Sembra fosse affetta da una meningite cronica Vlada Dzyuba, la modella di appena 14 anni morta qualche giorno fa dopo 13 ore di sfilate sulle passerelle di Shangai. Un problema importante quello delle modelle-bambine che sconfina nello sfruttamento del lavoro minorile

Non sembra possibile che una ragazzina di appena 14 anni muoia dopo una dura giornata di sfilate. Vlada Dzyuba, così si chiamava la giovanissima modella russa morta sulle passerelle di Shangai appena qualche giorno fa. 

Pare che Vlada Dzyuba fosse malata di meningite cronica, aggravatasi velocemente dopo le estenuanti ore di lavoro. Vlada era giunta a Shangai con un contratto di tre mesi, vogliosa di coltivare il suo sogno di fare la modella. 

In Italia, e in Europa in generale, non è permesso fare sfilare modelle così giovani, perché sottoposte a ritmi tutt’altro che salutari e poco compatibili con la crescita di un adolescente. Inoltre, forte è il rischio che siano costrette ad accettare contratti “da schiave” pur di continuare a sognare.

«Mia madre voleva che diventassi una modella e a dodici anni mi ha iscritta a una scuola specializzata. Il corso era meraviglioso, erano tutti gentili. Ho fatto la mia prima sfilata a Taiwan e sono anche stata alla settimana della moda in Cina. Ora mi trovo a Shanghai e voglio andare avanti, sfilare per marchi sempre più importanti, aprire spettacoli famosi».

Vlada Dzyuba si era raccontata solo poche settimane fa al sito online 59.ru di Perm, descrivendo i suoi inizi in un mondo che le si è poi rivelato fatale.

Le autorità di polizia cinesi hanno aperto un’indagine per far luce sull’accaduto. Dovranno capire se veramente Vlada Dzyuba fosse malata e quanto il lavoro a cui era sottoposta ha influito sul suo decesso.
Resta anche da chiarire come la giovane modella sia esattamente morta: i primi test clinici non mostrano tracce di alcool e di droga.
Inoltre, la versione dei fatti non è chiara, alcuni dicono che la ragazza sia svenuta durante una sfilata, altri che si sia recata da sola in ospedale. 

Quel che è certo, come la mamma di Vlada Dzyuba sostiene, è che la giovane modella lamentasse da tempo le condizioni in cui era costretta a lavorare. «L’ultima volta che ci siamo sentite mi aveva detto di essere molto stanca e di voler soltanto dormire. Ero preoccupatissima, l’avevo supplicata di andare subito all’ospedale».

Vlada Dzyuba durante una sfilata alla settimana della moda di Shangai – Immagine dal Web –

Modelle giovanissime e sfruttamento del lavoro minorile

La morte di Vlada Dzyuba, ad appena 14 anni, ci obbliga a porre di nuovo l’attenzione sul mondo delle sfilate. Oltre a combattere la magrezza estrema, denunciata ininterrottamente negli ultimi anni, spesso è passato inosservato il fenomeno delle modelle giovanissime.

Non si tratta di ragazze che fanno qualche foto o vestono abiti per divertimento ma di ragazzine che hanno ben chiaro che la loro vita sarà sulla passerella.
Sempre di più, infatti, sono le giovanissime che si buttano a capofitto nel mondo delle sfilate, lasciando indietro la loro crescita psico-fisica.

Per questo, molti marchi hanno imposto il divieto di sfilare per loro alle ragazze (e i ragazzi) sotto una certa età.
Lodevole è il “codice di condotta” previsto da Kering e Lvmh, marchi francesi tra i più importanti al mondo, che ha costituito ispirazione per molti altri brand.

Nel “codice” viene vietato a chi ha meno di 16 anni di sfilare e chi ne ha più di 16 ma meno di 18 è sottoposto a vincoli stringenti.
Tutte le modelle e i modelli sono osservati dal punto di vista medico e obbligati a portare un valido certificato che ne attesti il buono stato di salute.

Niente di tutto ciò è accaduto nel caso di Vlada Dzyuba che, come tante altre, per prendere il lancio sono disposte a volare in Cina, un mercato prestigioso ma scevro di qualsiasi tutela. Anche le giovanissime possono sfilare, a quanto pare senza alcun limite e addirittura senza alcuna assicurazione sanitaria (Vlada non ne disponeva).

Vlada Dzyuba ha pagato con la sua vita il prezzo dei suoi sogni, forse seguiti troppo presto e per strade pericolose. Forse Vlada non ha pagato solo per i suoi sogni ma per un mondo, quello delle sfilate, che sembra essere spietato e senza alcuna adeguata tutela.

Non solo nella moda però, perché tanti sono i ragazzi(ni) costretti ad accettare condizioni di lavoro massacranti. In posti lontani, ma non troppo, addirittura i bambini vengono sfruttati per lavorare come mano d’opera energica e a basso costo. Apriamo gli occhi.

#Metropolitan Magazine 

Di Lorenzo Maria Lucarelli