Dei quattro tornei del Grande Slam l’unico che si è giocato e che forse si giocherà nel 2020 è stato l’Australian Open. L’emergenza Coronavirus prima ha costretto a sospendere il Roland Garros, per poi riuscire a fare ciò che solo le due guerre mondiali erano riuscite a fare, cancellare Wimbledon. Se all’All England Club hanno deciso di dare appuntamento agli appassionati direttamente al 2021, a Parigi e a New York il discorso è ancora aperto. Aperto ma neanche troppo, però. Gli US Open sono davvero a rischio?
US Open: Cosa dice l’USTA?
La United States Tennis Assotiation sta monitorando attentamente la situazione, non si sbilancia troppo nelle previsioni e non azzarda decisioni. Dopo il caso Roland Garros – che aveva fatto infuriare non poco la federazione americana – si cerca di essere più il più cauti possibile. E proprio questa sembra essere la linea seguita dall’USTA, che tramite il suo portavoce Chris Widmaier ha fatto sapere che non ci sono certezze. Tutto ancora può essere deciso, come l’eventuale spostamento degli US Open a fine anno sul campo degli Indian Wells. La possibilità di giocare nel deserto californiano di Riverside dunque per adesso è scartata ma non da escludere del tutto.
Certo, tutto dipenderà da come si evolverà la situazione dei contagi negli Stati Uniti; ad oggi però il quadro non lascia essere troppo ottimisti, anche in previsione futura. Di sicuro non sono particolarmente piene di ottimismo le parole dei diretti interessati, i giocatori. La campionessa in carica di Wimbledon, Simona Halep, è intervenuta qualche giorno fa al vodcast di Eurosport “Tennis Legend”, esprimendo i suoi dubbi sul fatto che verranno rispettati gli eventi calendarizzati, tra cui proprio gli US Open.
Sulla stessa linea della rumena è Janko Tipsarevic, che in un’intervista a Sport Klub ha definito gli US Open come “un grande punto interrogativo”. L’ex tennista serbo ha inoltre fatto notare che se un giocatore dovesse contrarre il virus durante lo svolgimento del torneo, si creerebbe un enorme scandalo. E dato che di scandali l’USTA ne sta gestendo anche troppi (vedasi quello recente di abusi sessuali), sceglie la via della cautela. Teoricamente lo Slam statunitense è lì, confermato come da programma, ma, anche leggendo tra le righe dei comunicati della federazione, traspare del pessimismo.
“Alla luce delle raccomandazioni del Comitato consultivo Usta che si occupa del COVID-19, l’USTA crede che è nell’interesse della società prendere una pausa collettiva dal praticare lo sport che amiamo. Sebbene non ci siano specifici studi su tennis e COVID-19, i medici credono ci sia la possibilità che il virus responsabile del COVID-19 possa trasmettersi tramite lo scambio delle palline, le maniglie, le panchine, la rete e anche attraverso la superficie di gioco. Come risultato di ciò, l’USTA chiede di pazientare per il ritorno in campo e di considerare come le nostre decisioni non riguardano solo noi stessi, ma possono avere un impatto sulle nostre comunità.”
Non proprio parole rassicuranti per gli amanti del tennis. Tuttavia, di nuovo, resta il fatto che gli US Open sono al momento confermati nel calendario stagionale, in attesa di nuovi comunicati da parte dell’USTA.