Con Uncharted: L’Eredità Perduta, Naughty Dog riesce a colpire nuovamente dritto al cuore milioni di fan senza deludere mai. Di certo, la domanda impellente che molti fan della serie si sono fatti, me compreso è la seguente: può essere definito Uncharted senza il buon e vecchio Nathan Drake? La risposta è “SI”. Naughty Dog riesce a raccontarti il suo cast sempre in modo stupefacente: non si tratta del solo lavoro di scrittura, o di caratterizzazione, poiché comprendi tanto di un personaggio anche solo dalle movenze, dalle espressioni sul volto, dalle piccole cose, dai dettagli che questa casa americana spalma sulle sue creature, senza mai sbagliare.
L’Eredità Perduta non fa eccezione, e quindi, cari lettori, fatevi un favore: isolatevi dal mondo per otto ore, mettetevi comodi e preparatevi a vivere un viaggio virtuale di quelli che difficilmente dimenticherete. Forse non vi ho ancora convinti, quindi sedetevi pure e mettetevi comodi!
La fine è un nuovo inizio
Uncharted 4: La fine di un ladro, termina con le avvincenti avventure di Nathan Drake, ma con l’inizio di qualcos’altro. Lo scenario si apre in un mercato indiano, che non è proprio l’inizio tipico di un capitolo di Uncharted. Eppure, nel giro di qualche secondo, capisci il perché: lo scenario mostra i muscoli del motore grafico fin da subito, ma è tutto un pretesto per presentarci la protagonista, Chloe, alle prese con una trattativa alquanto curiosa.
Si sperimenta anche con questo L’Eredità Perduta, quello che doveva essere solo una costola del quarto episodio, un DLC nel gergo videoludico, e che poi si è evoluto in un qualcosa a se stante. Lo comprate in negozio, virtuale o fisico, come preferite, e lo giocate senza aver bisogno del gioco base.
L’Eredità Perduta ha un arco narrativo con un suo inizio ed una sua fine, che vede come protagoniste la coppia femminile più scoppiettante del mondo videoludico, due volti familiari quelli di Chloe Frazer e di Nadine Ross. La prima l’abbiamo già vista nel secondo e terzo capitolo della saga di Uncharted e, sfoggia un umorismo squisito a cui è impossibile resistere come con la sua bellezza. La seconda, un pò più fresca alla nostra memoria, l’abbiamo incontrata durante l’ultima avventura dei fratelli Drake. La fredda e cattiva Nadine è solo un ricordo, in questo DLC troviamo e scopriamo il lato più umano e fragile di Nadine Ross. La cosa strana è che funziona davvero bene! E’ una di cui ti puoi fidare, seria sul lavoro ma non fiscale, non rigida come ce l’avevano dipinta inizialmente, una tipa con cui prendere una birra al bar dopo un’estenuante giornata di lavoro.
Purtroppo non è approfondita come Chloe, ma va benissimo così: Nadine le fa da spalla, e l’alchimia che si viene a creare ti rapisce fin da subito. Qualche scambio di battute, qualche sguardo, e capisci già come funzioneranno le cose tra le due. O, almeno, come potrebbero funzionare. In ogni caso, entrambe (e tutto l’intero cast, in realtà) sono alimentate dal miglior doppiaggio in italiano che possiate mai desiderare per un videogioco.
A caccia di manufatti
Come ogni Uncharted che si rispetti, la trama invece è incentrata sul ritrovamento di un leggendario manufatto dell’antica India, per sottrarlo alle mire di Asav, il tipico guerrafondaio pieno di soldi senza scrupoli che, come tutti i cattivi della saga, ecco, è cattivo e tanto anche.Ora, non starò qui a rovinarvi tutto facendo spoiler o altro, ma una cosa voglio dirvela: sebbene la trama sia abbastanza scorrevole senza troppi risvolti importanti, i dialoghi sono eccezionali. Le storie di questi due personaggi sono così diverse, e le loro motivazioni lo sono ancora di più, un binomio che dà vita ad un’alleanza composta da situazioni di tensione e momenti spassosi. Non vado oltre, se non che si tratta ancora una volta di un’avventura emozionante, nel mero senso del termine, una di quelle in grado di farti sentire completamente immerso dal primo all’ultimo minuto di gioco.
Gameplay e Grafica
Con questo nuovo “pseudo” capitolo, i fattori dell’equazione Uncharted non sono cambiati, ma l’Eredità Perduta prende il meglio da ogni episodio: l’esplorazione, la contemplazione, gli enigmi, l’approccio furtivo e il combattimento non sono mai andati così d’accordo tra loro. Si inizia lentamente, forse un pò troppo, ma poi il gioco si apre, mostra persino un accenno di mondo aperto per un paio di capitoli, simulando una zona enorme, attraversabile in auto, colma di puzzle ambientali riuscitissimi, in pieno stile Uncharted: meravigliosi da vedere, e contestualizzati nella difficoltà, così da non sacrificare il ritmo adrenalinico dell’avventura.
Come successo nel quarto capitolo, questo dlc/spin-off è strapieno di strutture architettoniche mastodontiche, in cui vi fermerete ad ammirarle per abbondanti minuti e, come se non bastasse, saremo anche costretti a scalarle per ammirare poi il panorama dall’alto!
L’azione non manca, e va ad esaltare tutti i crismi di Uncharted 4, dagli inseguimenti alle sparatorie, con un’intelligenza artificiale adattabile grazie ai vari livelli di sfida.
Le novità comunque non sono molte, e si vede che Naughty Dog è voluta andare sul sicuro senza sporcarsi le mani. Queste novità si concentrano più che altro sulla possibilità di scattare foto in punti specifici e sull’abilità di Chloe di scassinare le casse, disseminate e nascoste nei livelli, all’interno delle quali possono celarsi armi e tesori. Poca roba insomma, ma lo ripetiamo, va benissimo così. “Squadra che vince non si cambia” come si suol dire, e gli sviluppatori hanno preferito sperimentare con gli elementi già in mano, portandoli alla loro massima espressione. Il risultato è un’avventura meravigliosa, dove ogni momento di intensità ha al fianco un attimo di respiro, in cui i personaggi ti rimangono impressi anche spegnendo la console, dove non ci si stanca mai.
Graficamente, il gioco non perde colpi rispetto al capitolo precedente, anzi si migliora anche! Dalle ampie valli, alle esplorazioni in jeep, e alle magistrali movenze facciali, l’Eredità Perduta è un mostro, un mostro di rara bellezza, che impressiona praticamente sempre, tanto da toccare picchi di eccellenza per almeno un paio di occasioni. Eccellenza che non avevamo mai visto fino ad ora, sia chiaro, con le sue animazioni, i suoi giochi di luce ed un dettaglio da bava alla bocca. L’ambientazione mette in piedi scorci memorabili, anche se c’è meno varietà rispetto al quarto episodio.
I difetti si contano sulle dita di una mano, e molti sono riconducibili all’ovvio sapore un po’ derivativo e alla durata: di sicuro qualche ora in più non avrebbe guastato affatto, cercando di rimanere in equilibrio sull’ottimo ritmo costruito, senza diluire l’esperienza.
In conclusione, L’Eredità Perduta è il perfetto esempio di come dovrebbe proseguire il brand senza andare a scomodare Nathan Drake. Più compatto, ma comunque pregno delle atmosfere e dei dialoghi che hanno fatto la fortunata del franchise, L’Eredità Perduta è un’ottima occasione di tornare ancora una volta nel mondo di Uncharted. Ovviamente se non avete mai amato la serie, difficilmente riuscirete a cambiare idea con questo capitolo, ma in caso contrario, l’India vi aspetta. Se il tutto rimarrà nelle mani di Naughty Dog, e la qualità di altri capitoli senza Drake dovesse attestarsi su quanto visto nelle dieci ore a fianco di Chloe, siamo pronti a metterci la firma.
Raffaello Caruso