Cinema

Underwater | Recensione del film

Sul fondale della Fossa delle Marianne la stazione di trivellazione Kepler viene investita da una violentissima scossa di terremoto.

A bordo del complesso è ospitato un equipaggio del quale fa parte l’ingegnere meccanico Norah (Kristen Stewart). Il sisma danneggia irreparabilmente l’intera struttura, uccidendo parte dell’equipe e rendendo davvero arduo per i superstiti trovare una via di fuga. Guidati dal capitano Lucien (Vincent Cassel), i sopravvissuti dovranno infatti farsi strada sul fondo dell’oceano (Underwater, appunto) , sotto la costante minaccia della pressione titanica dell’acqua e di un pericolo a cui non erano preparati…

Underwater - © Twentieth Century Fox

Vincent Cassel in una scena di Underwater – © Twentieth Century Fox

Commento di Underwater

William Eubank, dopo lo spiazzante sci-fi The Signal, propone qui un’opera survival-horror a ventimila leghe sotto i mari. Le ispirazioni più evidenti accostano Underwater ad avventure subacquee come Deep Rising di Stephen Sommers e The Abyss di James Cameron. Per raccontare l’epopea dei suoi personaggi bardati da scafandri hi-tech, Eubank adotta uno stile narrativo e visivo più affine all’esperienza videoludica che a quella cinematografica. In particolare, la scansione della trama in checkpoint e la concitata apertura, immergono lo spettatore in un contesto non distante dai videogame. Sul piano della tensione il film funziona, con i pericoli aumentati dalla scarsa visibilità dell’acqua. Manca, inoltre, la spensieratezza e il calore di opere come quelle sopracitate, con un triste alleggerimento comico affidato a T.J. Miller. Una maggiore immersione nel racconto sarebbe stata facilitata da una migliore caratterizzazione dei personaggi; dal cast presente , infatti, si poteva ottenere di più (oltre ai già citati si segnalano Jessica HenwickJohn Gallagher Jr. Mamoudou Athie). I comprimari sono del tutto privi di personalità ed è impalpabile l’apporto di ciascuno al film.

Underwater  Scena del film- © Twentieth Century Fox
T.J. Miller in una scena di Underwater – © Twentieth Century Fox

La prova di Kristen Stewart

Gran parte degli sforzi riguardano la Norah di Kristen Stewart, elaborata sulle caratteristiche della Ellen Ripley di Alien (immortale ruolo di Sigourney Weaver), sia per gli ambienti non dissimili da un’astronave che per il vestiario succinto. Il look, inoltre, ne esalta il lato più androgino, disegnando un’eroina marziale in grado di affrontare ogni pericolo (anche se, con occhiali e capelli rasati sembra la sorella di Tredici Pietro). Pur sforzandosi, tuttavia, la Stewart non riesce a dare spessore al suo personaggio, segnato da abbozzati conflitti sentimentali e da reazioni non convincenti di fronte a scene da incubo.

Con Underwater Eubank compone un film ad alto budget dall’animo di B-movie, ben confezionato, ma condito da esili speculazioni complottiste contro un capitalismo sempre più riprovevole. Stonano decisamente, infatti, le riflessioni spicciole sulla distruzione del delicato ecosistema dei fondali oceanici a causa della sete di nuove risorse. La multinazionale Tian, proprietaria della Kepler, inoltre, appare come una potenza spregiudicata e apparentemente assente, in sottofondo come la Weyland Enterprise della saga di Alien. Anche in The Signal i protagonisti dubitavano di una misteriosa autorità, sebbene qui, nello svelare l’arcano, si perda il senso della misura pur di stupire lo spettatore. Underwater si presenta come un survival movie ben confezionato e dal notevole sforzo produttivo, sebbene privo del respiro vitale per emergere dagli abissi della banalità.

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