USA, l’amministrazione del presidente Joe Biden, fa causa al Texas per la legge che vieta l’aborto dopo 6 settimane, lo fa sapere il ministro della giustizia, Merrick Garland. Il presidente Biden nei giorni scorsi aveva definito la norma anticostituzionale.

L’amministazione Biden fa causa al Texas per la legge che vieta l’aborto: “È anticostituzionale”

L’amministrazione Biden fa causa al Texas per la sua controversa legge che vieta l’aborto dalla sesta settimana, senza eccezioni neppure in caso di stupro o incesto. Lo ha annunciato il ministro della giustizia Merrick Garland, denunciando come il provvedimento violi le legge federali ed è sia “chiaramente anticostituzionale”.

Il presidente Joe Biden già nei giorni scorsi aveva attaccato la legge definendola “estrema”, spiegando che “viola palesemente i diritti delle donne” e “danneggia in maniera significativa” l’accesso di queste ultime alle cure mediche. Biden ha assicurato che il diritto all’aborto, “stabilito quasi cinquant’anni fa”, sarà’ difeso e protetto da quella che ha definito come la “legge radicale entrata in vigore in Texas“. 

La norma in questione, la “Heartbeat Act” è stata firmata lo scorso maggio dal governatore repubblicano Greg Abbott. La legge nota anche come SB8, vieta l’interruzione volontaria di gravidanza dal momento in cui i medici possono percepire l‘attività cardiaca dell’embrione, ovvero attorno la sesta settimana.

Secondo i sostenitori del diritto all’aborto è la legge più restrittiva d’America, in quanto sono pochissime le donne che si accorgono di essere in stato di gravidanza prima della sesta settimana, soprattutto quando si tratta di gravidanze indesiderate, questo a conferma di come il Texas (a guida repubblicana), sia uno dei territori più conservativi del Paese.L’unica eccezione prevista dal provvedimento texano, formulato in modo da evitare i blocchi legali disposti dai tribunali in altri Stati conservatori è il pericolo per la salute della donna.

La Corte suprema non si pronuncia

La decisione sulla legge sull’aborto, era stata presa grazie alla maggioranza di cinque giudici conservatori, dei quali tre erano stati nominati dall’ex presidente Donald Trump mentre il capo della Corte, il conservatore moderato John Robert, si era invece espresso in opposizione, assieme ai tre magistrati progressisti. 

tribunali hanno impedito ad altri Stati di imporre restrizioni simili, ma la legge texana differisce in modo significativo perché lascia l’applicazione ai privati cittadini attraverso cause civili, anziché ai pubblici ministeri.

La settimana scorsa la Corte Suprema degli Stati Uniti, aveva esaminato le legge. Molto divisa, con quattro dei suoi nove giudici contrari alla decisione, non si era pronunciata sulla sua costituzionalità, ma aveva invocato “questioni di procedura complesse e nuove”.

Non bloccando la legge, la Corte Suprema ha aperto la strada al possibile rovesciamento della storica sentenza “Roe contro Wade”, che nel 1973 legalizzò l’aborto in America, secondo la quale le donne hanno il diritto di interrompere la gravidanza fino alla ventiquattresima settimana.

La causa è stata depositata presso la corte federale del Texas. Si chiede a un giudice federale d’ invalidare la legge, vietandone l’applicazione e proteggendo così i diritti violati dallo Stato.