Il concerto di Viito, ieri sera, a Largo Venue: una piacevole festa indie-pop. 

Una musica semplice e giovanile, un concerto per staccare dal traffico il venerdì sera, nulla a che vedere con un concerto impegnativo e introspettivo, con una stanchezza emotiva che ti deforma e destabilizza.

 

Viito ©Valerio Sablone

Il concerto di Viito questa pretesa non ce l’aveva, è stata una festa da cui esci uguale a quando sei arrivato ma con qualche pensiero in meno, leggero e sereno.

Una musica genuina che ci ha fatto ballare su vibrazioni un po’ adolescenziali che si piegano ai drammi dei ventenni: i troppi cocktails, i mondiali, l’industria porno.

Il duo composto dai coinquilini fuori sede Giuseppe Zingaro e Vito Dell’Erba ci ha coinvolto con una bella carica, tra le canzoni del nuovo album “Troppo forte“, alcune delle quali così piaciute da farci anche il bis.

I Viito hanno alternato il pop rock, di quelli che “brucerebbe una scuola”  a una poetica malinconica da “pioggia dietro la finestra“.

Un romanticismo corale e “popolare” che ci ha fatto sentire tutti parte della stessa commedia.

Hanno giocato in casa, nonostante per i due coinquilini sia una città d’adozione: con un cantautorato da stampo romano, ieri sera Roma sembrava ancora più bella, è stata la scusa di molti amanti che all’orecchio- mentre loro la cantavano- potevano dire  “Sei bella come Roma“. 

 

 

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Con Viito la musica indie-pop sembra essere un fotogramma di situazioni comuni: gli amori moderni, i campionati, i Compro Oro, i viaggi a Lisbona, il ritardo dei fuorisede, le storie tragicomiche e le dediche semplici ma incisive che- tanto- prima o poi tutti scrivono a qualcuno, e qualcuno sul muro.

I Viito cantano quello che ci diciamo su WhatsApp alle tre di notte e quello che pensiamo la domenica mattina con postumi rimpianti, ancora assonnati e istintivi.

Il concerto ha rispecchiato esattamente quest’atmosfera, un venerdì tra amici a casa dei vicini, quando quello capellone imbraccia la chitarra e parte il coro da stadio. Solo che ieri ne eravamo tanti, praticamente tutti, eravamo anche vicini, i loro capelli lunghi c’erano e anche quella grande festa.

Live Report: Rossella Papa

Photo: © Valerio Sablone