Jung diceva che l’opera dell’artista è il risultato di un complesso sopito dall’ego che fuoriesce nel momento della creazione. Tale complesso se non sfogato in creazione sfocia in demenza e schizofrenia, dunque, è fortunato l’artista il quale creando evita uno sfacelo psicologico. Vincent Cassel interpreta un esempio eccellente, Paul Gauguin.
Un Paul Gauguin rozzo e malinconico.
Vincent Cassel è un attore corporale. Il suo corpo è uno strumento di comunicazione, forse al più delle parole, che trapela la vera essenza del personaggio al fine di non lasciare spazi bui e incompresi agli occhi dello spettatore. Una sincerità viscerale al servizio dell’interpretazione che si rivela selvaggia, brusca, feroce. A partire da “L’odio” di Mathieu Kassovitz la sua estetica recitativaha raggiunto vette animalesche che ipnotizzano lo spettatore ad ogni movimento, ad ogni gesto. Questo suo Paul Gauguin è il suo compendio stilistico.
Vincent Cassel, attore di punta del cinema francese e di livello internazionale ha anche militato in Italia con Carmine Amoroso e Garrone.
Il film “Gauguin” appunto è diretto Edouard Deluc ed è un compendio degli ultimi vent’annio di vita di uno dei più grandi pittori impressionisti. La pellicola ricalca la sua seconda vita a Thaiti e prende spunto dal racconto illustrato dello stesso artista “Noa Noa: The Thaiti Journal of Paul Gauguin” in cui dilaga tutto il suo folle amore per l’isola polinesiana e per Eva. Diario personalissimo di un autore umano, romantico eppure rozzo, sregolato. Un’arte che dal 1891 al 1893 ha trovato la sua più alta ispirazione.
“Gauguin”, già uscito in Francia nel 2017, è arrivato solo adesso in Italia nelle sale cinematografiche a partire da oggi 17 settembre. Uno sprazzo di vita della grande arte che ha segnato le generazioni future.
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