Valentina Iosco, in arte IoeDante, è una studentessa senese di linguistica storica. Come dichiara nella sua biografia su Instagram, le piace parlare di Dante e divulga l’etimologia di molte parole della nostra meravigliosa lingua; ci parla di libri e letteratura in modo leggero, delicato e innovativo.
I contenuti che Valentina pubblica ogni settimana, riguardano tre rubriche: “Dante in versi” che consiste in un lento commento ai canti della Commedia, concentrandosi su una terzina alla volta; “Costruire una lingua” rubrica dedicata alla storia della lingua italiana, scoprendo i suoi cambiamenti e trasformazione avvenuti nel tempo, riguarda anche parole di origine araba, olandese, greca o latina; “Parole ritrovate” dedicata alle parole che invecchiano, a poco diffuse o dimenticate e che ritrova leggendo e studiando.
Valentica Iosco: intervista alla giovane divulgatrice
MM: Da quanto tempo ti appassiona Dante?
Valentina Iosco: La passione per Dante è nata qualche anno dopo il nostro primo incontro al liceo. Ricordo come allora mi sembrasse un autore troppo difficile da capire. In poche parole, non mi sentivo all’altezza. Sapevo però che Dante aveva qualcosa di importante da dirmi e per questo mi sono fatta la promessa di recuperarne la lettura e lo studio. Così è stato negli anni universitari. Sono stati fondamentali i professori che con passione e incredibile preparazione spiegavano Dante e le sue opere a lezione. Fondamentale è stato anche il fatto di ritrovarmi davanti al testo dantesco con la sola voglia di leggere, senza la pretesa di cogliere tutto.
MM: Come è nato il progetto IoeDante?
Valentina Iosco: IoeDante è nato a maggio 2020. La pandemia ci costringeva a seguire le lezioni universitarie da casa. In quel semestre in particolare stavo seguendo il corso di Storia della lingua italiana tenuto dalla prof.ssa Giovanna Frosini e il programma era dedicato interamente al Purgatorio. Mi emozionavo leggendo alcune terzine e scoprendo meglio le storie dei personaggi purgatoriali. Credo che studiare proprio in quel momento questa cantica, la più umana di tutte, mi abbia fatto capire quanto fosse importante condividere qualcosa con gli altri. Ho realizzato che, come facevano emozionare me, quelle stesse cose potevano far emozionare gli altri e ho deciso così di aprire uno spazio social su cui condividerle.
Valentina Iosco: verso Dante
MM: Perché hai scelto proprio questo nome?
Valentina Iosco: Di solito sono una persona indecisa, ma ricordo che la scelta del nome IoeDante è stata così spontanea da avermi fatto sorridere nella sua semplicità. Volevo un nome che racchiudesse l’essenza di quello spazio social: Dante e io. Un io che è Valentina, ma è anche e soprattutto chiunque altro decida di avvicinarsi (o riavvicinarsi) a Dante.
MM: Che percorso di studi hai intrapreso?
Valentina Iosco: Dopo il liceo classico, mi sono iscritta alla triennale in Mediazione linguistica e culturale: oltre a studiare tedesco e giapponese, ho potuto inserire nel piano di studi materie di ambito storico-linguistico e lessicografico e fare un’esperienza di tirocinio all’estero presso un importante dizionario etimologico, il Lessico Etimologico Italiano. Grazie a tutto questo ho capito quali fossero le mie passioni e mi sono iscritta alla magistrale in Filologia moderna, laureandomi con una tesi sull’analisi storico-linguistica di Donne ch’avete intelletto d’Amore. Da ottobre 2021 sto svolgendo un dottorato di ricerca in Linguistica Storica e mi occupo in particolare del lessico del cibo redigendo voci per l’Atlante della Lingua e dei Testi della Cultura Gastronomica dall’età medievale all’Unità d’Italia.
IoeDante: i social network
MM: Divulgare e trasmettere la tua passione mediante Instagram, è stata un’impresa ardua?
Valentina Iosco: Una cosa è certa: da quando esiste IoeDante ho imparato a cambiare forma. I contenuti dell’inizio erano molto diversi da quelli di oggi. I cambiamenti più grande sono stati quelli di creare delle rubriche e di iniziare a mostrare il volto. In quel momento le persone hanno capito ancora più quanto questo progetto fosse importante per me, ma soprattutto è come se si fosse stabilito un legame più diretto. Al momento l’impresa più ardua è quella di trovare il tempo da dedicare alla creazione di contenuti. Infatti, ai video continuo ad affiancare dei post scritti, in particolar modo nei periodi per me più densi di impegni. Non potrei rinunciare alla mia pagina e così, pur di continuare a trasmettere qualcosa di bello, scrivo agli orari più improbabili, soprattutto mentre sono in treno.
MM: Nel tuo percorso, hai un preciso obiettivo al quale punti?
Valentina Iosco: Quello accademico non è un percorso facile e sono ben consapevole di tutti i sacrifici che richiede. Al momento sono solo all’inizio, ma l’idea di coniugare didattica e ricerca è per me un vero e proprio sogno. Per quanto riguarda il mio percorso divulgativo vorrei continuare a curare la pagina IoeDante, ma anche fare qualcosa di concreto, come andare a parlare con i ragazzi nelle scuole di Dante e di università.
MM: Un progetto futuro?
Valentina Iosco: A gennaio, quando avrò portato a termine i miei tre mesi di tirocinio all’Opera del Vocabolario Italiano, che ha sede presso l’Accademia della Crusca, partirò alla volta della Germania. Passerò un anno intero al Lessico Etimologico Italiano, il dizionario etimologico grazie al quale qualche anno fa mi sono avvicinata per la prima volta al mondo della lessicografia.
Su Dante
MM: Ci racconti una curiosità sul Sommo?
Valentina Iosco: Avete presente il Battistero di San Giovanni a Firenze? Oggi non c’è più la vasca centrale per i battesimi, che si lega a un episodio citato da Dante nel canto XIX dell’Inferno. La premessa da fare è che il battesimo dei bambini veniva fatto immergendoli completamente nell’acqua. Dante (che da piccolo era stato battezzato proprio lì) racconta che una volta un bambino era scivolato sott’acqua rischiando di annegare. Per fortuna si trovava lì vicino e sarebbe riuscito a salvarlo, sbeccando però uno dei marmi (o pezzi di pietra) del fonte battesimale:
Non mi parean men ampi né maggiori
che que’ che son nel mio bel San Giovanni,
fatti per loco d’i battezzatori;
l’un de li quali, ancor non è molt’anni,
rupp’io per un che dentro v’annegava.
MM: Ci parli della cantica o dell’opera che ti sta più a cuore?
Valentina Iosco: Non posso non pensare alla Vita Nuova, l’opera in cui tutto realmente inizia. Qui viene ricostruita la storia d’amore con Bice da quando i due erano bambini. Si conosce un Dante innamorato, spesso triste e che si trova a gestire grandi sentimenti come l’amore, il dolore, perfino il lutto. Settecento anni fa, Dante parla di una donna che negli occhi porta l’Amore, che fa tremare il cuore, che fa nascere dolcezza e pensieri umili nei cuori di chi la ascolta. Mi sta a cuore questo testo, che si conclude con una promessa meravigliosa da mantenere: dire di Beatrice quello che mai fu detto di alcuna altra donna.
Valentina Iosco: opinioni e suggerimenti
MM: Un’edizione della Commedia che consiglieresti a chi vuole avvicinarsi alla sua figura?
Valentina Iosco: Consiglierei l’edizione di Mondadori con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi. Si tratta di un’edizione che accompagna il lettore verso una comprensione profonda e ragionata dell’opera. Oltre a spiegare il testo dantesco e a dare fondamentali coordinate storiche, non viene nemmeno lasciato da parte l’aspetto storico linguistico.
MM: Credi che nei percorsi della scuola dell’obbligo, la storia, la vita e le opere dantesche vengano affrontate nel modo più appropriato?
Valentina Iosco: L’unica cosa che vorrei sparisse, se ancora esiste, è quella di presentare Dante come un mostro sacro e inarrivabile. È bene essere consapevoli che si ha di fronte un autore complesso, ma non per questo si dovrebbero spaventare gli studenti. La bravura di tanti docenti sta proprio nella loro capacità di accorciare le distanze, non di aumentarle.
IoeDante: progetti futuri
MM: Quale è per te il fattore più importante che ha definito la grandezza del poeta?
Valentina Iosco: La grandezza di Dante è quella di aver descritto l’universo usando sempre la parola giusta.
MM: Un’eredità che lui oggi ci ha lasciato?
Valentina Iosco: Da studiosa di linguistica storica non posso non pensare all’eredità più preziosa e più vicina a noi. Mi riferisco alle parole che Dante ci ha lasciato. Spesso non ce ne rendiamo conto ma molte dei vocaboli (es. quisquilia) e delle espressioni (es. stai fresco) che usiamo le dobbiamo proprio a lui.
MM: Cosa auguri al progetto IoeDante per il prossimo futuro?
Valentina Iosco: Auguro a IoeDante di continuare su questa strada. Quello che conta per me è continuare a condividere la bellezza di Dante con i lettori di qualsiasi età e di qualsiasi parte del mondo, con i lettori già appassionati e con quelli che prima trovano Dante un po’ difficile (a volte persino antipatico), poi cambiano idea.
Martina Puzone
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