Unfriended è un film del 2014 che cambia completamente il concetto di mockumentary e found footage: l’orrore, infatti, abbandona le camere a mano e si trasferisce su un MacBook Air. Internet diventa dunque la sola location del film, e le webcam dei protagonisti le uniche “macchine da presa”.
Un genere, questo, che prende sempre più piede nell’immaginario horror, se pensiamo a titoli come Paranormal Activity, ma che nel caso specifico di Unfriended ha ricevuto parecchie critiche positive, aprendo uno spiraglio verso una nuova concezione cinematografica.
Unfriended, dalle case infestate… ai social network
È il 12 aprile 2014, siamo in California, precisamente all’interno del computer di Blaire, la protagonista della storia, che si riunisce su Skype con il fidanzato e quattro amici per una videocall. Una data particolare, visto che solo un anno prima la loro amica Laura si è tolta la vita a causa di un video diffuso su internet senza il suo consenso.
Ma lo sappiamo bene: una volta che qualcosa approda su internet, toglierla definitivamente è impossibile. E lo sa bene anche Laura, la quale ha deciso di infestare per sempre la rete e dare una lezione a quelli che credeva suoi amici, proprio un anno dopo la sua morte.
Temi e tecnologie attualissime stanno alla base di Unfriended, che è entrato di diritto nei manuali di storia del cinema grazie alla forte componente innovativa con cui è realizzato. La regia, infatti, non si compone altro che di una lunga registrazione dello schermo di un computer. Per far sì che i personaggi interagissero tra loro, sono stati creati ad hoc degli account sui vari social network (alcuni dei quali sono ancora attivi), che sono gestiti dagli attori man mano che la sceneggiatura procede.
La scrittura si è dunque plasmata sul nuovo medium di internet, ormai quotidiano sia con i suoi pro che con i suoi contro. E lo spettatore non può far altro che assistere in silenzio e inerme agli eventi, proprio come i protagonisti… proprio come se fosse a sua volta un protagonista.
Un nuovo modo di fare cinema
Unfriended si rivela essere, oltre la coltre horror e paranormale, un’ottima riflessione sul mezzo mediale di internet e sui pericoli della rete, più evidenti e subdoli di quanto si creda. Darvi in pasto del materiale corrisponde letteralmente ad immergersi senza protezione alcuna in una vasca di squali affamati.
Se infatti da una parte i social network hanno avvicinato le persone, dall’altra hanno contribuito ad esporle e renderle vulnerabili, anche nei punti più deboli.
Ma tuttavia il film non vuole demonizzare internet, che è comunque un mezzo potentissimo e dalla mille risorse che ha permesso proprio la realizzazione dell’opera, dando il via ad un nuovo modo di concepire il cinema. Una soluzione che può rivelarsi molto utile specialmente in periodi come quello attuale, che impediscono la presenza di un’intera troupe su un set fisico.
Le potenzialità di internet sono infinite e se utilizzate al meglio possono dar vita a prodotti geniali ed innovativi… stando però sempre attenti a dove si naviga.
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