Vittorio Emanuele di Savoia, chi è la moglie Marina Doria e unico grande amore

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Di Redazione Gossip

Vittorio Emanuele di Savoia era determinato a sposare Marina Doria. E la sposò anche senza l’assenso reale. Era l’inizio di giugno 1967 quando i giornali annunciarono il fidanzamento di Vittorio Emanuele con Maria Antonietta di Württemberg, figlia di un duca e cugina di quarto grado. A fine giugno la fidanzata designata era cambiata, era la principessa Isabella di Savoia-Genova e cugina di secondo grado. Non ci fu verso. Vittorio Emanuele era pronto a rinunciare al diritto alla successione pur di sposare la fidanzata che si era scelto da solo. Lo fece a gennaio del 1970 a Las Vegas, con una cerimonia civile. L’anno dopo a Teheran si sarebbero uniti anche in matrimonio religioso. Con buona pace di papà Umberto.

Quando si incontrarono la prima volta nel 1954 Marina Ricolfi Doria, svizzera di origini italiane con ascendenze genovesi, era una sciatrice nautica che conquistava titoli a tutto spiano. Avrebbe vinto anche due mondiali, nel 1955 e nel 1957. Discendenze reali però non ne aveva neanche un grammo, perciò Umberto di Savoia era contrario: non era possibile che il principe ereditario sposasse una donna comune.

Marina non rispondeva alle caratteristiche che sarebbero state gradite dalla famiglia reale. Un solo esempio? Alla vita spesso contemplativa e agiata tipica delle corti preferiva lo sport. Campionessa di sci nautico, ha fatto incetta di titoli tra i quali quattro mondiali.

La famiglia di Vittorio Emanuele era così contraria a quella relazione che le tentò proprio tutte. All’inizio del giugno 1967 i giornali annunciarono il fidanzamento con Maria Antonietta di Württemberg, figlia di un duca e cugina di quarto grado. Bocciata. Non era passato nemmeno un mese che il nome cambiò. Scese in pista la principessa Isabella di Savoia-Genova e cugina di secondo grado. Anche in questo caso, nulla da fare. Vittorio Emanuele fu irremovibile.

Alla fine la sua testardaggine lo portò a sposare Marina Doria. Tenacemente contro tutti. Senza l’assenso reale. Disposto a rinunciare pure al diritto di successione pur di coronare il suo sogno d’amore con la fidanzata che aveva scelto lui, a dispetto delle manovre familiari.

In veste di re d’Italia – benché senza un trono né una nazione da governare – concesse a Marina Doria il titolo di duchessa di Sant’Anna di Valdieri. Situazione risolta: alla fin fine avrebbe sposato una nobile.

Papà Umberto non si rassegnava: non era possibile che il principe ereditario sposasse una donna comune. Eppure Vittorio Emanuele sarebbe riuscito a mettere in atto un piano machiavellico pur di sistemare la cosa. Il padre aveva rinunciato al trono ed era andato in esilio dopo la votazione a favore della Repubblica nel referendum del 1946. Vittorio Emanuele accettò la successione, anche se non aveva più un trono né una nazione. Aveva però il titolo. Come Re d’Italia riuscì a concedere a Marina Doria il titolo di duchessa di Sant’Anna di Valdieri. Tutto risolto: lei ora era una nobile. Poi tutti i Savoia lasciarono un’Italia che due anni dopo decretò il divieto di rimpatrio. Sarebbe finito solo nel 2002.

Insieme Vittorio Emanuele e Marina Doria hanno affrontato di tutto, sempre insieme: l’avversione della famiglia, l’esilio a Ginevra, le pretese al trono del cugino Amedeo, la nascita del figlio Emanuele Filiberto e la necessità di lavorare perché il padre gli aveva tolto l’appannaggio mensile per la sua ostinazione nello sposare Marina.

Non sono mancate diverse vicende giudiziarie da cui Vittorio Emanuele è sempre uscito scagionato. A cominciare dal tragico episodio sull’isola di Cavallo, in Corsica, dove la famiglia trascorreva abitualmente le vacanze estive. Era il 1978 quando Dirk Geerd Hamer, che dormiva su una barca, fu ferito da un colpo d’arma da fuoco sparato per scoraggiare ipotetici ladri che stavano portando via il gommone di Vittorio Emanuele. Dirk morì dopo mesi di agonia e le indagini si arenarono per incongruenze relative al proiettile e all’arma che aveva sparato. Vittorio Emanuele, che prima si dichiarò responsabile e poi ritrattò, fu prosciolto e condannato solo per porto abusivo di armi. La barca nel frattempo era stata fatta smantellare. La verità non si è mai appurata. Il documentario Il principe di Beatrice Borromeo uscito per Netflix il 4 luglio racconta questa storia.

Marina rimase al suo fianco anche durante i mesi di prigione, inscalfibile, ritta e fiera come sempre, convinta dell’innocenza del marito. Non ha mai arretrato di un passo neanche quando Vittorio Emanuele fu indagato per traffico internazionale di armi nel periodo in cui si occupava di compravendita di elicotteri in paesi del Medioriente. Nel 2006 un nuovo scandalo scosse la famiglia reale per via dell’accusa di associazione a delinquere finalizzata a corruzione, falso e sfruttamento della prostituzione. Anche questo caso finì archiviato.