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Ottobre 30, 2024, mercoledì

Venezia 81: la conferenza stampa di “Campo di battaglia” di Gianni Amelio

Si è tenuta, a Venezia 81, la conferenza stampa di Campo di battaglia, la nuova fatica di Gianni Amelio, in concorso alla mostra del cinema. Film storico ambientato negli anni finali della seconda guerra mondiale e liberamente ispirato dal romanzo “La sfida” di Carlo Patriarca, Campo di battaglia vede nel cast Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini, Giovanni Scotti, Vince Vivenzio, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Maria Grazia Plos e Rita Bosello. Da una sceneggiatura di Gianni Amelio e Alberto Taraglio, il film è prodotto da Kavac Film (Simone Gattoni, Marco Bellocchio), Ibc Movie (Beppe Caschetto) e One Art Film (Bruno Benetti) con Rai Cinema. Per Gianni Amelio quella di quest’anno è solo l’ennesima presenza al Festival del cinema di Venezia, in un rapporto che va avanti da più di quarant’anni. Nel 1982 presenta il suo primo lungometraggio proprio al Lido, Colpire al cuore.

Nel 1992 ricopre il ruolo di membro della giuria sempre a Venezia e nel 1994 si aggiudica il premio Osella d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, oltre al Premio Pasinetti come miglior film. Ma solo nel 1998 arriva il premio più ambito: con Così ridevano vince il Leone d’oro. Torna poi al Lido nel 2004 con Le chiavi di casa, film che verrà selezionato per rappresentare l’Italia agli Oscar. Infine, nel 2006 arriva la sua ultima partecipazione alla Mostra del cinema di Venezia con La stella che non c’è, con Sergio Castellitto.

Venezia 81: Campo di Battaglia e la guerra

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La conferenza si apre con uno scrosciante applauso per il cast ma soprattutto per il maestro Gianni Amelio. E la prima domanda è proprio per lui, a cui viene chiesto che cosa è stato così urgente da raccontare in questo film. “Io ho un modo di lavorare che non è condiviso agi altri registi. Io non penso. Sento. Sento nelle viscere le cose. Non parto da un tavolino dove metto delle idee uno dopo l’altra perché le ho sentite dire o perché l’attualità parla di questo. Esattamente il contrario. Io e Alberto scriviamo anche sei, sette versioni della sceneggiatura e il film sarà ancora un altra cosa. Con me le scene cambiano anche giorno per giorno. Una volta mi capitò un fatto divertente con Jean-Louis Trintignant che era abituato a riceve le mie scene la mattina. Un giorno non gli recapitai niente perché non avevo nessuna idea. Lui si meravigliò tantissimo e mi disse, nonostante fossi al primo film e lui al sessantesimo di fare il regista, di farlo con forza e polso.

Un film di guerra senza la guerra. “Le immagini di guerra sono usurate e paradossalmente sembrano oggi irreali perché ne vediamo troppe. Le immagini di morte vengono consumate in situazioni che non sono quelle della sala. La sala è un tempio, il tempo della goduria del cinema. Quando si entra in sala si entra stando attenti a ricevere delle emozioni. Invece a casa si fanno tante altre cose mentre si guarda la televisione, e intanto arrivano immagini e suoni di guerra. Questo provoca assuefazione terribile al concetto stesso di guerra. Subiamo le emozioni invece di parteciparle. Questo film non va visto in televisione ma nella sala.

Venezia 81: Campo di Battaglia, lavoro di riscrittura

Una domanda per gli attori. Amelio ripete quanto gli piaccia dirigere gli attori. Come avete costruito i personaggi? Risponde Alessandro Borghi per primo. “Io parto dicendo che non ho conosciuto nessuno come Gianni Amelio. é stato la benzina di tutto il processo creativo. Abbiamo iniziato a parlare del film un anno e mezzo prima. Ti diceva cosa ne pensi se?… ti responsabilizza e ti rende parte della scelta. Questa cosa è continuata anche sul set. Se viene fatto un buon lavoro prima, dover poi cambiare lievemente la direzione ti permette di scoprire tante cose. Il film è figlio di questa improvvisazione e dell’entusiasmo di Gianni. Un modo di fare cinema che si è totalmente perso, slegato da numeri, pareri, problemi.

Continua poi Gabriel Montesi, che si lascia andare ad un emozione commossa e commovente. “Per me è un emozione grandissima essere qui. Soprattutto Gianni Amelio è una grandissima persona e mi ha insegnato tanto. Mi ha fatto capire cosa sia un inquadratura che per un attore è una cosa fondamentale, anche se la si da per scontata. Agire come attori è anche saper leggere i registi e i colleghi. È  un lavoro che ti salva se lavori insieme, se scarti e ti adatti. Ci ritroviamo questo film perché siamo stati sempre in movimento. è stata un esperienza formidabile e sono fortunato ad essere qui.

Federica (Rosellini) il tuo personaggio ci racconta una presa di coscienza. Il personaggio che più cambia. Come hai lavorato? “Questo è un film che ha due elementi naturali preponderanti: ghiaccio e fuoco. E, proprio come il film e i suoi personaggi, questi elementi ribolliscono. I personaggi scappano da qualcosa, soprattutto Anna ed è la cosa che mi ha affascinato di lei. Mi sono evoluta con lei.

Segue una domanda per Alessandro Borghi. Questo è un film sulla guerra che racconta il senso di responsabilità di essere cittadino. Ci racconti il personaggio dal tuo punto di vista? “È stato un processo lungo anche di scoperta stessa del personaggio. Ma anche giorno per giorno, scoprivo sempre sfumature nuove. C’è una tematica in particolare che mi sta a cuore, la relatività del giusto e dello sbagliato. Il mio personaggio viene presentato come il buono ma alla fine del film non sai se lo sia veramente. Ed è questa la capacità del cinema, quella di creare empatia immediata. Il pubblico si interrogherà quindi su chi è giusto e chi è sbagliato, ma non c’è mai una risposta.

Campo di battaglia e le sfide produttive

Si chiude con una domanda ai produttori. Che sfida produttiva è stata il film? Risponde per primo Simone Gattoni di Kavac Film. “Una sfida bellissima. Gianni mi chiedeva se ce l’avremmo fatta. La ricostruzione storica è sempre una bella sfida ma il lavoro è stato meraviglioso da parte di tutti. Con Gianni è il secondo film e senza Rai Cinema sarebbe stato difficile affrontare una sfida del genere. Io credo fortemente che in quest’epoca in cui si cercano formule, avere invece la forza di sfidare e sfidarsi sia rivoluzionario ed è il bello di questo cinema.” Continua Del Brocco di Rai Cinema. “Per Rai Cinema è semplice aderire a questo tipo di film. Ormai con Gianni non pensiamo più se farlo o no, ci fidiamo ciecamente di lui. Siamo felici di essere qui con un cast strepitoso e con Gianni.

Chiude Gianni Amelio con una dichiarazione. “Io voglio bene a tutte le persone che sono sedute qua. Però in prima fila sono sedute delle persone che avrei voluto qui sopra, ma non c’è posto. Luigi, Samanta e Luan. Luigi è mio fratello, Samanta è mia figlia e Luan è mio figlio. Ho parlato di colui che dirige 01, la distribuzione di questo film e che mi sta accanto quando parliamo di sala. Samanta è una colonna di Rai cinema ma viene dal cinema fatto con me. Luan si chiama Amelio e non è solo mio figlio, ma il direttore della fotografia del film. Se gli attori hanno recitato bene è grazie alla sua luce e grazie al loro lavoro.

Alessandro Libianchi

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