Vintage MotoGP, Giacomo Agostini: il più vincente di tutti

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Di Redazione Metropolitan

Giacomo Agostini è una figura estremamente pesante all’interno del contesto motoristico mondiale. Nota è la sua immensa carriera nel Motomondiale, costellata di record che ancora oggi restano imbattuti. Qualsiasi appassionato, dal neofita fino agli assidui frequentatori di circuiti e sfegatati di velocità, conoscono il mitico Ago e le sue gesta. Imprese che hanno portato sé e l’Italia sul tetto del mondo per svariate volte.

L’inizio del mito di Giacomo Agostini

Il recordman della MotoGP nasce a Brescia il 16 giugno del 1942. Fin da piccolo è amante delle due ruote, dilettandosi in gare organizzate alla meglio su pericolose strade sterrate. Già molto scaltro, caratteristica che contraddistingue la razza dei piloti, all’età di nove anni si impossessa senza permesso del Galletto (scooter di casa Moto Guzzi) del papà Aurelio. Il primo contatto con le due ruote finisce con una caduta, ma Ago non seppe più staccarsi dalle moto. Con molta difficoltà, a 18 anni convinse il padre ed ottenne la sua prima moto: una Morini 175 Settebello. La moto italiana sarà anche quella con cui debutterà nel Mondiale nel 1964.

Giacomo Agostini vintage motogp
Giacomo Agostini festeggia una delle sue tante vittorie con tanto di corona d’alloro – Photo Credit: motogp.com

Prima di approdare nel Mondiale, Agostini si cimenta in gare come la Trento-Bondone. Tra cadute, buoni piazzamenti e qualche vittoria; Agostini si fece notare sempre più. Il primo a mettere gli occhi su di lui fu Alfonso Morini. Gli venne offerto un contratto con la Squadra Corse e la possibilità di guidare la Settebello Aste Corte. Vinti i titoli del Campionato Italiano della Montagna e Campionato Italiano Velocità Juniores, debutta anche nel Mondiale. L’esordio avvenne nel 1964 in 250cc, dove corse due GP. Da lì la sua ascesa fu inarrestabile.

Alla conquista del mondo con la MV Agusta

Nel 1965, grazie alle conoscenze di Carlo Ubbiali, Agostini entra nel mondo MV Agusta. Un binomio che diverrà storico sia per la durata (1965-1973), sia per i tanti successi conquistati sulle piste di tutto il mondo. Agostini in quegli anni corse sia la 350cc che la 500cc. Al suo fianco c’era Mike Hailwood, detentore di nove titoli alla pari di Rossi e Ubbiali. Mike “The Bike” (così era soprannominato) passò alla Honda la stagione seguente e tra loro nacque una grande e sana rivalità. Fino al 1967, si spartirono i titoli della 350cc e della 500cc. Il momentaneo ritiro di Hailwood aprì a Giacomo Agostini la strada verso al gloria. Dal 1968 al 1970 vinse tutte le gare in entrambe le classi in cui gareggiava, comprese anche le tappe del Tourist Trophy (ne vincerà 10 in tutta la carriera).

Giacomo Agostini vintage motogp
Ago in sella alla MV Agusta da campione del mondo e l’inconfondibile tuta nera – Photo credit: motogp.com

Passati appena 7 anni dal suo esordio, Ago si portò a casa 8 titoli mondiali (5 in 500cc e 3 in 350cc), conditi da 4 titoli di vice campione. Dal 1971 al 1973 i successi non accennavano a diminuire, con la conquista di altri 5 titoli (2 in 500cc e 3 in 350cc). Il binomio Ago-MV Agusta era inattaccabile sotto ogni punto di vista. L’italiano padroneggiava uno stile di guida pulito e veloce, fattore determinante per non rimanere vittima di cadute. Una qualità che al tempo era sinonimo di aver salva a vita. Dopo la morte di Parlotti al TT del 1972, Ago si fece portavoce del dissenso degli altri piloti. Accusò fortemente la federazione in quanto permetteva lo svolgimento di una gara così pericolosa (anche se la più seguita). Convinto dei propri ideali, decise di non partecipare più al TT, il quale perdurò in calendario fino al 1977.

Giacomo Agostini passa in Yamaha e scrive la storia

Nel 1973 (anno in cui morirono Pasolini e Saarinen a Monza), al suo fianco in 500cc venne ingaggiato Phil Read (7 titoli mondiali). I due disponevano di moto differenti, con Agostini declassato alla guida di un prototipo derivante dalla 350cc. Nonostante concluse al 3° posto, gli attriti con MV Agusta erano ormai insanabili. Ad aggravare la situazione, i commenti di molti che attribuivano la nascita dell’impero di Ago soltanto della superiorità della MV Agusta. Paragonabile in un certo senso al divorzio Rossi-Honda del 2003 e ormai in rottura totale con la casa italiana, per il 1974 Agostini si accasò in Yamaha. Con la casa giapponese corse fino alla fine della stagione 1975.

Phil Read vintage motogp
L’arrivo di Phil Read in MV Agusta portò Agostini a sposare il progetto Yamaha nel 1974 – Photo Credit: motogp.com

Al primo anno conquistò il titolo della 350cc con 5 vittorie all’attivo, mentre in 500cc non andò oltre il 4° posto. Il vero debutto con la casa giapponese avvenne però alla 200 Miglia di Daytona, dove non era visto di buon occhio dal popolo americano e dalla stampa. Tutti inneggiavano colui che qualche anno dopo (dal 1978 in pianta stabile) sarebbe arrivato nel mondiale, ovvero Kenny Roberts. Lontano dalle provocazioni, Agostini vinse quella gara in maniera schiacciante proprio davanti all’americano, che a fine gara esclamò: “Non posso credere che Agostini sia un essere umano”.

Il primo titolo per una casa giapponese

Il vero obiettivo era quello di primeggiare in top class e il 1974 aveva mostrato i limiti della moto giapponese. Il grande ostacolo era rappresentato dal suo ex compagno di squadra Phil Read, ancora in sella alla MV Agusta. Dopo una stagione piena di battaglie, Ago vinse il titolo piloti della 500cc. Fu il primo in assoluto a vincere un mondiale in top class per una casa giapponese. Sarà anche l’ultimo titolo di Ago nel Motomondiale, il 15°. Quella vittoria coincise anche con l’inizio dell’epoca d’oro delle case nipponiche. Essa perdura indisturbata ancora oggi, “macchiata” solo nel 2007 da Stoner in sella alla Ducati.

Yamaha vintage motogp
Ago in sella alla Yamaha, casa con cui vincerà l’ultimo titolo mondiale – Photo Credit: motogp.com

Giacomo Agostini da pilota a manager…e non solo

Dopo un parentesi in MV Agusta nel 1976 in 500cc, nel 1977 si concluse la sua carriera in sella alla Yamaha. L’ultima vittoria iridata (la 123^) arrivò nel GP di Hockenheim di Formula 750 nel 1977. Conosciuto al mondo per i vari spot pubblicitari e interprete di vari fotoromanzi e film, si cimentò anche nella carriera di manager. Nel 1982 divenne direttore sportivo del team Marlboro Yamaha in 500cc. Confermò la sua fama di vincente portandosi a casa 6 titoli (3 costruttori e 3 piloti). Nel 1992 passa poi a Cagiva, fino al ritiro della casa varesina dalle competizioni.

Tutti i numeri del mitico Ago

L’italiano fece del paddock la sua casa per 13 anni, portandosi a casa 15 titoli. Numeri possibili visto che in quegli anni era consentito correre in più categorie. Egli si pone al primo posto per numero di titoli e vittorie in MotoGP. Dietro di lui, per quanto riguarda i titoli ci sono Angel Nieto (13 titoli) e il trio Rossi-Ubbiali-Hailwood (9 titoli). In quanto a vittorie, l’unico che tiene il passo è Rossi a quota 115 contro le 123 di Agostini. Tutto ciò conquistato in 190 gare, in aggiunta a 162 podi, 117 giri veloci e solo 6 pole position. Senza tralasciare i 18 titoli nazionali, i quali portano il numero delle vittorie in gare ufficiale a 311.

rossi Agostini
Valentino Rossi insegue da vicino i record di Agostini – Photo Credit: motogp.com

L’italiano è stato insignito inoltre di varie onorificenze; ultimo il collare d’oro al merito sportivo del 2014. Scontata la sua presenza all’interno del club delle MotoGP Legends. Numeri da capogiro per un pilota d’altri tempi, la cui fama perdura ancora oggi come scolpita nel marmo. Un pilota consapevole della sua forza e superiorità, ma capace di trovare l’equilibrio in un’epoca in cui trovarlo significava sopravvivere. Uno che dalla lotta non si tirava indietro, sostenitore del “io ti passo, tu mi passi, io ti passo, ci spingiamo, ci tocchiamo” e poi vinca il migliore. Perché essere campioni significa cercare il limite, raggiungerlo e poi oltrepassarlo, senza mai esagerare.

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Riccardo Zoppi