addio di Montuori non fu ben accolto dalla curva che ancora oggi non riesce a digerire l’evento.
I Fedayn e gli altri ultrà del Napoli
Nel 1979 nacque uno dei gruppi più elitari ed estremisti del tifo napoletano, i Fedayn EAM 1979. Il gruppo fece subito capire che non si sarebbe mischiato con nessuno, il loro modo di tifare era diverso ed estremo per certi versi. La sigla EAM faceva già intendere le intenzioni di questi tifosi “Estranei alla massa”, portando in Curva B un comportamento diverso, molto più duro e cattivo. Questo gruppo esiste tutt’oggi e rappresenta la frangia più violenta della tifoseria.
Due anni dopo la nascista dei Fedayn, nascono i Blue Lions da una costola degli Ultras. I Lions e i suoi gruppetti satelliti (Brigata Carolina e Mastiffs su tutti) si posizionano in Curva A e riuniscono i tifosi dei Quartieri Spagnoli e della Masseria Cardone.
Dopo la vittoria dello scudetto del 1987, nacquero le Teste Matte, branchia dei Lions, da sempre connotati da un forte attaccamento alla squadra.
Quando i Blue Lions si trasferirono in Curva B, i Blue Tiger presero le redini della Curva A, motivo per cui nel 1992 ci fu una spaccatura e nacquero i Vecchi Lions che affiancarono i Tiger nella A. Cinque anni dopo, a causa delle contestazioni a Ferlaino, nei distinti nacque la divisione tra A.I.N.C. (Associazione Italiana Napoli Clubs) e A.C.A.N. (Associazione Clubs Azzurri Napoli). Nel 1999 tutto culminò con la creazione degli Ultras ’72, formato finalmente da un vero e proprio direttivo organizzato e non più da singoli leader.
Nel 2002 venne presa una decisione radicale: a causa della morte di Ciccarelli nel 2000 e le conseguenti problematiche, il C.U.C.B si sciolse e nacquero gli Ultras Napoli. Questo neonato gruppo riunì Commando Ultrà, Ragazzi della B, Ultrà Napoli ed Ultras ‘72, dando il via ad una nuova era per il tifo organizzato del Napoli.
I tentativi di unione e le curve attuali
Attualmente la Curva A del San Paolo è occupata dai gruppi Fossato Flegreo, Secco Vive, Mastiffs, Brigata Carolina, Teste Matte, Sud1996, Nuova Guardia e Vecchi Lions. La Curva B invece è composta dai Fedayn EAM 1979 e dagli Ultras Napoli. In anni ci sono stati dei tantativi per riunire tutti i gruppi in una sola curva, ma i tentativi si sono rivelati fallimentari. Nonostante le divisioni nelle due curve, i tifosi partenopei non hanno mai fatto mancare il loro amore e il loro apporto ai giocatori. Contrariamente all’appoggio incondizionato alla squadra, spesso si sono viste contestazioni al presidentissimo De Laurentiis e alle istituzioni calcistiche.
Gemellaggi e rivalità
I gemellaggi e le amicizie degli ultrà del Napoli sono diverse. I gemellaggi riconosciuti sono quelli con il Palermo, il Catania, l’Anconitana e la Juve Stabia in Italia. All’estero invece i rapporti ci sono con il Borussia Dortmung, la Stella Rossa, Celtic e Borussia Dortmund. Ci sono invece foti amicizie con i tifosi dell’Ancona (a seguito della morta del tifoso leader della nord anconetana, Vincenzo Mengoni, in un incidente nel 2005) con visite reciproche. Altre amicizie in Italia esistono con la Vigor Lamezia, il Sora e il Benevento, all’estero invece con Lokomotiv Plodviv, Barcellona, Tottenham e Università Craiova.
Il 9 aprile dello scorso anno, le due curve del Napoli misero la parola fine al gemellaggio decennale con il Genoa con un comunicato condiviso, con sorpresa di tutti. Il gemellaggio comincò al termine della stagione 1981/82, quando un pareggio per 2-2 tra le due formazioni spedì il Milan in B salvando proprio il Genoa.
Oggi la rivalità più sentita è quella con la Juventus, anche se a sentire il tifoso bianconero questa rivalità è a senso unico. I motivi sono prettamente di carattere arbitrale a favore dei torinesi, a detta dei napoletani. Esistono rivalità con praticamente tutte le grandi società del nord Italia: Inter, Milan, Hellas Verona (aspra), L.R. Vicenza e Sampdoria (dovuta al gemellaggio col Genoa).
Ci sono poi le rivalità campanilistiche con Avellino, con cui si sono disputati diversi incontri in Serie A nel decennio 1978/88 e con la Salernitana. Entrambe le rivalità sono sentitissime e molto dure quando capitano nella stessa “area”.
Altre rivalità esistono con i tifosi di Olympique Marsiglia, Ternana, Fiorentina e Cagliari.
La rivalità con la Roma e Ciro Esposito
Tra le rivalità più dure oggi troviamo quella con la Roma, inasprita ulteriormente il 3 maggio 2014 quando il tifoso giallorosso Daniele De Santis sparò al tifoso azzurro Ciro Esposito, uccidendolo.
Questo episodio, unito all’attacco subito dai partenopei qualche anno prima, hanno solo acuito quello che è già da tempo è un sentitmento di odio tra le due tifoserie. La morte del tifoso napoletano ha portato un clamore mediatico che ha comportato striscioni e scontri volenti, ma da quel momento il Viminale continua a vietare le trasferte ad entrambe le tifoserie.
La madre di Esposito è stata per lungo tempo sotto i riflettori, anche a causa di alcune dichiarazioni contro i tifosi della Roma e per la mancata presa di posizione societaria e degli ex capitani Totti e De Rossi. Nonostante ora De Santis sia giustamente in carcere, i match tra le due squadre sono costantemente ad altissima tensione, anche a causa delle posizioni di vertice stabili dei due club.
Sono risicati anche gli scambi commerciali tra i due club, ma si spera che col tempo le cose migliorino, anche se la morte di Esposito non porterà mai le due tifoserie a riappacificarsi.