Imperativo principale: conoscere e far conoscere! Nel precedente articolo abbiamo visto che il fenomeno della violenza su donne disabili è pressoché sconosciuto ma i numeri sono enormi. Alla non consapevolezza del fenomeno si associa poi un tabù culturale e sociale relativo alla dimensione della sessualità nelle donne diversamente abili.
Cosa si può fare contro la violenza sulle donne disabili?
Vediamo di seguito le proposte avanzate dalle varie Associazioni che si occupano di questo tema (FISH, D.I.RE, UILDM ecc).Pronto Soccorso, Centri antiviolenza, forze dell’ordine, consultori, operatori in generale devono essere adeguatamente formati sulle modalità di comunicazione con persone che hanno difficoltà uditive, di linguaggio, cognitive;
deve essere prevista un’adeguata valutazione del rischio e della condizione della donna che includa domande relative a questioni inerenti la disabilità; i Centri in cui si rilevano i dati sulla violenza devono avere strumenti atti a rilevare anche l’eventuale presenza di disabilità (fisica, uditiva, visiva, cognitiva ecc): attualmente mancano dati specifici; Centri antiviolenza e Case rifugio devono essere accessibili a persone con disabilità diverse: è necessario che dispongano di fondi appositi per gli adeguamenti.
Cosa esiste già?
Il numero di pubblica utilità 1522 è inaccessibile a molte donne con disabilità: ad esempio alle donne sorde, alle afasiche, a quelle con disabilità motoria che non possono usare il telefono in autonomia. Esistono tuttavia alcune app per segnalazioni scaricabili gratuitamenteche consentono di chiedere aiuto.
- app 1522 Antiviolenza e Stalking, che consente di rivolgersi all’omonimo numero verde 1522 (attivo h 24)
- YouPol: app della Polizia di Stato. Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti, consente ora di segnalare anche episodi di violenza di genere tramite chat.
- Entrambe sono particolarmente utili nel caso di donne che abbiano difficoltà di parola e/o udito.
Investire meglio
Ricordiamo, tuttavia, che qualsiasi cambiamento passa attraverso una generale presa di coscienza da parte di tutta la società; forse, anche in una diversa distribuzione dei fondi: investendo maggiormente a favore di una categoria tutt’ora ignorata e un po’ meno in “campagne” e “giornate” che lasciano il tempo che trovano.