Voli cancellati per la diffusione del coronavirus impatta anche il trasporto aereo. Ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato lo stop di tutti i collegamenti con l’Italia da e verso la Cina e in questi giorni sono diverse le compagnie che hanno scelto di sospendere i voli destinati ad atterrare su suolo cinese. In questi casi i diritti dei passeggeri non sono scontati: il rimborso dei voli non operati è quasi sempre garantito, mentre il risarcimento per danno subito è più complicato da ottenere. 

La città dove si pensa che sia partito il contagio, nella provincia di Hubei, non è del tutto isolata. L’aeroporto funziona ancora e, sebbene molte compagnie abbiano sospeso i voli, sono diverse quelle che continuano ad atterrare. Anche europee, come Air France, che però ha mantenuto solo il Pechino-Wuhan mentre ha cancellato il Parigi-Wuhan.

Soldi persi o rimborsati per i voli cancellati?

“Il rimborso è comunque un diritto perché il passeggero non usufruisce del volo: parliamo poi di compagnie che avvertono i loro passeggeri, preannunciando loro la decisione, è del tutto evidente che la scelta è tutta della compagnia” spiega Angelo Sonnino, avvocato dello studio Funaro e Sonnino che segue diversi casi per Assopasseggeri. Gli fa eco Monika Nardo, esperta di diritti dei passeggeri al Centro europeo consumatori: “Non dovrebbero esserci problemi con il rimborso”, ma il condizionale rimane “perché le norme Ue non prevedono questo specifico caso”.

Altro discorso per quanto riguarda l’indennizzo. Perché se si considera la possibilità di contagio come “circostanza eccezionale”, la compagnia non è tenuta a pagare alcun risarcimento. Qualche spiraglio però c’è: “Si può provare a chiederlo se la compagnia aerea avverte con pochi giorni di anticipo, meno di 14” continua Sonnino, specificando però che “siamo in una situazione di totale incertezza. Se il vettore non dovesse riconoscere l’indennizzo, solo un giudice potrebbe dirimere la questione”.