L’Unione Europea definisce la Repubblica Ungherese di Viktor Orbán una “autocrazia elettorale”. Il motivo della tensione nei confronti dell’Ungheria, per il Parlamento Europeo risiede nel fatto che rappresenti una minaccia ai valori sui quali si fonda l’Unione stessa. La questione ha toccato anche l’Italia. Meloni e Salvini votano contro al testo non legislativo approvato dall’UE ma per l’Europa, ormai l’Ungheria non è più democratica.

L’UE vota: l’Ungheria non è più democratica

I dissapori tra democrazie occidentali ed est-europee continuano. Molti equilibri sono stati scossi da quando la Russia ha avviato “l’operazione speciale” nei confronti dell’Ucraina, trasformatasi in breve tempo in una guerra contro l’occidente. Nel mirino dell’UE non c’è soltanto la Russia. Stavolta l’Ungheria è al centro dell’attenzione.

La Repubblica Ungherese, amministrata dal primo ministro Viktor Orbán, ha trovato contrari alla “mozione di sfiducia” dell’UE soltanto Fratelli d’Italia e Lega. Il parlamento europeo accusa il primo ministro ungherese di minare i valori europei con “tentativi deliberati e sistematici. La richiesta dell’UE è quella di avanzare contro il governo ungherese sguainando l’articolo 7. A presentare la relazione in parlamento è stata Judith Sargentini. L’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea, consente,su proposta del Parlamento o della Commissione, una constatazione della violazione dell’articolo 2 della quale Viktor Orbán sarebbe responsabile.

L’articolo 2 del TUE recita: “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini“.

A votare a favore del testo e contestualmente all’accusa relativa al mancato rispetto dell’articolo 7 sono stati in 433. Contrari, compresi FDI e Lega 123 e 28 gli astenuti.

Perché l’Ungheria non è più democratica

Viktor Orbán si è espresso più volte contrario alle sanzioni emanate dall’UE contro la Russia. Secondo il primo ministro ungherese l’Europa si sarebbe “sparata nei polmoni da sola”. Affermazioni che non pongono l’Ungheria in un rapporto di vicinanza a Vladimir Putin, ma che indubbiamente dimostrano la contrarietà ai provvedimenti attuati dall’UE nei confronti della Russia. Secondo il primo ministro, sarebbe inoltre una perdita di tempo porre un tetto al prezzo del gas e sarebbe meglio eliminare definitivamente le sanzioni.

La questione principale che ha posto l’Ungheria in una situazione scomoda d’innanzi all’UE, è stata l’ultima tornata elettorale che ha visto Viktor Orbán nuovamente vittorioso. È la quarta volta per il presidente. L’UE lo accusa di aver instaurato un tipo di democrazia auto-eletta col favore delle elezioni pubbliche, che risulterebbero in questo caso pilotate; o alle urne o psicologicamente nei confronti dei cittadini ungheresi.

L’UE si sgretola?

Per Giorgia Meloni si tratta di una regolare vittoria elettorale che legittima Viktor Orbán, anche se per la quarta volta consecutiva, a capeggiare il governo. L’UE, forse tenta di evitare che si replichi in uno dei paesi dell’Unione quanto accaduto in Russia, dove il presidente Vladimir Putin rimarrà in carica fino al 2036.

Il rapporto dell’euro parlamentare Judith Sargentini, potrebbe portare all’apertura di un impeachment nei confronti di Viktor Orbán? È ancora presto per dirlo. Ma la mozione suscita qualche perplessità. L’UE, in difficoltà riguardo al rapporto con gli stati membri, teme forse che la coesione sulle decisioni vada sgretolandosi. Se i governi dei paesi che si trovano davanti alle elezioni, come anche l’Italia il 25 settembre, fossero favorevoli a un tipo di politica di linea non comune con gli altri stati membri, una crisi dell’UE è inevitabile.

La rielezione di Viktor Orbán ha dato fuoco alle polveri?