Il 30 gennaio 1945 nella riunione del consiglio dei ministri, come ultimo argomento, si discuteva del voto alle donne.
30 gennaio 1945. Ricordiamo questa data per un motivo. Perché fu allora che si mosse il primo passo verso il suffragio femminile.
Quel giorno di 76 anni fa, il Consiglio dei ministri deliberò la “concessione” del diritto di elettorato attivo e passivo, che avrebbe poi portato al Decreto legislativo luogotenenziale n. 23 del 1° febbraio dello stesso anno.
“Estensione alle donne del diritto di voto”, si intitolava, con buona esclusione, però, delle minori di 21 anni e delle prostitute.
Storia: il voto alle donne
Come prevedeva il Programma di San Sepolcro dei Fasci di combattimento, il diritto di voto doveva essere esteso alle donne. Mussolini inizialmente sembrava intenzionato a concedere questo diritto “cominciando dal campo amministrativo”. Tuttavia l’intenzione si tradusse poi in un nulla di fatto con la riforma del 1926 e in seguito poi con la riforma elettorale del 1928.
Anni dopo l’Italia prese parte alla Seconda Guerra Mondiale e, com’era già successo durante la Grande Guerra, le donne dovettero rimpiazzare gli uomini. Questa volta però i convulsi avvenimenti degli ultimi due anni di guerra implicarono il loro coinvolgimento nella Resistenza.
In questo clima, su iniziativa del Partito comunista, nel novembre 1943 nascono a Milano i Gruppi di Difesa della Donna e per l’Assistenza ai Volontari della Libertà: un’organizzazione costituita da donne che si univano per manifestare contro la guerra, assistere famiglie in difficoltà, supportare i partigiani. Nel luglio 1944 i Gruppi di Difesa ebbero un riconoscimento dal Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia e nello stesso anno il giornale Noi Donne dava voce alle pubblicazioni ufficiali.
Ora, facciamo un salto al 1945.
Il 30 gennaio 1945 nella riunione del consiglio dei ministri, come ultimo argomento, si discuteva del voto alle donne.
La questione è stata oggetto d’interesse della maggioranza dei partiti (a esclusione di liberali, azionisti e repubblicani) che si dimostrò favorevole all’estensione. Il 1 febbraio 1945 emanarono il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che conferiva il diritto di voto alle italiane che avessero almeno 21 anni. Ricordiamo ancora con buona esclusione, però, delle minori di 21 anni e delle prostitute.
Questo ci ricorda come la Storia sia sempre in movimento, come ogni risultato ottenuto non è altro che un tassello e che ogni vittoria è un passaggio che ci porta a cercarne altre. Oggi festeggiamo quest’avvenimento, ricordandone i limiti. Ricordando vittorie e sconfitte per poter andare sempre oltre. Perché noi:
Vogliamo il Pane, ma anche le Rose.
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