Due velisti scomparsi nell’Atlantico di ritorno a La Spezia: uno è italiano

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Di Redazione Metropolitan

Due velisti, di cui uno italiano, sono scomparsi nell’Oceano Atlantico mentre facevano ritorno a La Spezia per riportare la barca dai Caraibi. Ripartiti dalle Azzorre dopo diverse miglia è stato lanciato il segnale di allarme.

Sono ore di ansia e apprensione per i due velisti Aldo Revello e Antonio Voinea, due velisti scomparsi nell’Oceano Atlantico a bordo della loro barca a vela. Revello e Voinea, rispettivamente italiano di 53 anni che ormai da tempo faceva lo skipper di professione e il suo amico romeno, anche lui marinaio, sono scomparsi il 2 Maggio scorso dopo essere ripartiti dalle Azzorre, dove avevano fatto una breve sosta, con destinazione La Spezia.

I due velisti si trovavano a bordo di una barca a vela di 14 metri, un Beneteau Oceanis Clipper 473 sul quale l’esperto spezzino Aldo Revello aveva a lungo girato per i Caraibi.

Alle 13.30 di mercoledì scorso è stato emesso un unico segnale Sos attivato tramite EPIRB – ha raccontato la moglie di Revello, Rosa Cilano, al Corriere – non sappiamo se sia stato azionato manualmente o se sia partito a contatto con l’acqua. E’ la prima volta che succede: mio marito è un grande marinaio, naviga da 20 anni per mestiere ma ha cominciato a 18“.

Partite subito le ricerche: la Farnesina è in costante contatto con i familiari e le autorità

Una nave della Marina Militare, un aereo C-295 dell’Aeronautica Militare, due navi mercantili e un peschereccio sono subito stati inviati sull’ultima posizione conosciuta e da dove è stato lanciato l’allarme per condurre le prime ricerche.

Subito sono state allertate le autorità affinché intervenissero nella zona e anche la Farnesina è in stretto contatto con le famiglie dei due velisti e con la Guardia Costiera: si stanno dando un gran da fare, al momento sono impegnate 7 navi più un elicottero e un aereo; tutte unità delle autorità portoghesi, che gestiscono in autonomia le ricerche – ha spiegato la moglie di Revello -. Mi auguro che continuino senza sosta: nella peggiore delle ipotesi, cioè se per assurdo l’imbarcazione fosse affondata per le onde, sono sicura al 100% che entrambi si trovano sulla zattera di salvataggio che è a bordo, mio marito è uno che non molla“.

Per ora non si sa bene cosa sia successo. Le ultime comunicazioni con l’equipaggio erano confortanti e non lasciavano trasparire alcun problema. L’imbarcazione stava navigando con un passo sostenuto grazie un buon vento e previsioni meteorologiche positive.

Revello e Voinea avevano dato loro notizie il giorno prima della scomparsa con una messaggio inviato dal telefono satellitare di bordo

«Che giornate meravigliose. Il Bright – il nome dato alla barca a vela – corre sereno senza sforzo oggi al gran lasco e macina miglia buone -. Da Faja ne abbiamo fatte in linea d’aria 420, molte di più sul mare a causa dei lunghi bordi dei giorni scorsi. I delfini arrivano anche 3 volte al giorno a giocare a prua e stiamo bene. La sera freschetto. L’oceano è uno spettacolo infinito in infinito movimento. Ci corriamo sopra con tutto: barca, cuore, sguardo e parola. Da un lato è routine, una manovra e poi si cucina, si dorme, si legge e si chiacchiera. Dall’altra è stupore, sogno e meraviglia. Credo sia vita intensa, esperienza grandiosa. Si, me la sto godendo. Senza pressione e stress. Ore e giorni nel vento: provate anche voi. Ciao».

Trovati alcuni resti riconducibili all’imbarcazione dei due velisti scomparsi

Dopo interminabili ore di ricerca, verso le 23:45 italiane di ieri sono stati rinvenuti alcuni resti riconducibili all’imbarcazione. Tra questi alcuni giubbotti salvagente, scatole e serbatoi ma nessuna traccia dei due uomini. Gli oggetti rinvenuti, però, potrebbero essere stati trasportati dalle forti correnti oceaniche e non costituiscono dunque un limite alla zona di ricerca.

Nessuna traccia, invece, della zattera di salvataggio presente sulla barca e dalla quale potrebbe essere partito automaticamente il segnale di allarme.

I resti della barca? L’importante è che non smettano di cercare – ha commentato la moglie di Revello -. Al momento non ho l’impressione che chiuderanno le attività, stanno lavorando duro. Io spero ancora. Stare là mi consentirebbe di continuare a fare pressioni perché non rinuncino alle ricerche. Spero ancora perché la Farnesina mi ha spiegato che non si tratta di informazioni confermate quelle che parlano del ritrovamento di resti della barca”.

Se i fatti sono andati come si pensa, quindi che l’imbarcazione abbia avuto qualche guasto e magari sia affondata, forte è la speranza che il suo equipaggio si sia rifugiato sulla zattera di salvataggio, un equipaggiamento altamente sicuro e che consentirebbe ai naufraghi di sopravvivere sino all’arrivo dei soccorsi.

Di Lorenzo Maria Lucarelli