Coronavirus, violenza domestica effetto secondario?

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Di Redazione Metropolitan

In Cina la convivenza forzata ha portato ad uno scenario sentimentalmente apocalittico- e a episodi di violenza domestica-. Una lunga prova di resistenza -psicologica, fisica e mentale-, dunque, ha mandato in frantumi quadretti familiari che funzionavo grazie a delle personali ore di libertà.

Il risveglio del paese del Dragone

Le nuvole si diradano laddove inizia il mare, ma qui parliamo di un vero e proprio naufragio di matrimoni. Se un mese fa nel paese del Dragone ci si affrettava a precipitarsi nelle rassicuranti quattro mura domestiche, ora, è con altrettanta foga che si tenta di fuggirne. Matrimoni a rischio, boom di divorzi, famiglie al collasso.

Divorzio, violenza domestica PhotoCredit: dal web
Divorzio PhotoCredit: dal web

Viene definito un ‘effetto secondario’ del COVID-19, e primi dati statistici rivelano una sconvolgente impennata delle denunce per le violenze domestiche e delle richieste di divorzio. A far riflettere non sono tanto i divorzi, quanto le preoccupanti violenze domestiche aumentate a causa della clausura domestica obbligata. Un invito che, per alcune donne, può tramutarsi in una velata condanna.

A gennaio il numero dei casi denunciati era raddoppiato rispetto all’anno precedente. “L’epidemia ha avuto un impatto enorme sulla violenza domestica”, ha spiegato un ex ufficiale della polizia in pensione Wan Fei, “secondo le nostre statistiche, il 90% delle cause di violenza in casa sono legate all’epidemia di COVID-19”. Complice anche la pandemia da Coronavirus che ha visto impegnati, per giorni, forze di polizia nella gestione della crisi sanitaria e di ordine pubblico, mettendo in secondo piano le diatribe familiari.

Non è solo la Cina a preoccupare e a far preoccupare, il rischio è che accada anche nella nostra penisola. È di ieri infatti la notizia che, nel pesarese – Sant’Angelo in Lizzola- , intorno alle 7,30 del mattino, un uomo ha tentato di uccidere la moglie a martellate, dopo l’n-esimo litigio. La ristrettezza casalinga aiuta a creare un clima di conflittualità, che, però, non deve sfociare in tragedia.

Prevenire la violenza domestica è meglio che curarla

Sito Pari Opportunita, violenza domestica PhotoCredit: dal web
Sito Pari Opportunita PhotoCredit: dal web

A lanciare l’allerme è stata anche il procuratore  Maria Letizia Mannella: “C’è stato nelle ultime ore”, ha detto all’agenzia Ansa, “un calo nelle denunce per maltrattamenti. Ci basiamo solamente sull’esperienza perché è ancora presto per avere dei dati certi, ma possiamo dire che le convivenze forzate con i compagni, mariti e con i figli, in questo periodo, scoraggiano le donne dal telefonare o recarsi personalmente dalle forze dell’ordine”.

Secondo l’indagine ISTAT, il quale conduce rilevazioni sul tema dal 1997, l’area e il contesto nel quale la violenza si inasprisce è, ormai lo sappiamo tutti, all’interno delle mura casalinghe.  La violenza è, ad oggi, un dato significativo difficile da ignorare che deve essere trattato con le giuste misure e le opportune tutele.

La denuncia è l’arma contrastiva che può salvare tantissime donne da un triste destino, nonostante, molto spesso, s’insinui in sordina un patriarcato stantìo duro a morire. Per cui, molte mogli e madri non denunciano le violenze subite perché “è sempre stato così dalla notte dei tempi” e “tra moglie e marito non mettere il dito”.

Nell’attento lavoro portato avanti in questi anni dagli Sportelli anti-violenza, il Centro è diventato uno spazio riconosciuto e accettato dalle donne, dove è sempre più facile denunciare molestie e violenze.

Attivo il 1522 per le emergenze

Per questo i Centri Antiviolenza della rete D.i.Re si sono organizzati per rispondere all’emergenza COVID-19 e alle disposizioni emanate dal governo con l’istituzione della zona rossa a livello nazionale, in modo da non lasciare sole le donne che hanno subito violenza domestica.

Rimane attiva il 1522, numero rosa al servizio pubblico promosso dal Dipartimento delle Pari Opportunità.  Chi si sente in pericolo può chiedere aiuto chiamando gratuitamente il numero 1522 o cercare il centro antiviolenza più vicino.

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