Veloce come il vento: la determinazione a non mollare mai

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Di Redazione Metropolitan

In onda questa sera alle 21:10 su Rai Movie, il film Veloce come il vento, di Matteo Rovere e con Stefano Accorsi e Matilde De Angelis, si presenta con sei David di Donatello in tasca e una storia di riscatto da raccontare.

Veloce come il vento: il riscatto dai propri errori

Dopo Gomorra di Matteo Garrone, è la volta dell’altro Matteo di stupire i palati dei cinefili che questa sera si siederanno sul divano a guardare la tv. In un filone quasi ideale, che ci porterà – si spera -, alla tanto agognata cerimonia dei David di Donatello del prossimo 8 maggio, Veloce come il vento è un ottimo simbolo dell’Italia che vince.

Matilde de Angelis e Stefano Accorsi in una scena del film

Diretto dal regista romano, che correrà ai David di quest’anno con la sua ultima fatica, Il primo Re, Veloce come il vento è incentrato sul rapporto fratello-sorella e le aspettative che il primo versa sull’altra. Loris (interpretato da Stefano Accorsi), è un fratello tossicodipendente e frustrato per non aver concretizzato i suoi sogni di pilota. Frustrazioni che sono riversate tutte su Giulia (Matilda De Angelis), che tuttavia saprà dimostrare il suo valore, anche a costo di qualcosa di molto importante…

Uno scontro generazionale e la scoperta dei valori perduti

Prima che un film ispirato alla vita di un grande campione come Carlo Capone (due volte campione d’Europa negli anni ’80, dotato tanto di grande talento quanto di un carattere a dir poco particolare), Veloce come il vento mette in luce un autentico scontro generazionale. Infatti, tra Loris e la sorella vi corre un’ intera generazione, fatta di piloti passati che Giulia non potrà mai ricordare come, viceversa, Loris non potrà conoscere quelli della generazione della sorella. Ma più di tutto, è la riscoperta di valori come la solidarietà e, soprattutto, il ritorno al nido familiare, che ora più che mai sembrano azzeccati.

Non sembra casuale, infatti, il richiamo alla letteratura pascoliana, elaborata dal poeta romagnolo dopo la morte della madre e il ricongiungimento dalla sorella Mariù. Seguendo sempre questo filone letterario, si evince l’attaccamento che Loris ha nei confronti dei fratelli, in particolare dopo la morte del padre. E toccherà proprio a lui divenire il capofamiglia e vestire i panni di una situazione che, se nel corso degli anni non ha mai voluto accettare, rifugiandosi nella droga, ora più che mai vuole vestire con determinazione, dando alla sorella quello che lui non ha mai potuto essere.

E sarà proprio questa la chiave del successo e del riscatto di Loris verso una vita serena e lontana da ciò che lui aveva abbandonato, pensando di non poterne fare più parte. Un riscatto che, ora più che mai, si rende necessario, nella speranza che tutto finisca presto. E in fretta. Intanto, gustiamoci questa “quarantena cinefila”.

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