Voce dell’attore: Alessandra Casanova, regista, spiega come cambiare intonazione, velocità, eliminare le cantilene che fanno “stonare”.
Ciao, Alessandra. L’ultima volta ci hai parlato della voce, soffermandoti sull’intensità. Di cosa parliamo oggi?
“Continuo a parlarvi della voce, ma ne analizziamo altri aspetti. Cominciamo dall’intonazione”.
L’intonazione non riguarda il canto?
“Non solo. Stanislavskij diceva che la parola è musica e la pronuncia sulla scena è difficile quanto nel canto. Una caratteristica del suono, oltre l’intensità, è l’altezza. L’altezza dipende dalla frequenza delle vibrazioni e ci fa percepire un suono grave o acuto. Parlare su toni diversi (e non essere monotoni) è molto importante per gli attori. E non solo”.
Quando parliamo abbiamo la stessa estensione vocale di quando cantiamo?
“No. L’estensione di quando parliamo è più limitata rispetto al canto. Di solito non si riesce a superare la mezza ottava, ma gli attori, studiando, possono ottenere un’estensione più ampia”.
Quando parliamo, possiamo essere “stonati” come nel canto?
“Purtroppo sì. Una delle prime regole è cercare di togliere le cantilene che ci accompagnano e seguire attentamente le intonazioni che ci dà la punteggiatura”.
Cioè?
“Chiudere al punto. Cambiare intonazione dopo i due punti. Lasciare in sospeso con i puntini, ecc…. E’ comunque importante farsi seguire da chi ci può aiutare con l’intonazione corretta”.
Voce dell’attore, l’importanza della musica
Se non sbaglio, tu hai anche studiato musica. Penso sia importante.
“Si, Anna, è molto importante. Sono diplomata in pianoforte e gli studi musicali sono stati indispensabili per il lavoro teatrale che porto avanti con la Scuola di Teatro classico e Compagnia teatrale Luigi Rasi di Ravenna”.
Ci puoi dare un esercizio per imparare a cambiare intonazione?
“Beh, uno potrebbe essere questo. Prendiamo una frase e proviamo a dirla in tante maniere differenti (con rabbia, gioia, tristezza, paura, odio, in maniera interrogativa, ecc…). Praticamente dobbiamo cambiare lo stato d’animo”.
Quando cambiamo lo stato d’animo, possiamo cambiare anche intensità e velocità.
“Esatto. Ed infatti come ogni bravo musicista, dobbiamo essere bravi ad usare la voce alle varie velocità per dare colore al discorso”.
Ci puoi dare un esercizio per imparare a variare la velocità?
“Certo. Leggiamo a voce alta. Cominciamo leggendo molto lentamente e poi sveltiamo mantenendo la nuova velocità almeno un minuto. Cerchiamo di passare da un lentissimo ad un velocissimo attraverso almeno 6/7 velocità diverse.Teniamo però presente che anche i momenti di silenzio sono importanti”.
Infatti la punteggiatura ci obbliga a delle pause.
“Sì, ma non solo la punteggiatura. Le pause sono importanti quanto le parole e, come diceva Cicerone Vi è un’arte del silenzio che vale quanto l’eloquenza”.
Cioè?
“Le pause possono avere significati diversi. Una pausa può racchiudere un pensiero, un’emozione… Possiamo avere silenzi carichi di pathos. In scena certe pause ‘psicologiche’ risulteranno più significative di tante parole”.
Alessandra Casanova
Anna Cavallo