Videogiochi e censura: i casi più eclatanti

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Di Redazione Metropolitan

La censura nei videogiochi è all’ordine del giorno e talvolta permette ad un prodotto di essere fruibile ad un pubblico più ampio; in alcuni casi però le misure adottate dalle software house e dai paesi in cui i giochi sono stati distribuiti hanno destato scalpore. In questo articolo di InfoNerd abbiamo scelto per voi le più eclatanti.

Cultura censurata in Assassin’s Creed Origin

La modalità Discovery Tour di Assasin’s Creed Origins acquistabile a pagamento permette ai giocatori di visitare il mondo di gioco scoprendo la cultura del mondo in cui si anima la storia del gioco; durante questo tour è possibile ammirare delle statue di origine ellenica che presentano una particolare differenza con quelle originali: i genitali maschili e femminili tipicamente esposti in queste statue sono stati coperti con dei veli. Questa censura è decisamente fuori luogo visto che le statue originali possono essere ammirate in tutto il suo splendore anche da minorenni.

La versione tedesca di Wolfenstein II: The New Colossus

In una scena presente in Wolfenstein II: The New Colossul appare Adolf Hitler che viene poi salutato con il saluta nazista e la frase “mein Fuhrer”. Nella versione tedesca del gioco invece Hitler non solo non hai i suoi iconici baffi ma viene i nazisti lo chiamano “mein Kanzler” ovvero mio cancelliere.

Anche le bandiere naziste che presentano una svastica nelle versioni originali del gioco presentano un simbolo inventato. Tutte queste scelte sono insensate per un titolo che racconta un’ucronia basata su fatti storici realmente accaduti.

House Party: Terrible Thing are happening!

House Party è un gioco simile a The Sims in cui il giocatore può intrattenere relazioni interpersonali con gli inquilini di una casa. Il titolo, rivolto ad un titolato maggiorenne, è stato censurato perché le scene di sesso presenti hanno sconvolto degli utenti che si sono lamentati che i produttori del gioco, la EEk Games. In House Party quindi durante le scene di sesso compare un quadrato nero con la scritta “Terrible Things are Happening” .

La versione giapponese di Nioh

Nioh è un gioco in esclusiva per Playstation 4 e PC dove è possibile smembrare e decapitare i nemici. Nella versione giapponese del titolo i mostri sconfitti non possono essere decapitati; questo perché la decapitazione nella terra del Sol Levante ha un connotato religioso. Questa censura risulta un caso straordinario ed incomprensibile visto che in Giappone è comunque possibile ad assistere a film dove ci sono scene in cui vengono decapitati degli uomini.

Il Pokémon Jinx

 jynx pokemon
Il Pokémon Jinx è un caso di censura senza senso nel mondo dei videogiochi – Photo Credit: Reddit

Nella prima generazione Pokémon Jinx aveva la pelle nera; la Game Freak dovette modificare la pelle del personaggioperché ricordava gli stereotipi razzisti con cui venivano raffigurati gli uomini di colore fra gli anni ’50 e ’80. In realtà il Jinx rappresenta lo Yotai, uno spirito malvagio giapponese, che spesso presenta una carnagione di colore nero.

Mass Effect bandito a Singapore

Mass Effect
Mass Effect è sicuramente un titolo controverso – Photo Credit : Steam

Il primo Mass Effect è stato bandito a Singapore perché contiene scene di sesso fra due personaggi gay. Se si sceglie di iniziare l’avventura con un personaggio femminile è infatti possibile avere una relazione con un aliena Asari.

Spaccio di banane in Final Fantasy

Final Fantasy Legends II
Il logo del gioco – Photo Credit: Mediaworld

In Final Fantasy Legends II, gioco per Game Boy del 1990,nella regione di Edo ci sono spacciatori di oppio. Nella versione statunitense del gioco l’oppio è stato sostituito dallo spaccio di banane rendendo così quell’ambientazione molto meno seriosa.

Injustice e l’Arabia Saudita

Injustice Gods Among Us
Imjustice – Photo Credit: Steam

In Arabia Saudita il sottotitolo di Injustice non è “Gods Among Us” ma bensì “Mighties Among Us“. Questa modifica è dovuta ovviamente alle leggi teocatiche che caratterizzano il mondo islamico.

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