Siamo nel 2020, eppure molte persone ancora restano sorprese se una donna prepara le valigie e parte da sola. “Ma come fai a trasportare le valigie?” “Ce la fai da sola?” “E se dovesse succederti qualcosa?” Le difficoltà ci sono, inutile negarlo, ma davvero una donna dovrebbe rinunciare ad un viaggio in solitaria per motivi simili?
Facciamo un salto nel passato. È il 14 novembre del 1889 quando una donna parte con l’intento di girare il mondo in meno di 80 giorni. Il suo nome è Elizabeth Jane Cochran, meglio conosciuta come Nellie Bly. È una donna, è da sola, e riesce nel suo intento. Basterebbe questa come risposta alle domande precedenti.
Chi era Nellie Bly, simbolo di emancipazione femminile
Nellie Bly (1864 – 1922) nasce in un paese della Pennsylvania. La morte del padre è probabilmente l’evento scatenante della sua forte personalità, a cui si aggiunge la violenza subita dalla madre da parte del secondo marito. Nellie crede fortemente nell’indipendenza femminile e rifiuta una società in cui donna e mura domestiche sono un tutt’uno.
All’età di 21 anni inizia la sua carriera come giornalista grazie ad una lettera scritta in risposta ad un articolo dal titolo What Girls Are Good For (A cosa servono le donne). Tra le righe di quest’articolo si sosteneva che le donne altro non dovevano fare che prendersi cura della casa e della famiglia. La sua lettera, piena di disapprovazione verso quanto letto, viene pubblicata e a Nellie viene affidata una rubrica femminile. Il patto è che si firmi con uno pseudonimo, motivo per cui oggi la conosciamo come Nellie Bly. Lo sappiamo bene: una donna giornalista, a quell’epoca, risultava scomoda.
Nellie, tuttavia, si ritrova a scrivere prevalentemente di giardinaggio e presto si rende conto che la sua passione è un’altra. Desidera piuttosto assumere il punto di vista degli oppressi, ecco perché si infiltrerà nelle fabbriche per raccontare le dure condizioni delle lavoratrici. Decide poi di cambiare aria e partire per New York, dove viene assunta dal New York World con un’importante missione: infiltrarsi in un manicomio femminile per documentare i trattamenti crudeli che si diceva fossero inflitti alle pazienti.
La sua sfida è ora quella di superare il record di Phileas Fogg, che nel romanzo Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne aveva appunto compiuto il suo giro del mondo in 80 giorni. Nellie vuole mettersi alla prova: nessuno avrebbe riposto fiducia in una donna per un’impresa del genere.
Il viaggio per il mondo di Nellie Bly, un esempio per tutte le donne
L’editore del New York World, Joseph Pulitzer, inizialmente è titubante ma poi accetta la sfida e insieme a Nellie ne parla con il direttore del giornale. La sua risposta era prevedibile:
È impossibile che tu riesca […] Innanzitutto sei una donna e avresti bisogno di un protettore, e anche se avessi la possibilità di viaggiare da sola porteresti con te così tanti bagagli che ti impedirebbero di fare cambi rapidi. In più, conosci soltanto l’inglese, è inutile parlarne; soltanto un uomo può farlo.
Ma Nellie di bagagli ne porta soltanto uno e parte il giorno dopo, il 14 novembre del 1889. Parte da Hoboken, nel New Jersey, e ritornerà a New York il 25 gennaio del 1980. Nellie vince la sua sfida concludendo il suo viaggio in 72 giorni, 6 ore, 11 minuti e 14 secondi. Utilizza ogni tipo di mezzo di trasporto e visita Europa, Giappone, Cina, Hong Kong e Sri Lanka.
Con il suo viaggio Nellie ha dimostrato a tutto il mondo che nessuna donna ha bisogno di un accompagnatore per poter viaggiare ma soprattutto per realizzarsi:
Ho sfidato il loro sguardo e ho mostrato loro che una ragazza americana libera può adattarsi alle circostanze senza l’aiuto di un uomo.
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