Usa: fuori Tillerson, dentro Pompeo

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Di Redazione Metropolitan

Usa: ancora un cambio al vertice nella squadra di governo del presidente Trump. Fuori il Segretario di Stato Rex Tillerson, rimpiazzato da Mike Pompeo, direttore della Cia. E un effetto valanga su altre nomine. 

Segretario di Stato Usa: Tillerson e Pompeo
L’ex e il nuovo Segretario di Stato Usa: Tillerson e Pompeo credits: livetradingnews.com

Ennesimo terremoto per il governo Usa. La Casa Bianca rinnova il suo staff. Ancora una volta. Il presidente Donald Trump ha cacciato il segretario di Stato, Rex Tillerson.

La decisione è stata confermata alla maniera preferita da The Donald. Con un tweet, nel quale ha scritto: “Ho deciso da solo, non eravamo d’accordo su varie cose, come l’Iran”.

Usa tweet di Trump su Tillerson
Il tweet di Trump che conferma la cacciata di Tillerson

Al posto di Pompeo, alla Cia arriva Gina Haspel, prima donna a ricoprire la massima posizione nell’agenzia. Ma anche personaggio già implicato in casi di torture nei confronti di due prigionieri sospettati di terrorismo. Ma questo cambio non è il solo. John McEntee, molto vicino al presidente, è stato allontanato dalla Casa Bianca perché sotto indagine per gravi reati finanziari. Reati che nulla hanno a che vedere con il presidente Trump ma che gli impediranno quasi sicuramente di proseguire il suo ruolo di assistente personale di The Donald.

Usa: perché Trump ha licenziato Tillerson

Dunque nuovo rimescolamento delle carte nel governo Usa. Certo non una novità per la Casa Bianca targata Trump. Quella di The Donald è infatti una reggenza burrascosa e con pochi rinnovi di contratto. Ironia a parte, ci sono effettivamente dei motivi che hanno spinto il Presidente Usa a rimuovere il suo Segretario di Stato, carica che corrisponde al nostro “ministro degli Esteri”, Rex Tillerson, e lo ha sostituito con l’attuale direttore della Cia, Mike Pompeo.

Trump voleva una linea più dura sulla Corea, Tillerson no. Trump non vedeva l’ora di uscire dagli accordi di Parigi, Tillerson era contrario alla decisione. Inoltre, ci sarebbe stato più di qualche screzio tra i due. Uno, piuttosto accesso, lo ha raccontato la Nbc lo scorso dicembre. Tillerson avrebbe dato dell’imbecille a Trump, che non l’avrebbe presa bene. Dunque, un addio annunciato: secondo il Washington Post, infatti, la decisione sarebbe arrivata già venerdì scorso, costringendo il segretario di Stato ad accorciare improvvisamente il suo viaggio in Africa.

E così, dopo i primi mesi di mandato turbolenti, dopo il Russiagate e gli addii annessi, si è innescato un domino di nuove nomine. Una linea, quella del rinnovo del suo staff e dei suoi massimi collaboratori, che sembra ormai una delle armi preferite da Trump per imporre la sua linea. In una guerra fredda tutta sua e tutta interna agli Usa.

Federica Macchia