Torna sulla scena WARIAS: già anticipato dall’uscita del singolo Feelings Jaar, il nuovo progetto “Now it’s never”riporterà il duo veneziano sulla cresta dell’onda alla metà di novembre con il nuovo album che colora il loro ritmo di un equilibrio sonoro tutto da scoprire.
PHOTO CREDITS: Astarte AgencyWARIAS è un delicato flirt tra sonorità synth pop e psichedelia, virato verso inedite evoluzioni a metà strada tra la new wave e il Bristol sound; è questa l’impronta di Now It’s Never, frutto dell’idea di Matteo Salviato, già bassista live degli statunitensi The Soft Moon, e dal batterista Giulio Marzaro, per Coypu Records in collaborazione con l’etichetta di culto Bad Panda Records.
A tre anni dal primo Ep – Wools– i due artisti confermano l’originale scia della loro musica con un album che sintetizza la sensazione di introspezione e quella di libertà con cinque tracce di sfumature tutte differenti.
Si dice che il vero genio sia camaleontico: è questa la forza di WARIAS, il duo veneziano che riesce, con un gioco di ritmi e sound altalenanti, a confondere l’orecchio e la mente di chi ascolta lasciando il gusto della curiosità.
Una natura eclettica che riesce a mescolare sotto il velo del synth pop le curve del new wave e del trip hop: un gioco raffinato per due giovani artisti, eppure apprezzato anche a livello internazionale, tanto da aver portato WARIAS a collaborare con artisti del calibro di Slow Magic, Soviet Soviet, Dream Koala, Father Murphy, e condividendo il palco, tra gli altri, con Aucan, Peter Hook e Xiu Xiu.
Non appena penserai di aver afferrato il concetto, WARIAS capovolgerà la domanda nella traccia successiva: una rincorsa tra l’affanno e la dolcezza verso un posto che potrai solo immaginare senza arrivare mai.
Now it’s never è un reticolato di corridoi e stanze che confondono e sorprendono. Un album che diventa un’esperienza personale, un quadro di Kandinkskij che dovrai decifrare.
La voce è uno strumento tra gli altri, mai una guida superiore: è la musica di WARIAS l’unica direzione dell’album.
La stanza si fa buia, a poco a poco, con i colpi del basso e la voce distante in quel respiro minimal che inganna e accarezza. Difficile definire semplicemente pop un ritmo così vario, cosa aspettarsi? Di sedersi per una buona mezz’ora e gattonare tra i loro pentagrammi, che vorrà dire un po’ passeggiare tra i vostri pensieri. Vi sembrerà di indossare abiti diversi.
Consiglio: farlo rigorosamente ad occhi chiusi. E attenti a non inciampare.
Rossella Papa