Venezuela e gang criminali: interviene la polizia, 26 morti

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Di Maria Paola Pizzonia

Due giorni di guerriglia urbana a Caracas, Venezuela. Si tratterebbe di uno scontro tra gang in cui è intervenuta la polizia. Il bilancio è di 26 morti e una trentina i feriti.

Scorre il sangue per le strade di Caracas, dove uno scontro tra gang e poliziotti ha portato alla morte di 26 persone. Si tratterebbe di circa 22 tra i membri delle gang e quattro membri delle forze di sicurezza. Queste sono le persone che sono rimaste vittime nei due giorni di scontri tra polizia e bande nella parte occidentale di Caracas. La violenza nelle strade è stata inaudita. Questo è ciò che ha annunciato ieri sera il ministro degli Interni venezuelano Carmen Melendez aggiornando il bilancio delle vittime.

Venezuela e violenza tra bande, i dettagli:

Gli scontri sono iniziati mercoledì sera. La violenza urbana non ha risparmiato i civili: ha infatti mietuto vittime anche tra la popolazione dei quartieri interessati. Tuttavia il ministro non ha specificato il numero nel suo intervento televisivo e questo risulta problematico.

Sappiamo però che circa 28 persone sono rimaste ferite, tra cui 18 residenti dei quartieri in cui si sono verificati gli scontri. Questo è il massimo che siamo riusciti a sapere dal Ministro Melendez.

Le forze di Polizia impiegate a Caracas per gli scontri tra bande:

Quasi 2.500 membri delle forze di sicurezza hanno preso parte a questa operazione. Si tratta di un’operazione che ha come scopo riconquistare Cota 905. Cota 905 è un quartiere popolare di Caracas noto per la capillarità delle forze criminali al suo interno.

Dopo due giorni di sparatorie prolungate, anche con armi pesanti, venerdì le forze di sicurezza venezuelane hanno invaso i quattro ‘barrios’, o quartieri popolari, nelle mani di queste bande. Al momento i leader sono in fuga.
Sappiamo che giovedì la polizia aveva emesso avvisi di cattura nei loro confronti. Tra i mandati di cattura, anche quello verso il caso mediatico ‘El Koki‘. Su di lui una ricompensa di 500.000 dollari.

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Articolo di Maria Paola Pizzonia